«Film Commission? Cinema vitale ma i “piccoli” spariranno». L’intervista – .

«Film Commission? Cinema vitale ma i “piccoli” spariranno». L’intervista – .
«Film Commission? Cinema vitale ma i “piccoli” spariranno». L’intervista – .

“I l cinema produce ricchezza e opportunità di lavoro, poiché esiste Commissione Cinema Puglia molti sono riusciti a fare film restando in Puglia». Ivan D’Ambrosio, presidente di Cna Cinema e audiovisivo Puglia, la prima associazione di categoria che riunisce le imprese dell’audiovisivo, che oggi alle 18 ha organizzato una tavola rotonda al Convitto Palmieri di Lecce a cui parteciperà l’assessore allo Sviluppo economico della Puglia, Alessandro Delli Noci.

D’Ambrosio, è in atto una forte bufera tra gli operatori, cosa sta succedendo nel settore audiovisivo pugliese che fino ad oggi ha rappresentato un fiore all’occhiello del territorio?

“Vorrei innanzitutto precisare che in Puglia, fino a 15 anni fa, salvo rare eccezioni tra cui le produzioni del grande maestro Nico Cirasola, il cinema era solo guardato. Eppure oggi è uno dei pochi settori in ambito culturale che incassa più soldi di quanti ne consumi. Le politiche adottate sul territorio hanno prima permesso al settore di germogliare e rafforzarsi tanto da attrarre nel tempo non solo le produzioni sostenute dall’Apulia Film Commission ma anche le grandi produzioni, che oggi vengono a girare in Puglia senza avere alcun contributo. L’ultimo esempio che ci riguarda è stato Stolen Girl, un film prodotto da Ilbe con Kate Beckinsale e Scott Eastwood in cui non si vede neanche un fotogramma della Puglia, eppure hanno girato qui e hanno scelto di farlo anche senza finanziamenti regionali perché ormai il capitale professionale che questa Regione ha creato è importante quanto i finanziamenti, e va tutelato e rispettato come il valore più grande”.

Quindi cosa c’è che non va?

“Il nostro ragionamento è che il cinema non può essere considerato solo cultura ma deve essere inserito in una prospettiva di sviluppo economico e di impresa. Ed è questa visione che la Regione, a nostro avviso, ha un po’ perso. Per questo siamo contenti che la Regione abbia finalmente un Assessore alla Cultura, con il quale speriamo di incontrarci presto per capire se, dal suo punto di vista, cinema e audiovisivo si confermano settori strategici per il settore culturale di questa regione. Abbiamo fortemente voluto fissare questo incontro a Lecce con l’Assessore Delli Noci per capire se le ricadute economiche di cinema e audiovisivo non meritino un’attenzione specifica anche da parte del suo Assessorato”.

In termini concreti, perché il settore sta soffrendo?

«Il problema da un punto di vista regionale è la mancanza di una visione d’insieme che esisteva nei primi anni delle politiche di settore, una visione che sappia mettere insieme produzione, distribuzione, esposizione, educazione del pubblico e dell’immagine, formazione e rete dei festival. Sosteniamo la necessità di un dialogo trasversale con la formazione della Regione Puglia e con le istituzioni che formano i talenti di domani, il nuovo Dams di Bari, le Accademie di Belle Arti, l’Accademia Cinematografica Enziteto e tutte le istituzioni che operano nel campo della formazione tecnica, perché spesso le opportunità di lavoro più concrete sono quelle legate a professioni estremamente tecniche. E poi c’è un problema ancora più serio che riguarda la programmazione: l’Assessorato alla Cultura e al Turismo, nonostante il nostro parere contrario, ha scelto di pubblicare il bando Film Fund con un’unica finestra a febbraio 2024, quindi tutti i produttori che normalmente si programmano scegliendo dove andare a girare dopo due anni di attesa (l’ultimo Bando è stato pubblicato a novembre 2021) si sono ritrovati a candidarsi a un bando con un periodo limitato, comunicato solo due mesi prima, che ha tagliato fuori molti soggetti o costretto molti altri ad accelerare i tempi penalizzando la qualità dei progetti. In questo momento la Puglia, che ha costruito la sua credibilità dal punto di vista cinematografico sulla trasparenza, sul rispetto dei tempi e sulla capacità di programmazione, sta invece mettendo in grande difficoltà le case di produzione”.

Cosa ti chiedono i produttori?

“I produttori, sia esteri che nazionali, ci chiedono se e quando ci saranno altre finestre e mentre parliamo stiamo sicuramente perdendo altre occasioni per portare risorse e opportunità di lavoro sul territorio. L’incapacità di programmazione sta diventando il problema principale di Afc, ma il motivo principale sembra essere la scarsa volontà della Regione Puglia di comprendere gli aspetti specifici che regolano il mondo del cinema e dell’audiovisivo. Quando il direttore dell’assessorato alla Cultura ci ha detto che la disponibilità massima era di 5 milioni, abbiamo suggerito come ultima spiaggia di pensare a due finestre da 2,5 milioni così da poterne aprire una nuova in autunno da comunicare già allora. Perché il cinema è soprattutto programmazione. Non siamo stati ascoltati e ora chiediamo la pubblicazione di una nuova finestra con nuovi fondi in autunno e la comunicazione di quali saranno i fondi e quante finestre già nel 2025”.

È vero che molte persone hanno ritardi nei rimborsi anche di anni?

«Purtroppo sì, ci sono ritardi enormi sia per quanto riguarda la comunicazione degli esiti sia per la gestione delle rendicontazioni. Il bando sviluppo pubblicato lo scorso ottobre ha visto la pubblicazione degli esiti a maggio. Il Film Fund che ha previsto 60 giorni per la pubblicazione della graduatoria è ancora in corso, e non ci sono notizie ufficiali su quando saranno pubblicati gli esiti. C’è chi dice a settembre. Se fosse vero, perderemmo tutti i progetti che si sono candidati con il programma di riprese di settembre o ottobre, e da quanto ne so sono parecchi. Terzo problema strutturale: i tempi lunghissimi dei controlli amministrativi sulle rendicontazioni. La verifica della congruità dei costi del vecchio FESR non è ancora intaccata dal cambio di rotta dell’attuale bando e tuttavia molte erogazioni sono ancora in stand by. Ci sono ritardi importanti che stanno mettendo in difficoltà economica molte produzioni, sia pugliesi che nazionali».

Allora cosa fai?

“A nostro avviso va ripristinata la comunione di intenti tra Regione Puglia e Apulia Film Commission e va avviata una nuova stagione di politiche sul territorio che valorizzi chi ha investito e continua a investire in Puglia. Va ripensata anche la dotazione di risorse umane da parte di AFC dedicate alle attività di inchiesta e di rendicontazione, oppure va definita una diversa organizzazione del lavoro, privilegiando sempre il confronto con i produttori per risolvere a monte le questioni su cui il meccanismo rischia di incepparsi. Riteniamo che la Regione, anche per una questione di coerenza politica, debba contrastare la tendenza del Governo ad applicare una sorta di selezione darwiniana in cui i piccoli spariscono. Anche perché la Puglia è caratterizzata da una grande quantità di realtà produttive medio-piccole che hanno contribuito in larga parte a creare il tessuto culturale su cui si fonda l’intero modello effervescente e creativo”.

Allora, forza piccolini!

“Forza ai piccoli, alle industrie culturali che devono tornare centrali e alle peculiarità di un territorio che produce cultura. Pensiamo ad esempio alla grande vocazione pugliese per il cinema documentario. Una realtà che ci rende unici e tuttavia ad esempio nei bandi di gara pugliesi il documentario non gode di alcuna tutela, nonostante tante nostre richieste in tal senso”.

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Quotidiano della Puglia

 
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