“Troppo sfruttamento nel settore agricolo” – .

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“Troppo sfruttamento nel settore agricolo” – .

Casa » Cronaca » Bianchini (Usb): “Troppo sfruttamento nel settore agricolo”

Un’enorme area grigia, non del tutto irregolare ma non con molte garanzie economiche e di sicurezza per i lavoratori agricoli della Tuscia – 9mila secondo i dati di due anni fa -. È il quadro che emerge da un colloquio che il Corriere avuto con Elisa Bianchini, sindacalista dell’Usb Viterbo. Finora, ci racconta, non sono previste iniziative simili a quella presa dalla Regione il 28 giugno, quando ha convocato un incontro con le istituzioni preposte alla lotta al caporalato dopo la morte di Satman Singh. Tuttavia si sta facendo pressione, anche con la manifestazione di sabato scorso, perché si arrivi a un confronto anche per la Tuscia.

Esiste il caporalato nella Tuscia?

“Sì, esiste. Nella città di Viterbo, la maggior parte del lavoro agricolo avviene attraverso lo sfruttamento dei lavoratori.”

Nel senso che sono costretti a lavorare illegalmente?

“È difficile trovare lavoratori completamente in nero. Ecco perché anche le forme di controllo sono complicate. Hanno tutti un contratto, ma sono contratti al minimo: sono marchiati a 102 giorni in due anni per ottenere la disoccupazione agricola. Ma d’estate, quando c’è più luce, lavorano dalla mattina alla sera tutti i giorni”.

I contratti sono validi per ottenere il permesso di soggiorno?

“Con il contratto possono chiedere il permesso di soggiorno, ma è un permesso precario perché sono lavoratori stagionali e lo chiedono per sei mesi o un anno”.

Insomma, non si tratta di lavoro nero, ma neanche regolare.

“È una zona grigia, la forma più subdola di sfruttamento. Perché se uno lavora in nero, quando fa causa è più facile provare la sua situazione, basta che qualcuno lo abbia visto lavorare nei campi almeno una volta. Con il lavoro nero, invece, devi provare che invece di lavorare a giorni alterni, lavori tutti i giorni, ed è più difficile fare causa, portare testimoni che lo dimostrino. Ed è per questo che quando la polizia o gli ispettori del lavoro vanno a fare i controlli, trovano contratti regolari, anche se sono mendaci.”

Andrea Tognotti

ARTICOLO COMPLETO DEL CORRIERE DI VITERBO DEL 2 LUGLIO – EDICOLA DIGITALE

 
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