ELETTRA STORM – Nuova luce nel power metal melodico – .

ELETTRA STORM – Nuova luce nel power metal melodico – .
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Questi primi mesi del 2024 – per quanto riguarda le sonorità melodic power metal – non solo hanno riportato in auge alcuni big come Sonata Arctica, Dragonforce, Myrath e via dicendo, ma hanno anche sorpreso con alcune new entry, in particolare con le italiane Elettra Storm, il cui esordio “Powerlords” riesce ad illuminarsi cavalcando sonorità che andavano di moda un paio di decenni fa ma rivisitate in chiave attuale.
Un album sincero, nato da una realtà esordiente arrivata da Trieste, in un mix che ci affascina sempre: per questo non abbiamo esitato un attimo a contattare il mastermind e tastierista Davide Sportiello, musicista attivo sulle scene da diverso tempo. con gli affermati SinHeresy, per andare a fondo di tutto ciò che ha dato vita a questa nuova band e a questo interessante album di debutto.

CIAO DAVIDE. PUOI SPIEGARCI PRIMA COME È NATA ELETTRA STORM E COME È STATO SCELTO IL MONIKER DELLA BAND?
– Ciao a tutti! Gli Elettra Storm sono nati durante la pandemia: lo stop forzato delle attività con i SinHeresy mi ha dato il tempo di lavorare su questa idea che tenevo nel cassetto da tempo. In quel periodo ho raccolto vecchio materiale e ne ho riscritto, ho cercato musicisti e ho presentato il progetto alla Scarlet Records; poi da lì è nato tutto.
Per il nome della band volevamo qualcosa che unisse l’energia del power metal con un riferimento alla mitologia classica, da qui la scelta del mito di Elettra. La tempesta simboleggia la furia della sua vendetta e allo stesso tempo la forza della nostra musica.

SEI UNO DEI MEMBRI STORICI DEI SINHERESY, DOVE SUONI BASSO E TASTIERE. QUANTO TEMPO TI È SERVITO QUESTA TUA PIÙ DI DECENNIO DI ESPERIENZA PER ESSERE IMMEDIATAMENTE PREPARATO E PRONTO CON QUESTA NUOVA AVVENTURA?
– Sicuramente dopo tutti questi anni passati a frequentare il mondo hard’n’heavy avevo le idee molto chiare su cosa servisse per fondare una nuova band, in un mercato che ha ormai da tempo superato il limite della saturazione, con un’offerta che supera drasticamente la domanda.
Con SinHeresy siamo cresciuti insieme, sia artisticamente che personalmente. Avevamo poco più di vent’anni quando abbiamo iniziato, e il mondo della musica era molto diverso: per esempio, non c’erano ancora le piattaforme di streaming o l’odierna pervasività dei social media. Abbiamo dovuto fare tutto da soli, commettendo molti errori e imparando gradualmente dai nostri errori.
Elettra Storm, invece, è la fascia della ‘maturità’, in cui cerco di mettere in pratica tutto quello che ho imparato negli anni, anche se credo che le lezioni non finiscano mai.

“POWERLORDS” È UN LAVORO MOLTO PIÙ POTENTE DI QUELLO CHE ABBIAMO SENTITO CON I SINHERESY. PERSONALMENTE HO TROVATO MOLTI COLLEGAMENTI CON IL POPOLO SPAGNOLO DARK MOOR. QUALI ERANO I TUOI OBIETTIVI PER IL SUONO CHE LA BAND DEVE SEGUIRE E QUALI SONO state, IN TERMINI DI NOMI, LE TUE PRINCIPALI INFLUENZE?
– “Powerlords” è senza dubbio un album di genere. L’obiettivo che mi ero prefissato era portare i suoni, lo stile e i temi del power metal di inizio millennio, il genere con cui sono cresciuto da bambino, nel 2024; ovviamente il mio non voleva essere un mero omaggio e fare leva solo sull’effetto nostalgia, ma una rielaborazione in chiave contemporanea.
Quindi come influenze, oltre a citare Stratovarius, Sonata Arctica, Rhapsody Of Fire, e sì, anche i Dark Moor (band che ho sempre apprezzato), direi che il riferimento principale, al momento, sono gli Unleash The Archers.

CI AVETE GIÀ ACCENNATO CHE MOLTE DELLE CANZONI PRESENTI IN QUESTO DEBUTTO SONO FRUTTO DI IDEE NATE TANTO TEMPO FA. SI TRATTA DI MELODIE VOCALI, RIFF DI CHITARRA O COSA? COME CREANO LE VOSTRE COMPOSIZIONI?
– Sì, questo album è il risultato del mix di vecchie idee non utilizzate con i SinHeresy, proprio perché lontane dal nostro sound attuale, con altre buttate giù durante gli interminabili giorni di lockdown. Non ho uno schema preciso quando si tratta di scrivere canzoni, di solito ruota attorno ad un’idea iniziale che può essere una linea vocale, un giro di tastiera o qualcos’altro e costruisco la canzone attorno a quella partendo da quella. Sono molto selettivo, soprattutto per quanto riguarda l’ispirazione originale, se non trovo che abbia subito successo passo avanti.
L’arrangiamento invece è la parte che mi viene più facile, anche grazie all’esperienza maturata con le altre mie band, SinHeresy e SilentLie.

HAI IMMEDIATAMENTE PENSATO A QUESTO PROGETTO COME UNA BAND CANTATA DA UNA VOCE FEMMINILE PREDOMINANTE O AVETE ANCHE LA POSSIBILITÀ DI UTILIZZARE UN SOLO CANTANTE MASCHILE?
– È una domanda che mi sono posto anch’io e non avendo trovato una risposta ho optato per entrambe (risate, ndr)…scherzi a parte, volevo qualcuno che potesse entrare nel genere, indipendentemente se maschio o femmina, se affermato o esordiente; in effetti, ho guardato molti cantanti di entrambi i sessi prima di imbattermi in Crystal. Molto importante è anche il contributo di Francis come seconda voce maschile, sia nelle armonie che nelle parti solistiche. Le loro voci lavorano molto bene insieme e danno alle canzoni una portata ancora più ampia.

INOLTRE, LA VOCE DI CRYSTAL EMILIANI È UNO DEI VOSTRI PUNTI DI FORZA! COME L’HAI CONOSCIUTA E QUANTO SONO STATE PERSONALIZZATE E ADATTATE LE CANZONI CON LEI ALLA VOCE?
– L’ho conosciuta grazie al grande demone dei nostri tempi: internet! YouTube e simili sono una grandissima vetrina: se qualcuno sa usare queste piattaforme e ha il talento dalla sua parte ormai può farsi notare a tutti i livelli, Diana of Delain ne è un esempio recente.
Un paio di anni fa ho visto e sentito alcune cover dei Crystal e l’ho contattata quasi subito, anche se non aveva molta esperienza precedente con il power metal. Ha fatto un ottimo lavoro di studio e ricerca per trovare un suo modo di interpretare le sue canzoni, e credo che il risultato che potete ascoltare nell’album sia ottimo sotto ogni punto di vista.

SEI ORIGINE DI TRIESTE, CITTÀ DALLA RICCA CULTURA PER I GENERI ROCK E METAL E DOVE VENGONO ORGANIZZATI ALCUNI CONCERTI, HAI RADIO MOLTO INTERESSANTI E QUI. COS’ALTRO PUOI DIRCI DELLA TUA CITTÀ IN TERMINI DI MUSICA?
– Per quanto mi riguarda Trieste è una croce e una delizia dal punto di vista musicale: è una città piccola, la scena c’è e si conoscono quasi tutti, ma è anche molto divisa. Ci frammentiamo in tante piccole associazioni che curano il proprio orticello sotterraneo invece di costruire massa critica e cercare di creare qualcosa di più ambizioso. Qualcuno ci prova, ma deve scontrarsi con rivalità, burocrazia, mancanza di spazi adeguati, cose che purtroppo accomunano tutta l’Italia.
Il potenziale però c’è, penso ai due spettacolari concerti degli Iron Maiden nella piazza principale della città qualche anno fa o anche solo alle volte che io e i SinHeresy suonavamo nei festival estivi del comune: c’erano sempre tantissima la gente, sia turisti locali, che si sono fermati a guardare ed hanno apprezzato lo spettacolo, a dimostrazione che non è vero, come dicono alcuni, che il metal si dovrebbe suonare solo negli scantinati.

TI SEI CONCENTRATO SU UN PAIO DI VIDEOCLIP MOLTO PROFESSIONALI. QUANTO È IMPORTANTE APPARIRE E FARSI CONOSCERE ATTRAVERSO QUESTI MEZZI ATTRAVERSO I CANALI PIÙ POPOLARI COME YOUTUBE E POI FACEBOOK E INSTAGRAM?
– Assolutamente fondamentale, le persone ormai sono sui social più che in ogni altro luogo fisico durante la giornata, quindi anche la musica deve esserci, che piaccia o no.
Al giorno d’oggi al fan non basta più il prodotto, vuole avere un rapporto con l’artista, un confronto continuo, sentirsi parte di una comunità. Il lavoro del musicista non può più limitarsi ad andare in studio, registrare e poi consegnare il tutto all’editore per la promozione. devi esporti in modo personale e trasmettere la tua musica, che deve restare protagonista, con la giusta immagine.
Tuttavia, spesso andiamo troppo oltre e la musica diventa solo un accessorio rispetto al lato visivo. Esistono diversi esempi di questo tipo che hanno anche un buon successo commerciale, ma che personalmente trovo vuoti e senz’anima.

SIETE UNA BAND GIOVANE CHE HA BISOGNO DI VISIBILITÀ PER CRESCERE; QUALI SARANNO I TUOI PROSSIMI PASSI PER PORTARE IN ALTO IL TUO NOME?
– Per prima cosa proveremo a spingere “Powerlords” online il più possibile, forse pubblicheremo uno o due altri videoclip e altro materiale per cercare di ampliare la base di fan. Per quanto riguarda l’aspetto live, abbiamo avuto ottimi riscontri durante il nostro release party a Monfalcone del 3 febbraio e quindi cercheremo di cogliere ogni occasione possibile anche da questo aspetto, pur consapevoli che la concorrenza è molto alta e non ci sono molte occasioni meritevoli. .

ORA CHE IL DEBUTTO HA VISTO LA LUCE, AVETE GIÀ QUALCHE IDEA PRONTA PER IL SEGUITO?
– Sì, sto già lavorando al secondo album, anche se essendo appena diventato papà dovrò necessariamente rivedere l’organizzazione delle mie giornate (risate, ndr). Per qualsiasi band, però, una buona continuità di uscite è essenziale, indipendentemente dalla fase della carriera in cui si trova. Non so dove ho letto che le piattaforme di streaming sono arrivate al punto di caricare centoventimila nuove canzoni al giorno. giorno! Se non vuoi rimanere una goccia nell’oceano, è fondamentale nutrire il tuo laghetto con costanza e dedizione.

 
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