ATTACCANTE – La Particella Divina – .

ATTACCANTE – La Particella Divina – .
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votazione
6.5

  • Bande:
    ATTACCANTE
  • Durata: 00:33:37
  • Disponibile dal: 04/12/2024
  • Etichetta:
  • Musica Cruz Del Sur

Streaming non ancora disponibile

Tra i gruppi che hanno gettato le basi del metal statunitense negli anni ’80 bisogna sicuramente citare anche gli Attacker, che grazie a due album come “Battle At Helm’s Deep” (1985) e “The Second Coming” (1988) sono giustamente considerati tra i grandi nomi della scena.
La rapida scomparsa e poi, come accaduto a tanti altri colleghi, la rinascita avvenuta negli anni 2000, ha visto il susseguirsi di diversi dischi interessanti sempre ben intrisi di fumante carica metallica, a partire dal buon “Soul Taker” del 2004 fino al ultimo “Sins Of The World” di otto anni fa.
Sotto l’attenzione della nostrana Cruz Del Sur – autentica sicurezza del settore – la band americana torna con un nuovo album intitolato “The God Particle” e otto brani pronti a infiammare lo stereo e a rendere omaggio ai quarant’anni della formazione. carriera, onorando così anche la scomparsa dei membri storici Jim Mooney (chitarra) e John Leone (voce).
Poco più di trenta minuti durante i quali il gruppo newyorkese capitanato dal batterista e leader Mike Sabatini, unico membro storico rimasto, è pronto a scatenare l’inferno con brani che si muovono tra l’heavy metal di scuola americana e un tocco di speed e thrash, tra riff aggressivi e il canto grintoso, ruvido e tagliente di Bobby Lucas, che non ci fa rimpiangere troppo i suoi predecessori in un ruolo che ha visto il susseguirsi di cantanti nel corso degli anni; insomma, le caratteristiche che da sempre accompagnano la band sono riprodotte fedelmente in queste otto nuove composizioni.
La fragorosa apertura “Knights Of Terror” scorre con vigore, ma è l’impatto devastante di “Curse Of Creation” a catturare l’attenzione; degno di nota il lavoro chitarristico, con la coppia Mike Benetatos e Jon Hasselbrink capace di creare trame interessanti, sempre ben supportate dal basso preciso di Brian Smith, con più di una strizzata d’occhio qua e là ai grandi Vicious Rumors.
Invece il potente “Stigmatized” corre senza sosta, lasciando dietro di sé solo terra bruciata e scatenando furiosi headbanging: certo senza alcun segno di innovazione ma con un’energia invidiabile!
Eppure, se l’inizio lascia ben sperare, l’euforia potrebbe subire un netto calo man mano che l’ascolto va avanti: l’aggressività degli Ours non cala mai di un millimetro, ma pezzi come “River Of Souls” e “Kingdom Of Iron” mostrano ben pochi spunti. , e anche le linee vocali cantate da Bobby Lucas non hanno l’impatto che vorremmo. L’assolo fumante di quest’ultimo pezzo corre veloce come un’auto sulle piste di Formula 1, ma non basta a farne lievitare le quotazioni, e anche i riff sfrenati della successiva “World In Flames”, tutto sommato, non hanno la presa necessaria per penetrare sotto la pelle.
Nel finale, “The Mighty Have Fallen” dimostra come si possa costruire un pezzo di grande coinvolgimento senza perdere potenza, non necessariamente correndo sempre a cento miglia orarie ma dosando meglio i ritmi e curando in modo più efficace le linee vocali, tra cori e alcune note acute.
Gli Assalitori non conoscono mezze misure e per trenta minuti dispensano impetuosi metalli ad alta velocità senza darsi un attimo di respiro, ma non sempre riescono a mantenere il controllo della propria vettura, che a tratti sembra perdersi un po’ tra le strade tortuose .
Ma quarant’anni di carriera e i tanti cambi di formazione non hanno certo intaccato l’energia sonora e l’atteggiamento della band, che ritorna con un album heavy metal americano onesto e graffiante, forse solo un po’ troppo lineare e scontato.

 
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