Consiglio Comunale di Livorno, caos nella prima seduta – .

Consiglio Comunale di Livorno, caos nella prima seduta – .
Consiglio Comunale di Livorno, caos nella prima seduta – .

Se il ‘primo ciak’ è merce rara anche nei migliori registi e con i più grandi attori del cinema, il fallimento del primo ciak si gioca sul set allestito a Palazzo Civico per l’insediamento del nuovo consiglio comunale. Nemmeno il tempo di sedersi e il Primo Polo rifiuta il posto accanto alla destra del Pd, o accanto al centrodestra, con tutti i problemi che ciò comporta nelle operazioni di voto e la richiesta di un capogruppo urgente da spostare a sinistra dell’emiciclo; Fratelli d’Italia e Lega che abbandonano l’aula all’elezione del consigliere aggiunto; le frecciatine nelle comunicazioni dei gruppi dopo il giuramento del sindaco e, infine, la mancata elezione del candidato di maggioranza alla presidenza, Pietro Caruso, bloccato come da copione a un voto dall’ottenimento della maggioranza qualificata (22 consiglieri su 33, tra cui l’assente giustificato Sorgente e il momentaneamente ineleggibile Dinelli).

La battaglia per i seggi: “Un abuso”, “No, sono i criteri parlamentari”

Tutto questo è accaduto nella prima seduta del consiglio comunale ieri pomeriggio, lunedì 1 luglio, in un’aula presieduta da esponenti politici, attivisti, funzionari, dipendenti, stampa e semplici cittadini. Non un buon inizio con l’accesa polemica sull’assegnazione dei seggi, “decisa secondo criteri parlamentari” secondo il presidente facente funzioni Caruso. Non è il caso di Belaise, Morini, Panciatici e Trotta (subentrati a Livorno Popolare dopo le dimissioni della candidata sindaco Primo Polo, Valentina Barale), che denunciano “l’imposizione senza che ce ne vengano spiegate le ragioni, un abuso. Noi non ci sediamo accanto alla destra, siamo una coalizione di sinistra. In democrazia se ne parla e si trova una soluzione”. E a chi fa notare che i Cinque Stelle in Consiglio sono sempre stati al centro dell’aula, vicini al centrodestra, lo stesso non vale per gli altri gruppi della coalizione, Buongiorno Livorno e Livorno Popolare. Una situazione che potrebbe essere risolta con il buon senso ma che invece rappresenta già una prima partita politica e che sarà difficile districare anche nei capigruppo.

Il giuramento del sindaco: “Chiedo ai giovani di far innamorare le nuove generazioni della politica”

La Consulta si è finalmente insediata e i capigruppo sono stati rinviati a fine seduta, dopo aver assolto gli “obblighi di legge”. Ecco l’uscita dall’aula dei meloniani Amadio, Palumbo e Perini e del leghista Ghiozzi sul voto per il consigliere aggiunto, il georgiano Lali Lomtadze. “Così non diamo voce alle comunità straniere – dice Ghiozzi – è meglio valorizzare un organismo come la Consulta. Per questo, come abbiamo fatto nel 2019, non parteciperemo al voto”.

Arriviamo al giuramento del sindaco che parte da un ragionamento sull’attesa di un giudizio, nella vita privata e professionale. «È stato così anche nel 2019 in attesa dei risultati e nel 2024, con sensazioni amplificate perché il mio lavoro era valutato, intrapreso per dare forza al bene comune, ascoltando tutti, scegliendo le persone migliori. Sono rimasto me stesso e alla fine il giudizio dei cittadini è stato netto: un riconoscimento del lavoro fatto». «Il modello Livorno – prosegue Salvetti – è una scelta politica, strategica precisa e rappresenta la più grande novità politica della nostra città. Il civicismo esprime una forza elettorale che, con questi numeri, è diventata politica accanto alla politica tradizionale. Non so se può rappresentare uno stimolo anche su scala nazionale, ma sicuramente questo modello è già presente qui e funziona nei territori. Un campo ampio pronto a governare, a sostenere questa giunta».

“Tutto questo lo faremo – ha concluso il sindaco – con la nuova Giunta. Queste elezioni ci hanno consegnato una classe politica rinnovata e ringiovanita. Mi auguro che non ci siano personalismi e rancori e che la lotta politica non ci faccia perdere di vista il bene comune. Auguro buon lavoro ai nuovi volti. Ai giovani chiedo un aiuto in termini di stimoli, passione e visione, per quella che sarà la loro Livorno. Avete un compito in questa legislatura: portare la voce dei giovani in quest’Aula e farli innamorare della politica”.

Amadio (FdI): “Maggiore, mi permetta una battuta volgare…”

Prende la parola Vaccaro (Alternativa Popolare), che prende atto dell’esito sorprendente del voto, ricorda come metà dei cittadini non abbia comunque votato e promette la solita dura e intransigente opposizione. Più morbido Alessandro Guarducci, emozionato «come uno scolaretto nel prendere la parola in Consiglio dopo aver raccontato decine di storie. La nostra opposizione sarà ferma ma senza veleno e attacchi personali. Ci impegneremo al massimo per convincere la gente a votarci tra 5 anni». Emozionati anche gli assessori civici Danieli (Protagonisti per la città), La Sala (Livorno Civica) e Bertozzi di Sinistra Verde, ma niente affatto Marcella Amadio, tornata all’Aula come deputata di Fdi dopo due mandati di assenza, che parte col botto. «Ho trovato il tuo intervento pieno di retorica – attacca – dici di aver ascoltato tutti per risolvere problemi grandi e piccoli, ma nel frattempo non sei riuscito nemmeno a far sedere i Cinque Stelle. A Livorno c’è un problema di sicurezza, ci sono questioni irrisolte, c’è il nuovo ospedale, il no-cubone. Mi permetto una battuta volgare, citandoti: hai detto che porti il ​​programma come tua linea guida e lo porti in salotto e in bagno: ecco, scordati il ​​salotto…”. In pratica finisce così, la mancata elezione del presidente è un voto segreto e scontato. Si riparte venerdì 5 luglio, con la seconda convocazione dell’assemblea cittadina. E siamo solo all’inizio.

 
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