Ecco perché è falso affermare che «l’Unione Europea è contraria al cibo italiano e alla dieta mediterranea» – .

Ecco perché è falso affermare che «l’Unione Europea è contraria al cibo italiano e alla dieta mediterranea» – .
Descriptive text here

«Alla faccia di chi vuole la farina di insetti, i grilli, le cavallette. Di quelli che a Bruxelles combattono la dieta mediterranea”. Così, qualche settimana fa, si apriva uno dei video pubblicati dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini del pastificio Rummo. La narrazione secondo cui l’Unione Europea lotterebbe contro la dieta mediterranea e i prodotti tipici italiani è ormai consolidata. Nell’aprile 2023 il ministro degli Esteri Antonio Tajani sosteneva che con Nutriscore “l’Ue attacca la dieta mediterranea” e il vino italiano, come si legge sulle pagine di Repubblica. Due episodi che dimostrano come questo sia un grande cavallo di battaglia elettorale, sostenendo che l’Ue danneggia intenzionalmente il cibo italiano. Ma le cose stanno davvero così? L’Ue penalizza seriamente la dieta mediterranea? A favore di chi?

Cos’è il Nutriscore e come funziona

Cominciamo dal Nutriscore. Si tratta di un’etichetta a semaforo, per via dei colori utilizzati, che in realtà è più simile a quelle che riportano l’efficienza energetica degli elettrodomestici su una scala che va da A a E. Il sistema è utilizzato in Francia e in altri paesi europei come la Spagna , Belgio, Svizzera, Germania. L’obiettivo è dare al consumatore che acquista un prodotto alimentare un’idea dei valori nutrizionali di quanto messo nel carrello senza dover necessariamente leggere tutta l’etichetta di ingredienti e nutrienti. La presenza di alcuni nutrienti e ingredienti, come grassi saturi, sodio e zuccheri, portano ad un abbassamento della valutazione. Altri, invece, come frutta, verdura, olio d’oliva, fibre e proteine, lo aumentano.

Alimenti penalizzati dal Nutriscore

Diamo alcuni esempi. L’etichetta non è particolarmente indulgente con i salumi, i prodotti lavorati a base di carne, notoriamente cancerogeni come certificato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. E non può essere lo stesso con le bevande alcoliche, anch’esse cancerogene. Lo è però con l’enorme varietà di frutta e verdura tipica dell’Italia, e con la pasta di buona qualità, spesso ricca di proteine ​​e prodotta con solo un paio di ingredienti. Aprire avevamo già fatto un’analisi approfondita del sistema che potete leggere qui. Chiaramente l’unico modo per capire quanto sia sano o meno un prodotto e cosa contenga è leggere l’etichetta, e non affidarsi a un’indicazione semplificata come il Nutriscore.

Nutriscore premia la dieta mediterranea

Basta però dare un’occhiata alla piramide alimentare della dieta mediterranea per rendersi conto che questa viene profumatamente premiata dal Nutriscore. La base della dieta mediterranea sono frutta e verdura fresca, pane, pasta, riso, cous cous e altri cereali, possibilmente integrali. Proseguire con olio d’oliva, latte e derivati ​​magri. Tra questi, solo i formaggi vengono valutati negativamente dal Nutriscore. Ottimi giudizi anche per frutta secca, legumi, pollo e pesce freschi e uova.

Pertanto quasi solo i prodotti al vertice della piramide ricevono valutazioni negative. Quelli cioè che andrebbero mangiati meno spesso, come i salumi, la carne rossa e i dolci, il cui consumo non dovrebbe superare una o due volte a settimana. Tuttavia, nell’ottobre 2023, la Commissione Europea ha annunciato che non presenterà proposte legislative per rendere Nutriscore obbligatorio nell’attuale legislatura fino al 2024.

L’Europa tutela la tradizione culinaria italiana: DOP, IGP e STG

Inoltre, molti prodotti tipici della dieta mediterranea sono tutelati dai marchi DOP, IGP e STG, rispettivamente Denominazione di Origine Protetta, Indicazione Geografica Protetta, Specialità Tradizionale Garantita. Tutti e tre questi marchi sono stati introdotti dall’Unione Europea nel 1992 per tutelare e certificare l’autenticità dei prodotti alimentari tipici degli Stati membri e distinguerli dalle imitazioni. Certificazioni di questo tipo sono state assegnate a numerosi piatti e bevande provenienti da vari paesi europei. Ma come spesso accade in campo culinario, a farla da padrona è l’Italia, che detiene il primato di essere il Paese con il maggior numero di prodotti certificati.

La nostra penisola, infatti, vanta 326 certificazioni per i prodotti alimentari e 529 per i vini, come rileva il Ministero delle Politiche Agricole, Sovranità Alimentari e Forestali (Masaf). Allo stesso modo, negli ultimi mesi del 2023 ha messo a punto il testo unico sulla qualità, per vietare quel fenomeno definito all’interno del blocco Suono italianoche descrive la pratica di dare nomi che somigliano a quelli di prodotti tipici italiani ad alimenti e ingredienti che in realtà non lo sono, come Parmigiano, Prozek e altre imitazioni simili.

La dieta mediterranea sta morendo

Nonostante le certificazioni e le raccomandazioni dei medici, sempre più italiani abbandonano la dieta mediterranea. Secondo uno studio pubblicato nel marzo 2023 dal Consiglio per le ricerche e l’analisi dell’economia agraria (Crea), organismo che fa parte del Masaf, la dieta mediterranea è oggi seguita solo dal 13% degli italiani. Secondo l’indagine, realizzata da SWG per conto di Crea, sono soprattutto le persone ben informate sull’importanza e sulla varietà degli elementi nutrizionali che la seguono. A livello territoriale, la migliore aderenza al modello alimentare si registra in Sicilia e Sardegna, insieme ad Emilia Romagna e Lazio. Seguono meno la dieta mediterranea le regioni del Nord-Est e la Campania.

In generale, rispetto alle diete tradizionali, oggi nel nostro Paese si mangiano troppi grassi saturi, troppa carne e troppi grassi animali. Per garantire che l’aderenza riportata fosse quanto più precisa possibile rispetto all’adesione effettiva, l’indagine ha testato le conoscenze alimentari degli intervistati, oltre a chiedere informazioni sugli alimenti specifici consumati. Difficile quindi dire che il declino della dieta mediterranea sia dovuto alla farina di insetti che un anno fa era a malapena disponibile sul mercato.

CREARE / Grafica esplicativa dello studio

Ma l’UE vuole salvarlo

Infine, se l’Unione Europea fosse davvero determinata ad attaccare e lottare contro la dieta mediterranea, difficilmente avrebbe stanziato più di due milioni di euro per proteggerla e promuoverne l’adozione. Questo è infatti l’obiettivo dell’iniziativa Mediet4all, sostenuta dal programma PRIMA dell’UE, con l’obiettivo di introdurre pratiche di agricoltura e gestione sostenibili delle risorse idriche nella regione euro-mediterranea. Nello specifico, Mediet4all si propone di supportare le persone nel passaggio dal consumo di grandi quantità di alimenti ultra-processati, in forte aumento negli ultimi anni, all’adozione della dieta mediterranea. In pratica verrà creato un database degli ingredienti adatti alla dieta mediterranea e dove trovarli, da utilizzare poi nelle ricette che dovrebbero essere adottate da alberghi, mense e ristoranti da asporto.

Leggi anche:

Tag: falso reclamo Unione Europea Italiano cibo dieta mediterranea

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

NEXT Rosy Chin, l’ex Gieffina furioso con lei: “Faremo azioni legali”