La Virgin Orbit di Richard Branson fallisce ma lo spazioporto di Grottaglie non affonda – .

La Virgin Orbit di Richard Branson fallisce ma lo spazioporto di Grottaglie non affonda – .
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Il fallimento dell’azienda americana Orbita vergine Di Riccardo Branson non farlo saltare in aria spazioporto Di Grottagliené la possibilità di effettuare in futuro voli suborbitali dall’aeroporto. È il messaggio che arriva dai circoli diEnacl’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, impegnato insieme ad Aeroporti di Puglia, Regione Puglia e altri soggetti, nel progetto dello spazioporto. A metà febbraio Virgin Orbit aveva presentato a una delegazione italiana, che comprendeva anche Aeroporti di Puglia e Arti Puglia, i possibili scenari operativi relativi al lancio di satelliti dallo spazioporto di Grottaglie utilizzando il sistema Cosmic Girl/Launcher One. Questo è il sistema che fornisce il velivolo Cosmic Girl dotato di un razzo a due stadi, Launcher One, nascosto sotto la sua ala. Poi, nelle settimane successive, il default della società.

Nessuna crepa, invece, per Virgin Galactic, altra compagnia di Branson, che è tornata a volare e punta ad aprire il mercato dei voli suborbitali ai turisti spaziali. «Non c’è solo Virgin Orbit – sottolinea ENAC -, ce ne sono tante altre. Il fallimento di questa azienda di Branson è avvenuto e da noi ha assunto rilievo, rapportandolo al futuro dello spazioporto, per via dell’accordo stipulato nel 2018 con il gruppo pugliese Sitael di Vito Pertosa per il lancio di satelliti da Grottaglie. L’amministratore delegato di Sitael, Chiara Pertosa, ha infatti dichiarato che il crack di Virgin Orbit ha comportato per loro una perdita di 800.000 dollari». «Invece – si afferma negli ambienti Enac – il discorso in campo è diverso. È istituzionale e sta con l’autorità americana, direttamente con il governo degli Stati Uniti.

Cosa succede

Questo discorso ha passaggi obbligati. Il primo, essenziale, è definire il trattato tra Italia e Stati Uniti che si chiama TSA». Tsa sta per Technical and Security Agreement e il Ministro delle Imprese, Adolfo Urso, che nei giorni scorsi è stato in missione negli USA, incontrando Chirag Parikh, segretario esecutivo del Consiglio Nazionale dello Spazio, in un incontro bilaterale volto a rafforzare le sinergie tra Italia e Stati Uniti nel settore spaziale, ha dichiarato che «a livello governativo abbiamo avviato trattative per una Tsa. Ci auguriamo di concluderlo in tempi brevi anche in ottica di reciprocità con gli USA. Nello spazio – ha detto il ministro – si giocano le sfide globali. L’Italia investe molto nello spazio. In ESA (l’Agenzia Spaziale Europea – ndr) siamo il secondo contributore e il sesto al mondo per rapporto investimenti tra spazio e PIL. Anche in virtù del nostro impegno nel settore, abbiamo già numerose collaborazioni con gli Stati Uniti». «Il vice capo di gabinetto dell’aviazione civile – annunciano gli ambienti dell’Enac – è stato delegato dal ministro Urso a gestire questo trattato con gli americani. Prima di poter iniziare, è chiaro che è necessario stipulare questo trattato in base alla disponibilità delle tecnologie americane. E il prossimo anno, con il vertice del G7 in Puglia, come annunciato dal premier Giorgia Meloni, prevedibilmente decollerà anche il progetto dello spazioporto» aggiunge.

Per questa infrastruttura, l’unica autorizzata in Italia, a metà dicembre è stato assegnato l’incarico per la progettazione delle opere del primo lotto. Il vincitore è stato il Temporary Design Group (Rtp in acronimo) composto da AdR (Aeroporti di Roma) Engineering, Rina spa, Proger spa e l’architetto Benedetto Camerana. La gara era basata su 1,6 milioni di euro e il soggetto vincitore se l’è aggiudicata con uno sconto di circa il 30%. Le opere del primo lotto valgono circa 40 milioni. Sono coperti da uno stanziamento di 50 milioni preventivato per il 2023 da ENAC. L’intera opera è valutata in circa 120 milioni, la cui individuazione si vedrà in seguito tra intervento della Regione e fondi europei. Il primo lotto comprende i piazzali delle infrastrutture, un hangar di 16mila metri quadri per ricovero, montaggio e manutenzione impianti mezzi, un terminal dedicato, un deposito carburanti e servizi complementari tra cui un edificio multifunzionale per incubatore di imprese e formazione. La previsione è di iniziare i cantieri nel 2024. A Grottaglie, sottolineano ambienti Enac, «stanno succedendo tante cose, in silenzio ma stanno succedendo. C’è movimento. Air Dolomiti, che ora dovrebbe crescere, potrebbe probabilmente insediarsi a Grottaglie». Air Dolomiti, qualora il progetto dovesse decollare, è la compagnia italiana di Lufthansa con sede a Villafranca di Verona e hub a Monaco di Baviera. Opera voli per la Germania ed è presente in Puglia presso l’aeroporto di Bari. Da fine marzo Air Dolomiti ha incrementato l’operatività sulla rotta Bari-Monaco di Baviera da 5 a 21 voli settimanali, sempre a fini turistici verso la Puglia, ma per l’operativo 2023-2024, si legge sui siti specializzati, la compagnia si è ridimensionata Italia. È stato infatti ridotto il numero dei voli da Francoforte a Firenze, Pisa, Torino e Verona, mentre i collegamenti da Monaco a Bari passano da 154 a 147.

 
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