votazione
7.0
- Bande:
ACHELO - Durata: 00:44:49
- Disponibile dal: 22/03/2024
- Etichetta:
-
Nessun record di rimorso
Gli Acheloo arrivano a tre e, come vuole la legge dei grandi numeri, si posizionano davanti alla fatidica battuta: ci sono gli elementi tecnici e creativi per andare oltre l’ostacolo, o, invece, il famoso salto di qualità è rinviato a data da destinarsi? Ascoltando “Tower Of High Sorcery”, terzo album della band di Atene, la risposta è rimasta altalenante per alcuni tratti ma, giunti alla fine di “When The Angels Bleed”, ci è sembrato di dare fiducia al quintetto ellenico, bravo a confezionare un nuovo album dove epica e potenza vanno costantemente di pari passo, pur presentando – è importante sottolinearlo – alcune situazioni più ostili e meno fluide.
Un’opera che forse paga il suo prezzo in termini di solidità rispetto al precedente “The Icewind Chronicles”, ma che invece lo supera in termini di versatilità: i nove brani di “Tower Of High Sorcery” spaziano infatti tra roboanti e rocciosi assalti ( l’opener “Dragon Wings” e “Into The Shadows”), sul filone degli intrecci in stile Domine, storie poetiche, dalle tinte folcloristiche e arabesche (“Istar (Blood Red Sea)”) fino a veri e propri inni dal superbo tono epico come il già citato “When The Angels Bleed”.
A guidare la truppa in questo nuovo viaggio all’interno dell’universo immaginario di Dragonlance (la cui ambientazione ha fornito ispirazione per la creazione del celebre gioco di ruolo “Dungeons & Dragons”), c’è ancora una volta il genio Chris Achelous, ora fisso al basso dopo aver ricoperto praticamente tutti i ruoli, e il cantante Chris Kappas la cui prestazione, tutto sommato positiva, si distingue (e questo è un punto da rivedere in futuro) per un timbro a volte poco armonico, andando così ad appiattire quelli momenti chiave che avrebbero meritato maggiore risalto (ascoltate ad esempio “The Oath” e la title track).
Da qui, come già accaduto in passato, il prezioso aiuto dei vari ospiti: in primis Harry ‘The Tyrant’ Conklin, voce storica dei Jag Panzer, presente nell’aggressivo “Into The Shadows”, poi Anastasia Megalokonomou, perfetta nel addolcendo canzoni come “Pagan Fire”, oltre a introdurre il lavoro all’ascoltatore nell’intro “Whispering Forest”.
Due collaborazioni rivitalizzanti, capaci di premiare una proposta globale, forse non così innovativa all’interno del vasto mondo dell’epica/power, ma che riesce comunque a ritagliarsi uno spazio di singolarità, proprio per la sua affascinante veste narrativa capace di dare ad Achelous un’essenza essenzialmente abilità vincente.