Forse l’unica nota negativa, dicono gli organizzatori, è stata la sovrapposizione con la Biennale di Venezia, una sovrapposizione indesiderata che ha sicuramente sottratto ad entrambe le manifestazioni una fetta di pubblico, soprattutto giornalistica. «Si parla tanto di fare sistema e poi succedono cose del genere, che danneggiano tutti. C’è bisogno di più dialogo e di maggiore coordinamento. Siamo a disposizione affinché ciò non si ripeta in futuro”, dice Porro.
Espositori soddisfatti per affluenza e contatti
La soddisfazione degli imprenditori è palpabile: «Se funziona il Salone, funziona anche il nostro sistema, perché ormai non è più solo una fiera, ma un grande evento che attira a Milano tutto il mondo», dice Massimiliano Messina, presidente di Flou. – . È tornata tutta l’Asia e anche i Paesi arabi, in particolare l’Arabia Saudita, che sta crescendo molto – spiega –. In questi mercati il modello distributivo tramite rivenditori non funziona tanto quanto quello dei grandi progetti per singoli clienti molto importanti che chiedono progetti completi, chiavi in mano, per ville o alberghi extralusso.
Figure con cui è difficile per un’azienda entrare in contatto e il Salone del Mobile serve proprio a cogliere queste opportunità, ma anche a mostrare, nei nostri stand, la capacità delle aziende italiane di provvedere alla realizzazione dell’intero progetto, non solo dei singoli prodotti”. In effetti, questa differenza si vedeva girando per gli stand: sempre meno oggetti su un piedistallo e sempre più progetti, che esprimono la visione e lo stile di vita di un brand, espressi in tutti gli ambienti, toccando spesso anche gli aspetti architettonici, come porte boiserie.
È il caso di Molteni&C, azienda di punta del Gruppo Molteni, che quest’anno in occasione della fiera ha lanciato la sua nuova business unit dedicata proprio a questi elementi strutturali. «Il Salone è molto importante per poter raccontare ai nostri clienti questa novità e per farglielo capire abbiamo realizzato uno stand di 2mila metri quadrati in cui mostrare, in modo concreto, ciò che siamo in grado di fare e offrire al mercato», spiega l’amministratore delegato del gruppo, Marco Piscitelli, che conferma la sensazione riferita da molti imprenditori di una grande affluenza allo stand. «Anche un’azienda grande come la nostra ha bisogno di incontrare nuovi clienti, perché dobbiamo raccontare al mercato la Molteni di oggi, che è diversa da quella di qualche anno fa – aggiunge Piscitelli -. Avendo una gamma di prodotti e soluzioni così ampliata, abbiamo bisogno di partner sempre più coinvolti che investano molto nel nostro marchio”.
Salon, un investimento che dà i suoi frutti
Si tratta di un investimento importante, certo, ma fondamentale, conferma Roberto Minotti, co-amministratore delegato insieme al fratello Renato, dell’azienda di famiglia, che quest’anno era presente alla fiera con lo stand più grande, circa 4.500 metri quadrati su due livelli , che ogni giorno si riempivano di operatori: «L’altro giorno abbiamo contato 1.200 persone tutte insieme, solo qui al secondo piano», racconta l’imprenditore. E nono sono state visite puramente di curiosità: «Abbiamo venduto molto – aggiunge Minotti -. Siamo soddisfatti perché i clienti hanno capito e apprezzato le collezioni, frutto della collaborazione con due nuovi designer, dopo la dolorosa scomparsa di Rodolfo Dordoni, che per 27 anni è stato non solo il nostro direttore artistico e consulente, ma anche un amico”.