«In Puglia +11% in cinque anni» – .

«In Puglia +11% in cinque anni» – .
«In Puglia +11% in cinque anni» – .

Il riciclaggio di denaro sporco resta una delle principali attività delle organizzazioni criminali. E non è un caso che le operazioni finanziarie sospette che provengono principalmente dalle banche, e che spesso sono la copertura delle manovre di riciclaggio, siano concentrate nelle regioni più produttive del Paese, e quindi al Nord, o nelle aree del Sud più permeate dalla presenza mafiosa.

Lui riferisce

Il rapporto annuale predisposto dall’UIF, l’unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia, fornisce una panoramica del Paese. Un bilancio che chiude il cerchio sull’anno appena trascorso e presenta i dati statistici relativi alle azioni di contrasto al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo. La Puglia, nona in Italia, è tra le regioni in cui nel 2023 le segnalazioni di attività sospette (SOS) sono diminuite di più rispetto all’anno precedente: il 21,7% in meno (fa meglio solo il Molise che registra un -32%) rappresentato dal dato di 6.356 “segnalazioni” con un’incidenza del 4,2% sul totale. Nel 2022, infatti, lo sportello pugliese aveva raggiunto quota 8.115 SOS con un’incidenza del 5,2% sul totale. Il calo resta però solo un’eccezione isolata negli ultimi cinque anni: le segnalazioni sospette sono sempre aumentate negli ultimi anni, tanto che in Puglia il dato positivo del 2023 registra ancora un’impennata che si traduce in un +11,4% rispetto al 2019. Del resto, il dato di cinque anni fa rappresentava già un balzo in avanti: +10,6% rispetto al 2018. Nel 2023 le segnalazioni di operazioni sospette (SOS) ricevute dall’unità antiriciclaggio della Banca d’Italia sono state 150.418 in tutta Italia (-3,2% rispetto al 2022). Ma nonostante la riduzione dei flussi, la complessità delle segnalazioni continua a crescere. La distribuzione territoriale delle segnalazioni conferma una forte correlazione con la dimensione economica e sociale delle diverse regioni. Il primato assoluto spetta alla Lombardia (27.462 segnalazioni nel 2023 con un’incidenza del 18,3% sul totale), seguita da Lazio (15.872 e 10,6%) e Campania (15.903 e 10,5%). La Puglia è terza al Sud dopo la Campania (seconda a livello nazionale) e la Sicilia (ottava). Sul gradino successivo, al decimo, c’è la Calabria. Tra il podio e il Sud, per numero di transazioni finanziarie a rischio, c’è il blocco delle regioni del Nord, le più produttive del Paese, oltre alla Lombardia che guida la classifica. Nell’ordine, dal quarto al settimo posto, ci sono Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Toscana. L’UIF rappresenta l’intelligence della Banca d’Italia, una rete che coinvolge anche la Guardia di Finanza, la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo e la Dia. La missione della task force è quella di ricevere, acquisire e analizzare le informazioni relative ai flussi finanziari borderline, ovvero quelle che suggeriscono ipotesi di riciclaggio e finanziamento del terrorismo. Informazioni che giungono a destinazione tramite gli SOS, le segnalazioni che provengono da banche, uffici postali, istituti di moneta elettronica e Poste Italiane. Questa è la prima linea. Per il resto, ad attivare i campanelli d’allarme sono anche gli intermediari e gli operatori finanziari, le compagnie assicurative, i professionisti (soprattutto i notai), i revisori dei conti, i fornitori di servizi di gioco e, ovviamente, le pubbliche amministrazioni (che sono obbligate a comunicare le manovre ritenute sospette).
Sotto la lente d’ingrandimento ci sono le operazioni anomale che comportano l’impiego di denaro contante (depositi, accrediti, prelievi e addebiti), le operazioni con assegni, le operazioni sull’oro, l’acquisto e la vendita di titoli, l’erogazione o il rimborso di prestiti, l’emissione di bonifici bancari. Le operazioni anomale vengono poi radiografate dall’UIF, dalla Guardia di Finanza e dall’Antimafia.

2% del PIL

Il riciclaggio in Italia vale almeno l’1,5-2% del Pil: il “riciclaggio” di denaro sporco ammonta in media a 40 miliardi di euro. La stima è per il periodo 2018-2022, ma anche con il trend più aggiornato il valore non sembra variare. “Una dimensione significativa, che ci spinge ad aumentare l’impegno nelle attività di prevenzione”, ha commentato Enzo Serata, direttore dell’Unità di Informazione Finanziaria di Bankitalia, durante la presentazione del rapporto 2024. “In ambito fiscale – è l’allarme lanciato dal rapporto – è significativo il flusso di segnalazioni connesse alle politiche di sostegno all’economia e in particolare al PNRR”. C’è poi il crescente utilizzo di “strumenti FinTech volti a ostacolare la tracciabilità dei flussi finanziari; le frodi informatiche sono sempre più diffuse”. Le ispezioni UIF, raddoppiate rispetto all’anno precedente, hanno interessato anche “settori innovativi e ad alto rischio, come il crowdfunding, l’acquisto e la vendita di crediti d’imposta tramite piattaforme digitali e l’utilizzo di servizi IBAN virtuali”. Mentre “nell’acquisto di voucher per la distribuzione di moneta elettronica, nella ricarica di conti gioco e nell’erogazione di servizi in attività virtuali sono emersi rischi connessi alla mancata identificazione dei relativi acquirenti”. Un ulteriore allarme arriva anche dal monitoraggio dei trasferimenti esteri che “ha portato all’individuazione di flussi potenzialmente illeciti verso la Russia triangolati con Paesi terzi”. Nell’ambito dell’analisi strategica sono proseguiti gli approfondimenti sull’utilizzo di società “filtro”, che agevolano le cosiddette frodi carosello dell’Iva. Sono stati elaborati indicatori di irregolarità nell’utilizzo di fondi pubblici e definite misure di rischio per le gare, che hanno evidenziato una notevole eterogeneità del rischio corruzione tra territori e per dimensione della stazione appaltante.

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Quotidiano della Puglia

 
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