“Porto entusiasmo e professionalità” – .

“Porto entusiasmo e professionalità” – .
“Porto entusiasmo e professionalità” – .

“Mi è sembrata la tenuta più adatta”. Inizia così Antonio Buscè a raccontare la decisione di dire sì al Rimini. Sarà la sua prima avventura tra i professionisti e la voglia di arrivarci il prima possibile si legge negli occhi del tecnico campano che i biancorossi hanno annunciato più di un mese fa. “Mi è sembrata la situazione giusta”, dice subito. “Ho trovato subito feeling con la dirigenza. La scintilla è stata immediata”. Non di padre in figlio, ma di figlio in padre. Perché Antonio non è il primo Buscè ad essere passato da Piazzale del Popolo. “Infatti conosco l’ambiente perché c’è stato mio figlio qualche anno fa”, ricorda. “Secondo me la società ha fatto un buon lavoro l’anno scorso e anche il mister, dopo un inizio un po’ così così, ha fatto delle grandi cose. Cerco di portare entusiasmo, che non deve mai mancare. Cerco di portare professionalità, cercando di sbagliare il meno possibile, perché non sbagliare mai non è possibile. Si può sbagliare, ma poi migliorare giorno dopo giorno”. Buscè predica la cultura del lavoro. “Quando vado in campo a lavorare vado a fare quello che mi piace fare. Anche quando giocavo già pensavo che un giorno sarei diventato allenatore. Voglio migliorare ogni giorno, essere quello che parla con il direttore, i giocatori, lo staff per capire dove migliorare, dove sbagliare meno, dove fare qualcosa in più. Sono un esordiente nella categoria. Mi sono fatto e ho guadagnato tutto da solo”.

In un mese, dal giorno del suo ingaggio, si è già seduto più volte con il direttore tecnico Di Battista e gli altri dirigenti del Rimini per tracciare la strada da seguire. “In questo mese – racconta – abbiamo visto la struttura dove andremo in ritiro. Devo guardare tante partite, essendo un esordiente, tanti giocatori e trovare un’idea che unisca un po’ tutti per trovare una quadratura della squadra. Tutto si fa cercando di fare le cose sbagliando il meno possibile”. Sugli obiettivi da raggiungere Buscè palleggia e anche sul mercato.

E anche su Morra e Lamesta… “La società non mi ha chiesto niente, la società voleva un allenatore con le mie caratteristiche, ma non è detto che devi inventarti la luna”, dice. Buscè si racconta dall’inizio. “Ho trascorso dieci anni nel settore giovanile dell’Empoli e ho attraversato tutto il percorso. È una cosa che mi è stata molto utile perché una cosa è quando giochi e un’altra quando fai altro. Ho avuto la fortuna di vedere maestri passati per l’Empoli, con una mentalità e una filosofia che hanno fatto la differenza. Avere la mentalità di migliorare non solo i giovani ma anche il ‘vecchio’ di 34 anni, di far crescere tutti, questo è il mio obiettivo. Amo parlare con i ragazzi perché prima di tutto sono esseri umani. L’aspetto umano è fondamentale, le motivazioni anche”.

 
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