I mercati chiave dopo il calo della produzione Il Tirreno – .

I mercati chiave dopo il calo della produzione Il Tirreno – .
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PRATO. Meglio Milano che Parigi. Gli imprenditori tessili pratesi hanno fatto la loro scelta. Sono imminenti le principali fiere tessili, focalizzate sulle collezioni autunno-inverno 2025-2026: Première Vision si svolgerà a Parigi da domani al 4 luglio, mentre la settimana successiva, 9, 10 e 11 luglio, si terrà la 39a edizione di Milano Unica.

Un dato che emerge con chiarezza sulla partecipazione delle aziende pratesi è l’attenzione, ancora in crescita, verso la fiera milanese: 118 espositori, contro i 95 della corrispondente edizione del 2023 e i 101 di gennaio 2024. Sono invece 18 (contro, rispettivamente, 55 e 20) i partecipanti a Première Vision. Un quadro, questo, che evidenzia l’apprezzamento per Milano Unica, le sue strategie e la sua organizzazione, ma che costituisce anche un manifesto programmatico dell’industria tessile pratese, sempre più orientata all’alto profilo che caratterizza la fiera milanese.

“Senza nulla togliere alla grande e importante fiera parigina e alle scelte indubbiamente motivate di chi la preferisce o la affianca a Milano Unica, è chiaro che quest’ultima fiera è riconosciuta come più congeniale alla connotazione che il tessile pratese si è dato – commenta Maurizio Sarti, coordinatore del gruppo Produttori Tessuti della sezione Sistema Moda di Confindustria Toscana Nord, nonché componente del Comitato di Presidenza di Milano Unica – Milano Unica intende programmaticamente diventare il punto di riferimento del tessile di qualità nel mondo. Da qui l’attenta selezione degli espositori, quasi esclusivamente italiani ed europei, che devono rispondere tempestivamente ai rigorosi requisiti richiesti dall’organizzazione della fiera. Le aziende oggi hanno bisogno di giocare bene le proprie carte: il mercato è molto statico”.

Nel 2023 la produzione complessiva di tessuti pratesi è scesa in volume del 4,3% (export -8,1% in valore rispetto al 2022), anche a causa dell’ultimo trimestre con i colli di bottiglia produttivi generati dalle conseguenze dell’alluvione del 2 novembre; ma il disastro è stato avvertito soprattutto dal primo trimestre del 2024, che nel confronto con lo stesso periodo del 2023 ha segnato un -10,9% nei volumi di produzione e un -11,9% nel valore delle esportazioni. Per quanto riguarda l’export di tessuti pratesi, anche nel 2023 i primi mercati esteri di sbocco per importanza sono stati i Paesi della Comunità Europea: la Spagna sempre al primo posto con il 14,6% del totale (anche se in calo del 3,2% sul 2022); al secondo posto la Francia (in crescita invece del 6,9%, coprendo così il 9% delle esportazioni 2023); terza è la Romania (-2,1%, con una quota del 7,9%), Paese in cui le operazioni di confezionamento vengono svolte anche per conto di aziende di altri Paesi. Seguono Germania, Marocco, Portogallo, Regno Unito, Turchia. “Sono tanti i fattori che penalizzano il mercato della moda”, aggiunge Sarti. “La situazione politico-economica generale e l’inflazione, in calo ma ancora significativa, sono pesi morti; ma il freno diretto di questi mesi è rappresentato dalle scorte eccessive accumulate dai brand e ancora immesse sul mercato. Questo fenomeno dà la misura delle difficoltà di previsione anche per chi ha un contatto più diretto con il mercato: un tema su cui bisogna lavorare molto, credo, utilizzando tutti gli strumenti messi a disposizione dalla tecnologia più avanzata”.

A Prato sono presenti 230 aziende produttrici di tessuti con oltre 4.500 dipendenti diretti.

Gli ultimi dati disponibili stimano che queste aziende abbiano un fatturato superiore ai 2 miliardi di euro: una parte consistente (circa il 70%) è riconducibile all’export, che nel 2022 è stato pari a 1,38 miliardi di euro (+20% sul 2021).

 
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