Il mega sequestro. Soldi offshore e auto da corsa per il tour operator salta fila – .

Il mega sequestro. Soldi offshore e auto da corsa per il tour operator salta fila – .
Il mega sequestro. Soldi offshore e auto da corsa per il tour operator salta fila – .

Firenze, 1 luglio 2024 – Sequestri massicci nella giungla delle aziende di cybersecurity propagandare. È il frutto di una lunga e articolata attività investigativa della Guardia di Finanza, durata diversi mesi, volta a contrastare il proliferare di attività illecite nel settore turistico. In particolare, il grande business dei tour operator che vendono pacchetti comprensivi di ingressi ai due musei più noti della città, il Galleria dell’Accademia e Uffizi.

La Guardia di Finanza si è concentrata in particolare su una società, gestita da soggetti originari dello Sri Lanka, che, replicando un modello sviluppato anche a Roma, Venezia e Barcellona, ​​avrebbe omesso di dichiarare i ricavi. per quasi 800 mila euro in tre anni di attività (2016, 2017, 2018). Non solo: durante il periodo Covid, avrebbero beneficiato, senza averne diritto, degli ingenti contributi previsti dal decreto sostegni per poi dirottarli verso un paradiso fiscale.

L’attività del tour operator, hanno ulteriormente ricostruito le indagini, è generata dall’attività di guide turistiche di varie nazionalità che pescano clienti online ma più spesso direttamente in coda per l’ingresso ai due celebri musei.. Io sono un tour operator offrono un pacchetto che comprende l’accompagnamento di gruppo e anche degustazioni di vini. Spesso, come le fiamme gialle hanno avuto modo di constatare, la proposta si rivela ben inferiore alla promessa: la degustazione del Chianti non è altro che un bicchiere di vino versato in mezzo alla strada – davanti alla sede dell’azienda – da una bottiglia di qualità mediocre.

Le guide riscuotono le somme in contanti o addirittura tramite POS. Ma secondo la Guardia di Finanza è tutto in nero. Ma quando gli inquirenti hanno contestato ai due soci dell’agenzia i reati di omessa dichiarazione IVA, occultamento o distruzione di documenti contabili, evasione fraudolenta del pagamento delle imposte, si accorsero che un terzo, fratello di uno dei principali indagati, aveva aperto una nuova società che aveva di fatto sostituito la precedente. Un modo per continuare la stessa attività (la nuova società ha infatti ‘ereditato’ la sede operativa e le guide turistiche, trasformandole da dipendenti a collaboratori con partita Iva) e caricando quella vecchia di passività e guai. E in un modo anche per “ripulire” per accedere ai contributi governativi stanziati durante la pandemia che ha inevitabilmente colpito le attività legate al turismo.

Ma la società in questione, è emerso dalle indagini, non aveva i requisiti richiesti per il contributo e il denaro, che era appena stato erogato hanno “volato” all’esteropiù precisamente in un conto corrente intestato al fratello, amministratore della vecchia società, aperto sull’isola di Jersey, un minuscolo lembo di terra nel Canale della Manica con un sistema fiscale particolarmente benevolo.

Nel frattempo, in attesa del processo, gli srilankesi vivono la bella vita, almeno a giudicare dalle ‘storie’ pubblicate sui social: auto da sogno, viaggi, lussi. Per questo la finanza ha cominciato ad attaccare i loro beni, effettuando un sequestro sui conti e sulle quote societarie per oltre 800mila euro.

 
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