esclusi infarto e compressione polmonare – .

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Non è stato un infarto il malore che ha colpito Evan Ndicka durante Udinese-Roma. Lo dice il test degli enzimi cardiaci a cui si è sottoposto il difensore ivoriano. L’ipotesi più accreditata è che le condizioni del giocatore giallorosso siano dovute ad una compressione polmonare. Evidenziato da una TAC e da una botta subita durante la partita. È anche possibile un pneumotorace. Come sta Ndicka adesso? «Sta bene», secondo le indiscrezioni di queste ore. L’elettrocardiogramma effettuato allo stadio ha dato esito negativo. Nel reparto di cardiologia dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine il professor Massimo Imazio esclude un arresto cardiaco. Gli scontri di gioco che avrebbero potuto causare la compressione polmonare si sono verificati al 38° minuto, al 66° minuto e al 70° minuto.

Il malore improvviso

Il malore improvviso di Evan Ndicka è arrivato al 71′ di Udinese-Roma. Il giocatore davanti a lui si piega e poi crolla a terra, toccandosi il petto. Il primo a chiedere aiuto è il portiere giallorosso Svilar. L’arbitro Pairetto e lo staff medico circondano il giocatore, mentre le telecamere di DAZN inquadrano gli spalti, memore del caso di Eriksen a Euro 2020. Nello stadio cala il silenzio mentre entra in campo il tecnico Daniele De Rossi. Arriva la barella che trasporta l’ivoriano fuori dal campo. De Rossi va per primo negli spogliatoi mentre il giocatore esce debolmente dal campo con la mano. Poi torna con notizie rassicuranti ma spiega che «i ragazzi non ce la fanno, vogliono restare lì con lui». Cioffi dà l’autorizzazione a sospendere la partita: “Non c’è problema”. Lo speaker dà l’annuncio e lo stadio lo accoglie con un applauso.

La corsa all’ospedale

Intanto Ndicka si sottopone a un elettrocardiogramma allo stadio. Poi il trasporto in ospedale mentre cominciano le voci. Questo è chiamato attacco cardiaco transitorio, che comporta la temporanea interruzione o riduzione del flusso sanguigno al cuore. Poi la situazione si chiarisce. Stiamo parlando dell’ultimo colpo accidentale subito dal difensore nello scontro di gioco con la Juventus Lucca. E si parla di compressione polmonare, che verrebbe evidenziata da una TAC. La squadra arriva in ospedale alle 20:45. Con loro c’è l’amministratore delegato Lina Souloukou. Sale con l’allenatore e capitano Pellegrini al terzo piano del reparto di cardiologia. Il medico sociale dei giallorossi Manara li rassicura. La squadra partirà per l’aeroporto di Ronchi Legionari alle 21:30. Ndicka rimane in ospedale. In mattinata arriveranno nuovi controlli.

La partita sospesa

Dal punto di vista regolamentare la sospensione di una partita per infortunio grave è legale, ma deve avere il consenso delle due squadre in campo. Anche se normalmente lo si può fare solo per l’impraticabilità del campo o per la tutela dell’ordine pubblico. Lo scorso 9 aprile il giudice sportivo fissò la partita persa per tre a zero e un punto di penalità per Palmese e Manfredonia, che avevano chiesto la sospensione dopo un malore di uno spettatore. Mancano poco meno di venti minuti alla fine della partita. La partita potrebbe riprendere oggi ma la Roma ha un impegno infrasettimanale: il ritorno di Europa League con il Milan. Il recupero dovrebbe comunque avvenire entro 15 giorni. La curiosità è che i giocatori non devono necessariamente essere i 22 in campo al momento dell’interruzione. I membri potranno mettersi in fila. Fatta eccezione per i giocatori nel frattempo sostituiti.

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Tag: Evan Ndicka malattia improvvisa malattia cuore attacco polmonare compressione escluso

 
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