La notte prima degli esami. Quarant’anni e non sentirli. Così Venditti creò il culto – .

La notte prima degli esami. Quarant’anni e non sentirli. Così Venditti creò il culto – .
La notte prima degli esami. Quarant’anni e non sentirli. Così Venditti creò il culto – .

di Leone

Turrini

A volte non sono solo canzoni, con buona pace del grande Edoardo Bennato. A volte ci sono brandelli di musica pop che diventano irresistibilmente parte di quella che chiamiamo, con vaga posopoeia, ‘cultura popolare nazionale’. È stato così per Volare (anche se in realtà si intitolava ‘Nel blu dipinto di blu’) di Domenico Modugno, per Emozioni di Lucio Battisti, per ‘Strada fare’ di Claudio Baglioni. Perché loro lo fanno e altri no? È che qualcosa si innesca nella psiche collettiva: un accordo, una frase, uno slogan. Qualcosa ti entra sotto la pelle e da lì si fa strada fino al cervello. E non si muove più, nonostante il passare del tempo, la disintegrazione delle illusioni, l’invecchiamento delle cellule cerebrali.

Succede, è successo anche alla ‘Notte prima degli esami’. Copyright Antonello Venditti. Anno del Signore 1984. Sono passati quattro decenni. Nel frattempo abbiamo visto e sperimentato di tutto e in fondo l’autore un po’ lo aveva previsto: nello stesso album, Cuore, per esempio, c’è il pezzo ‘L’ottimista’, satira feroce dell’allora potentissimo Bettino Craxi (“ è un ottimista/ con aria vagamente socialista/ non sbaglia mai…”: ma qui viene il sospetto che Antonello, che si è sempre schierato a sinistra, si sia pentito di tanta durezza, visto quello che è successo dopo). Ma insomma, siamo sulla buona strada. ‘La notte prima degli esami’ è un cult ed è banale, se non scandaloso!, ridurre il suo successo al fatto che tutti abbiamo sentito la paura della laurea. Cioè va bene, è vero, il tremore davanti a una questione decisiva lo abbiamo sperimentato al Nord e al Sud, imbecilli e nerd, maschi e femmine. Come dice un verso della canzone, alzi la mano chi non ha pensato, almeno una volta, “la matematica non sarà mai il mio lavoro”.

Eppure c’è qualcosa di più. Più dei due film che presero spunto dalla canzone (Memorabile Giorgio Faletti nei panni del professore canaglia!), che contribuirono anche all’eternità di quei brevi minuti di musica e parole. C’è vita e basta. La leggenda narra che Venditti realizzò il gioiello artigianale seduto davanti al pianoforte, sgomento per la fine del suo matrimonio con Simona Izzo, in una casa che gli aveva ritrovato un caro e vero amico come Lucio Dalla. E nel silenzio, figlio della malinconia, ci ha messo tutto e di più: i rimpianti, le cosce tese chiuse mentre le chiedeva una ragazza da amare, le notti di coppe e di campioni. Non a caso. ‘La notte prima degli esami’ è stato proiettato in pubblico per la prima volta in un’occasione speciale, anzi unica. Era il 30 maggio 1984: la Roma allenata da Nils Liedholm giocava la finale di Champions League (che allora non si chiamava ancora così) in casa contro il mitico Liverpool. Finì male: il brasiliano Falcao, idolo della Roma, non ebbe il coraggio di tirare un rigore e la Coppa fu alzata dai connazionali dei Beatles. È stato uno shock, una ferita mai rimarginata.

Quella notte, Venditti suonò ‘Notte prima degli esami’ davanti a un pubblico che condivideva il dolore dei fan. Lo fece con una grazia che gli veniva dall’animo lacerato: perché questo è il bene e il male delle emozioni popolari, ti restano nel cuore qualunque sia l’esito (esattamente dieci anni dopo quella disavventura sportiva, Agostino Di Bartolomei, capitano della giallorosso del 1984, si tolse la vita con un colpo di pistola). Per questo, ma non solo per questo!, ‘Night before the exams’ è molto più di una melodia. È carne, sangue, ossa e nervi. E chi lo ascolta, forse distrattamente, forse senza sapere nulla di Faletti e Falcao, di Liedholm e Lucio Dalla, forse nemmeno di Venditti, beh, se ne accorge. No, non sono sempre solo canzoni.

 
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