DAEVAR, LA PIUMA, AMICI DELL’INFERNO

Primo calderone doom di questo 2024, che in realtà ha già messo a segno alcuni buoni colpi ma soprattutto ne attende altri, annunciati, da attendere con ragionevole trepidazione. Oggi, due nostre recenti conoscenze e un ritorno di veterani di un’onda stoner europea che rispose più di vent’anni fa all’esplosione del tour in America. Tre piacevoli ascolti, tre dischi che forse non meritano particolare attenzione. Non certo un’infamia, anzi. Signori, ecco i nuovi album di Daevar, The Quill e Friends of Hell.

Aspettavo, non dico con ansia, ok, ma con un po’ di aspettativa per i tedeschi DAEVAR, dopo il più che buono EP di debutto. Filone quello dei discepoli del Windhandinsomma lo stesso territorio dei nostri Infestato (a proposito, pronti per il nuovo album in uscita a breve?). Aspettative in parte disattese da questo album di debutto, Occhi d’ambraanche se si presenta in bella veste: una magnifica copertina orientalista (come quella di Vicino, NO?). Il contenuto non emana così tanto mistero. In effetti, sembra sedersi comodamente su una formula ripetitiva, tra doom femminile, grunge e dream pop. Lo stile si presta a sviluppi interessanti, moltissimo. Solo che Daevar non sembra aver fatto il passo necessario tra EP e album. Resta un ascolto più che piacevole Occhi d’ambra. Giocando molto con l’atmosfera i tre germanici riescono a liberare il necessario strato onirico. Riff e canzoni sono ancora un po’ indietro, per ora. C’è margine di miglioramento, ma quello che c’è è sufficiente per mantenere l’attenzione sui Daevar, in attesa di sviluppi futuri.

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Ritorno anche per i veterani svedesi LA PIUMA, che anche se sembrano collocarsi nell’esatto baricentro tra doom, stoner e hard rock anni ’70, sono in realtà un po’ più sbilanciati in direzione di quest’ultimo. Veterani e onesti manieristi. Ruota dell’illusione è un buon album con stile, con buoni riff e canzoni piacevoli, tra Led Sabbath e Black Zeppelin. Non ci sono guizzi particolari, il suono non è pesante, non esattamente retrò ma nemmeno modernissimo, né la chitarra né la voce offrono solismi straripanti o esecuzioni di particolare personalità. Ruota dell’illusione è il disco medio per eccellenza. Non vuoi smettere di ascoltare, né vuoi ricominciare ad ascoltare una volta finito. Lo ammetto, tendo a preferire dischi chiaramente più piccoli, ma con maggiore carattere, ai dischi medi. Ma se da un lato questa mediocrità è una conseguenza del non essere musicisti di particolare genio o talento, dall’altro è il risultato di un lavoro consapevole e di buon livello sulla produzione, sul suono, sulla scelta delle ispirazioni e sulla loro trascrizione in forma di canzone. E non penso valga la pena incolpare The Quill per questo. Tuttavia, se sei un completista di certi suoni, il disco merita qualche viaggio nell’autoradio.

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E anche quelle belle persone sono tornate AMICI DELL’INFERNOdi cui invece avevamo parlato Qui. Solo che restano due di quella formazione, il cipriota Tasos Danazoglou alla batteria (Mago elettrico) e il finlandese Taneli Jarva al basso (Condannato, Nazareno impalato), attraverso una leggenda come Albert Witchfinder che diede una forte impronta alla musica del gruppo. Non so perché. All’interno invece, alla chitarra e in quota cipriota, Nikolas Moutafis (Marcia per morire E Sciabolato solitario) e soprattutto altri due pezzi di rilevanza internazionale: dal Brasile Beelzeebubth di Mistificatore dall’altro chitarra e voce gli svedesi Hellbutcher dei Nifelheim. Ovviamente la musica cambia, tu cosa fai? Reverendo Bizzarro ora deve un po’ meno. Il doom originale si mescola sia con l’epic metal che con il vecchio metal anni ’80, quello sporco che resiste alle classificazioni. Sulla carta va bene. In realtà ti dirò che l’album è bello ma non ha troppa personalità. Adoriamo i Goat, facciamo bene alcuni ritornelli e ci sono dei buoni pezzi. L’album è un piacere da ascoltare. È intitolato Dio ti ha condannato all’inferno e Rise Above lo pubblica, quindi la quantità di vecchie glorie coinvolte è notevole. Copertina sobria, video con Edwige Fenech. Penso che oggi mi sono svegliato particolarmente esigente e rompiscatole. E penso che questo disco di Friends of Hell potrebbe invece dimostrarsi tale piacere colpevole dell’anno. (Lorenzo Centini)

 
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