Accordo tra università e manifestanti filo-palestinesi a Sciences Po a Parigi. Procedimenti disciplinari sospesi – .

Accordo tra università e manifestanti filo-palestinesi a Sciences Po a Parigi. Procedimenti disciplinari sospesi – .
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Si allentano le tensioni all’università parigina Scienze Politiche (Scienze Po) dove da giorni sono in corso mobilitazioni a sostegno della Palestina e si temeva un intervento della polizia. L’università ha annunciato di aver raggiunto un accordo con i manifestanti che l’hanno occupata, impegnandosi a farlo avviare un dibattito interno e di sospendere la procedure disciplinari avviato contro coloro che hanno partecipato alla protesta. “Tenendo conto di queste decisioni, gli studenti si impegnano a farlo Non disturbare più i corsiesami e per tutelare tutte le attività dell’istituto”, ha scritto Jean Bassères, amministratore di Sciences Po, in un messaggio rivolto a studenti e docenti.

Negli Stati Uniti si teme un’ulteriore azione della polizia contro gli studenti che si mobilitano a sostegno della Palestina alla Columbia University. Gli studenti affermano di essere in un vicolo cieco per quanto riguarda il dialogo con l’università e che intendono continuare a restare accampati. Manifestazioni pro-Palestina sono in corso in numerose altre università, tra cui MIT, Yale, Harvard e Berkeley.

Intanto si temono le ripercussioni di un voto di sfiducia sul presidente Minouche ShafikIl senato accademico della Columbia ha annacquato il testo della risoluzione esprimendo “disappunto” per una serie di decisioni tra cui la chiamata alla polizia per arrestare gli studenti filo-palestinesi del campus. I membri dell’organizzazione che riunisce professori, studenti e personale universitario si sono resi conto che la censura di Shafik avrebbe portato a quasi sicuramente alla sua rimozione dalla posizione assunta solo pochi mesi fa in un momento di grave crisi dell’istituzione. Il timore è anche che la censura possa essere vista come una concessione alle pressioni di parlamentari repubblicani come il presidente della Camera Mike Johnson che ha chiesto le dimissioni di Shafik per non essere riuscito a contenere le proteste.

Le proteste pro-Gaza nei campus americani sono “parte della democrazia”, ha affermato oggi il Segretario di Stato, parlando da Pechino Antonio Blinken che ha però criticato il “silenzio” dei manifestanti nei confronti dei militanti palestinesi di Hamas che hanno attaccato Israele il 7 ottobre. “Le proteste sono un segno di democrazia. I nostri cittadini esprimono le loro opinioni, la loro rabbia, ogni volta che lo ritengono necessario. Ciò riflette la forza del nostro Paese”, ha affermato.

 
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