Arezzo tra arte e fede – .

Fonte: Galleria Sabauda

Impronta artistica

Perché possiamo definire Arezzo “la città del Vasari”? Indubbiamente l’autore de “Le vite de’ più eccellenti pittori, scultorie architetti” trascorse gran parte della sua vita tra la corte medicea di Firenze e Roma, ma è ad Arezzo che si legarono le origini della sua famiglia dall’arrivo del nonno, Giorgio di Lazzaro Taldi da Cortone, nel corso del XV secolo. Un legame di sangue – come testimonia documenti provenienti dal suo archivio – che si intreccia con l’impronta artistica con cui ha lasciato un ricordo indelebile nella città, da Logge di Piazza Grande a Casa Vasari, fino al progetto di trasformazione dell’abbazia delle Sante Flora e Lucilla e ai dipinti che impreziosiscono il chiese della Santissima Annunziata e della Santissima Trinità. Da qui il progetto di collegare, come in una mappa, la Biblioteca Comunale di Arezzo, la Casa Museo Ivan Bruschi, la Fraternita dei Laici, la Galleria Comunale d’Arte Moderna e d’Arte Contemporanea, il Museo Archeologico Nazionale ‘Gaio Cilnio Mecenate’, il Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna, la Casa Museo Vasari, il Museo Diocesano d’Arte Sacral’Archivio di Stato e il Museo Orodautore, per dare nuova importanza alle opere e ai documenti del Vasari conservati nelle diverse sedi attraverso segnalazioni mirate e dossier espositivi. Sottolineando l’importanza che la città ebbe nell’esperienza umana e artistica del Vasari.

Fonte: Uffizi

Linguaggio simbolico

 
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