Belgrade, attack on the Israeli embassy – il Giornale – .

Belgrade, attack on the Israeli embassy – il Giornale – .
Belgrade, attack on the Israeli embassy – il Giornale – .


Aveva solo 25 anni l’attentatore che ieri ha gettato nel panico l’ambasciata israeliana a Belgrado dopo che, armato di balestra, aveva ferito un poliziotto serbo davanti alla sede diplomatica. Milos Zujovic, convertito all’estremismo islamico e conosciuto con il nome religioso di Salahudin, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco dagli agenti presenti. Nella tarda mattinata si è presentato al quartier generale guidato dall’ambasciatore israeliano in Serbia Yahel Vilan e ha sparato un dardo al collo dell’agente che era di sorveglianza. Portato immediatamente in ospedale, il poliziotto ferito è stato sottoposto a un intervento chirurgico e la sua vita non è in pericolo.

Secondo il ministro degli Interni serbo Ivica Dacic, la mano di Zujovic non è isolata ma legata a persone “già note ai servizi di sicurezza e sospettate di essere legate al movimento wahhabita”. Per questo, ieri le forze di polizia serbe hanno eseguito una serie di perquisizioni e arresti a scopo precauzionale, certe che “si tratti di un atto terroristico diretto contro lo Stato serbo e contro un membro della gendarmeria”, ha spiegato, mentre il premier Vucevic ha parlato di un’azione “opera di un individuo, un atto insensato non attribuibile ad alcuna religione”, a cui la Serbia reagirà per garantire la necessaria sicurezza ai serbi.

Un atto terroristico diretto contro Israele, come lo ha definito l’ambasciatore israeliano in Serbia Yahel Vilan che ha ringraziato l’agente ferito per l’impegno che avrebbe potuto costargli la vita. La polizia ha identificato l’aggressore come un “convertito” all’Islam, nato nel 1999 nella città di Mladenovac, a circa 50 chilometri da Belgrado, trasferitosi recentemente a Novi Pazar, centro caratterizzato dalla presenza della minoranza musulmana bosniaca in Serbia e presidio dell’Islam nel Paese. Sul territorio serbo sono state rafforzate le misure di sicurezza per tutte le ambasciate straniere, gli edifici governativi e anche per i luoghi pubblici più sensibili come i centri commerciali o le zone trafficate.

Immediati i commenti della politica europea, in primis da parte dei rappresentanti italiani: secondo il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti, l’attentato all’ambasciata israeliana a Belgrado «suscita indignazione e preoccupazione e deve invitare tutti ad una profonda riflessione sulla sicurezza sul territorio europeo in un contesto geopolitico sempre più delicato”.

 
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