Colpa di Spalletti per l’eliminazione dell’Italia da Euro 2024? Giocatori confusi – .

Ascolta, è un po’ complicato da scrivere. Ma è una sensazione precisa. Questa: vista dal vivo, qui, ora, sul campo dell’Olympiastadion, mentre si attardano prima di uscire, e si danno pacche, e soffiano frasi con la mano sulla bocca, osservati attentamente, lì, gli azzurri sembrano sollevati.
Ricorda: solleva.
Tra qualche paragrafo capirai meglio il perché.
Subito, nella foga del momento, poche righe di una notizia straziante e dolorosa: perché è una Serata mortificante, drammatica, memorabile per il calcio italiano. La Svizzera ci ha umiliato. Non c’è solo la storia di una sconfitta con la quale veniamo espulsi dagli Europei. Siamo dentro qualcosa di più profondo e radicale. Storico, forse.

Ma andiamo dritti al punto: Luciano Spalletti è in colpa? Sì, certo, certo. Okay: quali? Bisogna spiegarlo così: il cittadino ha un’alta opinione di sé, e se la merita (o se l’è meritata, obietterà qualcuno). Comunque: quando arriva alla guida della Nazionale si rende conto di avere a disposizione un materiale umano a dir poco modesto. Non ha giocatori di livello internazionale (a parte Donnarumma). Non ha uomini di personalità ed esperienza. Non ha trequartista. Non ha un centravanti. Deve scegliere tra quel poco che offre il nostro campionato.

Ma invece di immaginare una squadra che giochi un calcio semplice, accessibile e dignitoso, decide che la strada migliore è dare il suo contributo. Cioè, più o meno, penso: io miglioro questi ragazzi con le mie visioni. Non è presunzione: è Spalletti. Walter Sabatini, amandolo, lo definisce un “vicino di follia”. Perché il calcio di Spalletti è sempre stato un meraviglioso mix di puro genio tattico e pignoleria al limite dell’ossessione. Così, quando siamo arrivati ​​in Germania, ha iniziato a spiegarci il suo “calcio perimetrale”, che poi è dovuto diventare “relazionale”. Noi giornalisti, sinceramente, ne abbiamo capito poco. Il problema, enorme, è che nemmeno i suoi giocatori lo hanno capito. (Per insegnare determinati schemi sono necessari esercizi quotidiani e mesi di sedute psicologiche).

Uno dei primi tempi peggiori

La partita contro l’Albania è stato un malinteso colossale. La Spagna, poi, ci ha colpito di palle. Con la Croazia soffriamo fino al 98′, quando entra Zaccagni, che mette dentro. Zaccagni, a quel punto, viene descritto in alcuni titoli generosi come un incrocio tra Bruno Conti e Claudio Sala: ma è Zaccagni. Contro lo svizzero Spalletti gli preferisce addirittura El Shaarawy che è la riserva a Roma. Cambiando, ancora una volta, allenamento e schemi. Questa volta dovrebbe essere un 4-3-3 piuttosto scolastico, ma stiamo faticando terribilmente. Abbiamo concluso, sotto di un gol, forse il peggior primo tempo mai giocato dagli Azzurri negli ultimi cinquant’anni. Sono quasi solo appunti tratti dalla memoria. È tutto così brutto che rimane impresso. Di Lorenzo, imbarazzante. Maledizione, irritante. Hanno questo Xhaka, che è un regista eccellente: ma sembra Schiaffino, tra Barella (cattivo) e Fagioli. Che gioca al posto di Jorginho. Diciamo che, a vederlo in azione, resta piuttosto incomprensibile il motivo della sua convocazione, nonostante abbia ancora addosso la puzza di squalifica, e non giochi da sette mesi. Ma siamo al livello del gossip.

Gli azzurri escono quasi sollevati

La verità è che il nostro popolo, anche durante la ripresa, sta lottando in modo oscuro, quasi irrazionale, sbagliando nei doppi, nelle diagonali, nelle uscite perdiamo palle assurde e poi capiamo che non solo hanno un problema di autostima (comprensibile, dopo aver visto da vicino gente come Rodri, Yamal, Modric), ma sono confusi e stanchi nella testa. Il ritiro serrato imposto da Spalletti – e qui, probabilmente, c’è un altro grave errore di valutazione – li ha fatti sprofondare in uno stato di pura claustrofobia. L’arbitro che fischia la fine li tira fuori da un incubo. I loro sguardi sollevati, di cui parlavo all’inizio del pezzo, si spiegano così.

Certo, c’è ancora molto da spiegare. Dov’è il presidente della Federazione Calcio, Gabriele Gravina? Cosa ne pensi di questo disastro, di questa nostra crisi abissale? Lei sa, signor Presidente, che adesso è purtroppo anche legittimo essere assaliti dal dubbio che a Londra, tre anni fa, abbiamo vinto solo per un generoso colpo di benevolenza – chiamiamolo così – del destino? Ma Gravina non parla. Lo hanno visto partire insieme al ministro dello Sport, Andrea Abodi. Anche Spalletti adesso si dirige verso il pullman.
I blues sono già a bordo. Con le cuffie alle orecchie e i loro prodotti da bagno pieni di oli giapponesi e creme antirughe. Solo una cosa, ragazzi: in vacanza, quando siete alle Maldive e a Porto Cervo, ripensateci. E provo comunque un po’ di vergogna.

 
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NEXT sì, ci sono anche quelli di Bridgerton 3! – .