Piotta fa causa al Premio Tenco, il rapper romano pronto a chiedere un risarcimento: cosa succede – .

Piotta fa causa al Premio Tenco, il rapper romano pronto a chiedere un risarcimento: cosa succede – .
Piotta fa causa al Premio Tenco, il rapper romano pronto a chiedere un risarcimento: cosa succede – .

Piotta Lui non è d’accordo. Tramite i suoi legali, il rapper romano ha deciso di presentare una diffida formale al presidente delle Targhe Tenco, chiedendo l’accesso agli atti e la sospensione del premio per la categoria “Miglior album in dialetto”. Tommaso Zanello, questo il vero nome della voce di Supercafone, 51 anni, vuole vederci chiaro dopo l’esclusione del suo album ‘Na notte infame dai premi intitolati al compianto cantautore di Ciao amore ciao, considerati tra i massimi riconoscimenti della canzone d’autore italiana. È disposto ad andare fino in fondo e a chiedere, se necessario, un risarcimento. E mentre si infittisce il caso Piotta, ne scoppia un altro: Andrea Satta, che a 64 anni – metà dei quali trascorsi come frontman del gruppo folk rock Têtes de Bois – si era guadagnato una nomination nella categoria “Miglior opera prima” con il suo album di esordio da solista Niente di nuovo tranne te, ha deciso di ritirarsi. “Credo che la Targa per la “Miglior Opera Prima” debba riguardare solo artisti che per la prima volta “in assoluto” si affacciano al mondo della discografia”, ha detto, guadagnandosi gli applausi di chi sui social chiedeva una revisione del regolamento. Ma ora che fine faranno i voti che il cantautore aveva già ricevuto? E uno degli esclusi verrà ripescato al suo posto tra i cinque finalisti? Per ora, nessuna risposta dal direttivo del Club Tenco.

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Anche Piotta attende risposte da giorni, avendo chiesto ieri ufficialmente di avere accesso agli atti delle votazioni: il rapper si chiede come sia possibile che il suo album, intriso di romanità fin dal titolo, nonostante i tanti voti ricevuti dai critici che compongono la giuria dei premi, non sia stato ritenuto idoneo dagli organizzatori dei premi per la categoria “Miglior album in dialetto” e quindi escluso. “Secondo i parametri inequivocabili del nostro regolamento, i testi dell’opera non sono scritti e cantati per più del 50% in alcuna lingua dialettale o minoritaria”, ha sottolineato nei giorni scorsi il consiglio direttivo del Club Tenco. Sulla questione è intervenuta anche l’Accademia della Crusca attraverso il suo presidente Paolo D’Achille, docente di Linguistica italiana all’Università di Roma Tre, che si è schierato dalla parte del rapper: “Stabilire i confini che separano il dialetto romanesco dall’italiano è difficile: il romanesco è in una posizione di continuum con la lingua italiana, cioè non c’è alcun distacco tra lingua e dialetto. Il Circolo Tenco ha utilizzato un criterio che, probabilmente, nel caso del Romanesco avrebbe dovuto essere attenuato».

Ma niente: gli organizzatori sono rimasti fermi sulle loro posizioni. E così ieri Piotta ha incaricato i suoi legali di far valere le sue ragioni, parlando di esclusione “irragionevole e pretestuosa”. “È bizzarro come un rapper da sempre legato a una città, Roma, venga escluso perché presumibilmente non è affatto romano”, ribadisce Piotta, chiedendosi perché quando ‘Na notte infame è stato inserito nelle Targhe Tenco, lo scorso marzo, gli organizzatori non abbiano comunicato a lui e alla sua etichetta, Altafonte, che l’album non aveva i requisiti per essere candidato nella categoria “Miglior album in dialetto”. “Solo alla fine delle votazioni la giuria ha comunicato che il mio album non era eleggibile, nonostante i voti ricevuti. Ma così il risultato viene falsato doppiamente: chi ha votato me, a quel punto avrebbe potuto votare qualcun altro», riflette il rapper, che proprio per questo chiede ai suoi legali di congelare la votazione – i cinque finalisti della categoria “Miglior album in dialetto” sono Eleonora Bordonaro con Roda, Mesudì con Nodi, Setak con Assamanù, Massimo Silverio con Hrudja e Davide Van De Sfroos con Manoglia – in corso ormai da quattro giorni e che si concluderà venerdì prossimo.

Sulla vicenda interviene anche la famiglia di Luigi Tenco, tramite il suo rappresentante Michele Piacentini: «Ci auguriamo che gli organizzatori forniscano tutte le informazioni nella maniera più trasparente possibile». Il direttivo del Club Tenco sta predisponendo, tramite i suoi legali, una risposta alle richieste di Piotta. Forse l’unica cosa che può rassicurare gli organizzatori è il fatto che mai come quest’anno si è parlato tanto di premi.

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Il Messaggero

 
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