SUPERFICIE DI APPASSIMENTO – Piano di Uscita – .

SUPERFICIE DI APPASSIMENTO – Piano di Uscita – .
SUPERFICIE DI APPASSIMENTO – Piano di Uscita – .

votazione
7.0

  • Bande:
    SUPERFICIE DI APPASSIMENTO
  • Durata: 00:42:17
  • Disponibile dal: 06/07/2024
  • Etichetta:
  • Musica potente

Dopo una lunga pausa durata circa quindici anni, nel pieno della pandemia di Covid-19, i danesi Withering Surface erano tornati a raschiare la superficie sbiadita – gioco di parole – della loro cella di isolamento con un album di ritorno a sé stante, piacevole e sicuro di sé, il quinto full-length “Meet Your Maker”. Proprio a causa del momento decisamente sfavorevole per il ritorno sulle scene, quattro anni fa, però, tutto il ribollente entusiasmo nella terra dello Jutland attorno ad una delle sue storiche formazioni melodic death metal si spense rapidamente e lo stesso team scandinavo perse lentamente pezzi, il chitarrista Marcel Prima Lech Lysgaard, seguito poco dopo dal tastierista Morten Lybecker.
Incerti sul futuro della loro creazione, i due restanti membri fondatori, Allan Tvedebrink alla chitarra solista e Michael H. Andersen alla voce, non trovarono di meglio da fare che rimboccarsi le maniche e buttarsi a capofitto nella scrittura di quello che sarebbe stato un nuovo album future, che oggi, finalmente, vede la luce sotto il nome di “Exit Plan”, quasi una dichiarazione d’intenti al contrario, visto che, più che definirlo un ‘piano di fuga’, questo lavoro cementa ancora una volta la posizione dei Withering Surface all’interno della scena di cui fa parte, posizione mai troppo alta o di grande successo, ma pur sempre degna di valore e soprattutto rispetto. Dopo aver ingaggiato l’italianissimo Marco Angioni, chitarrista sardo trasferitosi in Danimarca, e Troels Lund-Sørensen alla batteria (anche se nell’album suonò l’indistruttibile Jakob Gundel, che poi lasciò nuovamente il gruppo), il quintetto Naestved si è ripreso traccia andando a sviscerare tutto il suo passato, anche quello più remoto, per fornire un’istantanea del tutto soddisfacente del suo attuale stato di forma e, allo stesso tempo, ben rappresentativa di quelli che sono diventati ormai, ad oggi, trentuno anni di carriera. .
“Exit Plan” è quindi un’ottima summa di tutto ciò che i Withering Surface hanno saputo portare in tavola nella loro storia, a partire dal più classico death metal melodico, fortemente contaminato da un lato dal graffiante thrash metal e dedito al tupa- tupa (Dark Tranquility, At The Gates), dall’altro dal nero melodico più tagliente e vorticoso (Dissection, early In Flames, Night In Gales), fino a farci ascoltare le aperture più hard rock e orecchiabili che hanno fatto la fortuna di Soilwork. Insomma, se i nostri danesi non erano molto originali già ai tempi del primo “Scarlet Silhouettes” (1997, da rivalutare positivamente), è chiaro che originali non lo siano adesso; tuttavia svolgono il loro sporco e onesto lavoro di intrattenimento e passione con sincerità e lucidità, facendo trascorrere all’ascoltatore tre quarti d’ora divertenti con i piedi in costante movimento.
Tralasciando l’inutile rumorosa intro”[Enter]”, un semplice incipit che porta all’esplosione della title track, le rimanenti nove tracce navigano tra: episodi in pieno stile melodic death metal (“Not The Destination”, “You Hurt This Child”, “Exit Plan”, ” The Oracle”) in cui un Michael H. Andersen mai così convinto, maturo e graffiante a livello vocale imprime una vera e propria impronta alle canzoni; soluzioni leggermente più ariose e solari (“Mindreader”, “Denial Denial Denial”) dove anche brevi spezzoni di voci corali donano quel dettaglio di diversità che non stona con l’insieme; e i pezzi di maggior successo – “Where Dreamers Die”, “Finish What You Started” e “I Finalmente Lost (All Faith In Humanity)” – brani più aggressivi e feroci in cui le chitarre di Tvedebrink e Angioni impazziscono furiosamente.
Un album bello e ben composto, quindi, consigliato a chi già conosce la band e li apprezza e a chi non si è ancora stancato di ascoltare sano melo-death dall’appeal garantito e disinvoltamente standard. Oggi non si chiede più nulla ai Withering Surface, gruppo che in passato ha faticato a salire sul carro della gloria, ma che nel 2024 può spegnere diverse candeline pur mostrando un discreto stato di forma.

 
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