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un Su-57, il caccia più avanzato della Russia, è stato distrutto dai droni ad Astrakhan (a 589 km dal fronte) – .

un Su-57, il caccia più avanzato della Russia, è stato distrutto dai droni ad Astrakhan (a 589 km dal fronte) – .
un Su-57, il caccia più avanzato della Russia, è stato distrutto dai droni ad Astrakhan (a 589 km dal fronte) – .

Ieri all’aeroporto di Akhtubinsk ad Astrakhan, in Russia, a chilometri dal fronte, gli ucraini hanno colpito (e dalle foto satellitari pubblicate da Gur, l’intelligence militare ucraina, risulta distrutto) un Su-57, il caccia più avanzato della Russia, uno dei i non molti che ce l’hanno.

Questo è lo scopo dello sciopero in Russia: non già buttare le case in Russia, come viene fatto credere in gran parte del dibattito politico-giornalistico sulla disinformazione in Italia e in Europa. Anche se in questo caso non si trattava di Himars (la distanza era troppo grande), ma di droni con tutti i componenti occidentali. Il Su-57 è l’aereo da caccia più avanzato della Russia, in grado di utilizzare i missili X-59 e X-69 per attacchi in Ucraina (i missili X-69 sono stati sicuramente utilizzati in un attacco che ha distrutto la centrale termica Trypilska nella regione di Kiev, che generava più della metà dell’energia elettrica della regione). Solo poche unità di questi aerei da caccia sono in servizio nell’aeronautica russa.

I blogger della galassia militare ultranazionalista russa (Z) confermano che il Su-57 ha subito “gravi danni”. Un modo per dire che probabilmente è irreparabile. Il costo di uno di questi aerei, secondo quanto hanno scritto i media russi analizzandone le componenti, è di 2,2 miliardi di rubli (circa 22 milioni di euro). In totale sarebbero al massimo 15 in servizio con le forze aerospaziali russe (compresi i prototipi, che però difficilmente verranno utilizzati in missioni operative). Anche se i progetti iniziali erano ben più altisonanti: solo Russia, Stati Uniti e Cina dispongono di velivoli di serie di questa classe. Per il programma di sviluppo Mosca aveva speso 60 miliardi e il Ministero della Difesa prevedeva di acquistare 76 caccia, ma la produzione incontrò problemi e non si seppe mai con certezza quanti aerei sarebbero stati consegnati all’aeronautica.

Uno dei blogger russi più influenti in materia aeronautica, “Fighterbomber”, molto vicino all’aviazione militare russa, riporta la situazione con sincerità (e con amato sarcasmo nei confronti dei vertici dell’Alto Comando di Mosca): «Sì, ieri l’Akhtubinsk L’aeroporto è stato attaccato da un UAV. 3 hanno raggiunto il suolo. Il Su-57 è stato danneggiato dalle schegge; stiamo ora valutando se è possibile ripristinarlo o meno. In caso contrario, questa sarà la prima perdita in combattimento del Su-57 nella storia. Te lo ripeto: solo per il prezzo di questo Su-57, si potrebbero costruire rifugi dagli UAV per tutti gli aerei avanzati del paese. Naturalmente, se non li maltratti lungo la strada e non dai tangenti. E ce ne sarebbe ancora qualcuno per il Laos”. 2Fighterbomber” sottolinea giustamente che durante i due anni di guerra il problema della costruzione degli hangar per il ricovero degli aerei non fu mai risolto.

Il colpo di stato ucraino riaprirà in Russia una feroce discussione, che non è più sotto il radar, sull’incapacità russa di difendersi (sia nei sistemi di difesa aerea che negli hangar e nel camuffamento dei caccia di terra). Le forze aerospaziali russe hanno ripetutamente subito perdite a causa degli attacchi agli aeroporti da parte di missili e droni delle forze armate ucraine. Il primo attacco dell’Atacm nell’ottobre dello scorso anno causò danni per 6,5 miliardi di rubli. distruggendo addirittura 9 elicotteri in un unico attacco.

Cosa ha fatto finora la Russia con questi Su-57 nei due anni di guerra successivi all’invasione su larga scala? All’inizio del 2023 l’intelligence britannica riferì che i Su-57 erano riluttanti a volare in Ucraina perché Mosca temeva di perdere gli aerei più nuovi, e come ubicazione fu indicata l’aeroporto di Akhtubinsk. D’altro canto, la gittata dei missili che possono sganciare è tale che questi aerei possono colpire facilmente anche volando ben all’interno dei confini russi (dove finora è stato più difficile per gli ucraini colpire, sia a causa delle restrizioni all’uso delle armi occidentali e oscuramento dei satelliti tipo Starlink in Russia).

L’attacco ad Astrakhan dimostra ancora una volta che la portata dei droni delle forze armate ucraine è in aumento. Alla fine di maggio hanno volato per una distanza record di 1.500 chilometri dal territorio ucraino, colpendo un radar di allarme per attacchi missilistici situato vicino a Orsk.

 
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