Gambe gonfie, come prevenire l’insufficienza venosa e perché le donne sono più a rischio – – .

Gambe gonfie, come prevenire l’insufficienza venosa e perché le donne sono più a rischio – – .
Descriptive text here

C’erano una volta le “mezze stagioni”. La primavera è stata un periodo di transizione che in qualche modo ci ha accompagnato, dal punto di vista climatico, allo scoppio della calura estiva. Oggi, come dimostrano le temperature degli ultimi giorni in tutta Italia, non sembra più essere così. I valori termici sono saliti alle stelle e c’è già chi parla di “tropicalizzazione” del clima.

Qualunque sia il punto di vista, non c’è dubbio che per quasi una donna su tre (e gli uomini non sono certo immuni) il caldo fa riaffiorare i sintomi dell’insufficienza venosa. Gambe gonfie e pruriginose questi sono solo alcuni dei segnali che la circolazione non funziona. Cosa fare? E soprattutto, come limitare i rischi?

Perché il caldo è pericoloso per la circolazione delle vene

L’azione del calore, va detto, è ormai molto chiaro. “Il caldo acuisce i sintomi dell’insufficienza venosa degli arti inferiori, una patologia cronica causata dalla difficoltà del sangue a ritornare dalle vene periferiche delle gambe al cuore: un problema erroneamente considerato solo estetico che richiede invece attenzione e cura – ricorda Alessandro Frullini, presidente onorario dell’Associazione Italiana Associazione Flebologica”.

“In particolare, l’edema da calore è il risultato di un accumulo anomalo di liquidi nei tessuti che provoca la dilatazione dei vasi sanguigni e l’indebolimento delle piccole valvole che regolano il flusso nei vasi, rendendo difficile alle vene pompare il sangue verso il cuore – spiega Edoardo Cervi, direttore scientifico dell’Associazione Flebologica Italiana (AFI). L’insufficienza venosa degli arti inferiori colpisce circa il 30% delle donne, ma nemmeno gli uomini ne sono immuni, anche se tendono a ignorare e sottovalutare il problema – sottolinea Cervi -. Infatti, il 15% della popolazione maschile soffre di gambe gonfie e doloranti”.

Tuttavia, l’incidenza dell’insufficienza venosa aumenta con età soprattutto nelle donne: tra i 20 e i 30 anni colpisce il 20% delle donne e il 10% degli uomini, mentre dopo i 50 anni gli uomini rimangono invariati al 20% e le donne, con l’arrivo della menopausa che provoca un indebolimento dei vasi sanguigni , salgono al 50%. In pratica, tra gli over 50, 1 su 2 soffre di insufficienza venosa.

Insufficienza venosa, perché le donne sono più a rischio

I segni e i sintomi di sofferenza venosa sono tipici. Si va dal gonfiore al formicolio inspiegabile, per raggiungere una pesantezza difficile da controllare, tutti disturbi derivanti da insufficienza venosa. Le vene, a differenza delle arterie, non hanno uno strato muscolare molto sviluppato. La loro parete, infatti, è molto sottile e spesso le valvole al loro interno non riescono a “compensare” lo sforzo. Risultato: il liquido tende ad uscire dai vasi, attraverso i capillari e a depositarsi.

Le vene si dilatano, In breve. E i piedi, inesorabilmente, “si gonfiano” alle caviglie. In questo meccanismo entra in gioco un ulteriore elemento: le valvole delle vene. Si tratta di veri e propri “sistemi di controllo” presenti all’interno dei vasi, e quando si chiudono impediscono al sangue di defluire verso il basso anziché salire verso il cuore, “allagando” la circolazione fino a sovraccaricare la vena.

Se le valvole non svolgono la loro funzione e la pompa muscolare non è attiva, si crea una miscela negativa che porta alla costante dilatazione delle pareti venose. Non solo: la vena può perdere la sua forma naturale, e da dritta si trasforma in tortuosa, dilatandosi ulteriormente. A questo punto potrebbero comparire le prime vene varicose. Infine, oltre alla forza di spinta, può risultare dannosa anche la resistenza alla circolazione sanguigna. Ecco perché indumenti stretti, cinture troppo strette, tosse e stitichezza possono peggiorare la situazione.

Infatti, l’aumento della pressione all’interno dell’addome costringe il sangue presente nelle vene a risalire verso l’alto. E quindi aumenta il rischio che le pareti venose si esauriscano. Sono le donne quelle più a rischioe non solo come retaggio della gravidanza ma a causa di una struttura venosa fondamentalmente più debole rispetto agli uomini che li porta anche ad avere un rischio maggiore di comparsa delle vene varicose.

Come comportarsi?

I sintomi dell’insufficienza venosa sono spesso generici. Ma devono essere valutati dal medico, che può indicare uno stile di vita ed eventuali terapie farmacologiche e non idonee. Sarebbe importante agire prima che compaiano capillari dilatati sulle gambe, per prevenire temibili complicanze, come vene varicose, tromboflebiti e ulcere altamente invalidanti.

In modo preventivo, tutti questi sono utili attività che rafforzano la contrazione muscolare che aiuta le vene a spingere il sangue verso l’alto. Tradotto: bisognerebbe dedicarsi con regolarità, ricavando almeno mezz’ora di “movimento” al giorno, ad attività che non risentano dell’azione della gravità per effetto dell’acqua, come l’aquagym o cose nuove. In acqua diminuisce infatti la pressione ambientale in cui si muovono le gambe, con un miglioramento delle condizioni della circolazione sanguigna.

E se fossimo in campagna? Niente di grave: anche camminare o fare un breve giro in bicicletta può essere utile. L’importante è che ci sia la giusta compressione sui polpacci, per favorire la risalita del sangue. Per questo motivo gli esperti consigliano l’uso di calze elastiche: Per chi ha spesso i piedi gonfi, è opportuno assicurare una compressione attorno ad almeno 70 denari, anche se la scelta deve essere sempre indicata dal medico. Ma attenzione: anche l’abbigliamento e le abitudini, e non solo i calzini, fanno la loro parte. Se è vero che la spinta dal basso è utile, ricordiamo che “in alto”, cioè nell’addome, la pressione deve scendere. No a pantaloncini e pantaloni attillati e attillati, attenzione alle cinture che possono bloccare troppo, e fate attenzione anche alla vostra alimentazione.

L’intestino non deve diventare “pigro” (anche per questo il movimento è utile). Tante fibre e tanta acqua sono alla base del benessere in questo senso. Ciò che conta è che la pressione addominale non sia troppo elevata e quindi costringa il sangue all’interno delle vene a essere spinto ulteriormente

Tag: Gambe gonfie prevenire venoso insufficienza donne rischio

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

NEXT Rosy Chin, l’ex Gieffina furioso con lei: “Faremo azioni legali”