Zarrillo, ‘Cinque Giorni’ ha compiuto trent’anni – .

CREMA – La festa per i 30 anni di Cinque Giorni, canzone che lo ha consacrato interprete della musica italiana, è iniziata ieri a Crema, con la data zero del nuovo tour di Michele Zarrillo. Da bravo festeggiato, ha tardato ad arrivare (lo spettacolo è iniziato intorno alle 21.30), così come la canzone stessa, che ha chiuso la scaletta, tra gli applausi del pubblico. Ma prima di arrivarci, tanti altri successi in sequenza: aprire, Domani e Unici al mondo. Ancora romanticismo al pianoforte e non solo, con The Acrobat, Hands in Hands, Love Wants Love, The Last Film Together.

Canzoni sanremesi e, nell’immaginario, la figura di Zarrillo. Polistrumentista, propone sonorità anche diverse, sia con la chitarra classica che elettrica. Più sudamericane le atmosfere di Tutta la vita che c’e, per poi tuffarsi nuovamente nella delicatezza di Ragazza d’Argento, Una Rosa Blu e La Notte dei pensiero, che gli sono valsi la vittoria tra le nuove proposte al loro debutto. Non sono mancate parentesi più rock elettronico negli arrangiamenti, supportati sia dagli strumenti che dall’impianto luci. Solo assaggi di alcune canzoni: Toccarti nell’anima, parallelo, Dolce incanto, Malinconica solitudine, Solo amici, Su quel pianeta libero, Per chi sa scegliere.

Un modo per dare maggiore respiro al pubblico e la possibilità di accompagnare con canti e applausi le canzoni che hanno segnato come pietre miliari la carriera di Zarrillo. Non è un caso che chiudano Nell’estasi o nel fango, L’elefante e la farfalla e Cinque Giorni, incastonati tra medley di varie sfumature e il bis acustico, sempre con Cinque Giorni e L’Alfabeto degli Amanti. Il pubblico è entusiasta, compreso chi lo segue da tempo e chi lo ha scoperto o riscoperto. Cinque musicisti sul palco con Zarrillo, che ha magistralmente interpretato versioni rinnovate e interessanti dei brani: Roberto Guarino (alle chitarre), Andrea Valentini (sempre alle chitarre), Andrea Rongioletti (sulle tastiere), Danilo Fiorucci (al basso), Pino Vecchioni (alla batteria).

«Cinque giorni in cui ti ho perso, sono cadute mille lacrime. Amore mio, come mi rassegnerò a vivere se io, che ti amo, ti prego, aiutami a distruggerti», canta da trent’anni nel suo pezzo iconico Zarrillo, con la stessa voce intensa e passione di allora. Interpreta una canzone melodica e romantica, che rimane fedele a se stessa. «Soprattutto resta nel tempo», come Zarrillo ama orgogliosamente ricordare e cantare.

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