Neffa e Fabri Fibra sganciano la bomba anni ’90, e il soul torna nell’hip hop grazie a Fogliemorte – MOW – .

Neffa e Fabri Fibra sganciano la bomba anni ’90, e il soul torna nell’hip hop grazie a Fogliemorte – MOW – .
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Nessun revival, solo la voglia di fare hip hop old school con uno stile che ha scolpito un intero genere. “FoglieMorte” è una malinconia matura senza tracce di trappola. Saldo nelle mani di due figure chiave della scena. Il loro primo vero incontro 22 anni fa, quando Neffa firmò le basi dell’album d’esordio di Fabri Fibra. Allora erano “folle giovanili”. Oggi, dentro questo successo, ci sono rimpianti da adulti…

“Foglie morte” nato per spaccare e spaccare. Tre minuti in cui l’hip hop vecchia scuola riabbraccia soul e malinconia. Affinché questa frase di apertura abbia un senso, basta dare un’occhiata alle due firme della canzone: Neffa (con i Sangue misto nel DNA) e Fabri Fibra. “Forse ti ho pensato senza avere le risposte/Camminare su un sentiero fatto di foglie morte”, recita la melodia. C’è la Neffa di ieri e quella di oggi, in questo nuovo pezzo. Rap vellutato come ha sempre fatto, ma non rinuncia a un tocco melodico intriso di nostalgia e rimpianti (“Dietro gli angoli della mia mente vai / Senza illudermi che questa volta tornerai”). Tre minuti di pezzo, ma il brano è “a fuoco lento”, cresce ad ogni ascolto, si insinua, si batte colpiscono e massaggiano, la canzone cattura anche l’attenzione di chi spesso tende a dirigere questa attenzione, a testa bassa e con passo veloce, verso uno schermo illuminato.

E Fibra? Entra, recita la parte di lui, incalzante, anche lui ben in sintonia con il mood sconfitto del pezzo. E colloca il suo dubbio esistenzialismo dedicato a un passato destinato a essere eternamente gravoso: “Ora mi chiedo se sono mai stato vero/O se facessi finta di combattere la noia.” Versi maturi, ritmi maturi, spettro artistico chiaro. Tutto corretto, giusto investire nell’hip hop degli altri responsabilità oltre a quelli già adeguatamente intrappolati da anni. Merda, qui non stiamo parlando di “contanti”! Possibile? Un errore di battitura, forse? Non si parla di dover “girare la giornata”, c’è il rap e non il parlato, c’è una narrazione forte seppur sintetica. C’è un pezzo di vita, la malinconia, che tende a ripetersi, minaccioso. Va tutto così liscio perché il rapporto tra Neffa e Fibra viene da lontano?

le basi di “Turbe juvenilei”, durissimo esordio di Fibra (2002), sono state firmate dal mentore Neffa. Un paio di anni fa Fibra dichiarò: “A lui (Neffa, ed) Devo molto. Ero un suo grande fan allora e lo sono ancora oggi. Ho cercato di dare il massimo descrivendo la provincia con la poetica degli anni ’90: meno giochi di parole e più narrazione”. Lo stile di “FoglieMorte”, in fondo, è ancora questo. Anni ’90 nel cuore, ma senza effetto revival, bensì con l’intento di tramandare un modo di intendere l’hip hip che abbia contribuito a definire il codice genetico del genere. Saranno dunque tre minuti radiofonici, quelli di “FoglieMorte”, che rischiano di seccarsi con le prime insistenti giornate di sole, ma ciò non toglie che siamo di fronte ad un colpo di mezza stagione fatto e finito. . Sottilmente ambizioso. Orgoglioso. “Puoi cercarmi in questa notte dove molte persone si perdono. Malinconia, lo ripetiamo, ma non è un insulto

 
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