Giuliano Almerigogna, historical music critic of the Messaggero Veneto, dies from Gorizia – .

Giuliano Almerigogna, historical music critic of the Messaggero Veneto, dies from Gorizia – .
Giuliano Almerigogna, historical music critic of the Messaggero Veneto, dies from Gorizia – .

GORIZIA. La musica, per lui, non era, non era mai stata solo una passione, solo un lavoro: per lui era un modo di essere, era vita. Giuliano Almerigogna, storico collaboratore e critico musicale del Messaggero Veneto, è morto domenica 30 giugno, a pochi giorni dal compimento dei 70 anni.

Una vera e propria enciclopedia sull’argomento – come molti lo ricordarono una volta appresa la notizia –, forgiata da anni di rubriche sulla carta stampata e negli anni di radio, nascosta dietro quell’aura di personaggio d’altri tempi, sempre col cappello e i capelli lunghi, che annuiva ogni volta che gli giungeva una canzone o una melodia.

***

“Che ci siano musica e canti davanti a voi. Gettate via tutti i vostri dolori e rivolgete la vostra anima alla gioia, finché non verrà il giorno in cui viaggeremo verso quella terra che ama il silenzio.”

Che il canto dell’arpista egiziana ti accompagni ora, amico di ieri, di oggi, di sempre, fratello in musica, compagno di mille battaglie giornalistiche per raccontare i concerti di ogni luogo. Più di 40 anni insieme sullo spartito della vita trascorsa nell’amata Gorizia, con la stessa età, con le stesse passioni: i dischi e i negozi che frequentavamo, la radio (ci siamo conosciuti 50 anni fa a Onda Est), i giornali, le tv musicali (quando c’erano quelle vere).

Caro Giuliano, quanti amici potrebbero raccontarti meglio di me: Mauro, Fulvio, Fabrizio, Vincenzo, Giancarlo, Glauco, Luca, Caterina, Andrea, Rita, Moreno, Toni, Paolo…. Sono tanti perché tutti ti abbiamo voluto bene, abbiamo amato il tuo modo gentile e riservato, la tua competenza musicale ineguagliabile ed enciclopedica (soprattutto nel jazz e nella musica italiana), la tua puntuale disponibilità, la precisione dei tuoi articoli (non ho mai toccato neanche una virgola). Non c’è organizzatore di festival, piccoli concerti o mega-eventi che non ti abbia incontrato, conosciuto e stimato.

Posso e devo raccontare – molto brevemente – il nostro lungo e fruttuoso cammino al Messaggero Veneto. In quasi 40 anni, mai una sovrapposizione, mai uno screzio o un’invidia, mai una discussione sull’assegnazione dei servizi, mai un pezzo buttato via, amico mio. E tante occasioni per stare insieme: in viaggio per i concerti, ma anche in redazione a Gorizia e Udine, nella nostra famosa giuria per il festival di Sanremo (la nostra è sicuramente migliore), negli incontri con centinaia e centinaia di artisti. Memorabile quando arrivasti con Rita e gli amici Nomadi: il caporedattore, emiliano, ne riconobbe solo uno e indicò te!

Hai raccontato e aiutato tutti: Folkest e Folk Club, Canzoni di Confine, Gorizia Jazz e Udine Jazz, gli amici fraterni di Controtempo, solo per citarne alcuni. Nel nostro lavoro la tua vista non ti ha permesso di usare il computer (unica battaglia che ho perso con te), né di guidare la macchina, così centinaia di volte ti ho visto arrivare in redazione con mamma Marina o papà Paolo, o con Mauro o con Fulvio. Sempre felice, con l’eterno e orgoglioso berretto e lo zaino affollato di block notes e penne a sfera, pronto per un’altra giornata di musica da raccontare.

La vita ci ha portato altrove e quei giorni insieme sono lontani, le (memorabili) dirette dei concerti non si fanno più, le recensioni non si fanno più. Sono cambiati i giornali, è cambiato il mondo, ma la musica resterà per sempre nei nostri cuori, come te. Ovunque tu sia, la Musica ti è grata, noi ti siamo grati, Giuliano, amico di tutti.

 
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