Comolli, Furlani e le voci delle ultime ore: la nostra ricostruzione – .

Comolli, Furlani e le voci delle ultime ore: la nostra ricostruzione – .
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Il nome di Damiano Comolli è tornato ad aleggiare attorno alle vicende milanesi. Già dall’arrivo di Gerry Cardinale si era parlato di un suo possibile coinvolgimento nel management milanista e, nelle ultime ore, più fonti hanno ventilato la possibilità che il manager francese potesse approdare a Casa Milan con un ruolo di vertice come quello di amministratore delegato. Indiscrezioni che vanno registrate e sulle quali abbiamo lavorato oggi.

Il Milan, in questo momento, piace a molti dirigenti, soprattutto perché ormai è un club sano, che produce utili e che ha ritrovato un notevole appeal internazionale. Tutto era frutto del lavoro di restauro e miglioramento costante effettuato in precedenza Elliott e poi da RedBird. Il profilo di Damien Comolli, per quella che è stata una carriera priva di risultati sportivi nei club di alto livello in cui ha militato come Liverpool e Tottenham (ad eccezione della Coppa di Francia con il Tolosa), si scontra con la possibilità di occupare un posto forte ruolo decisionale come quello di amministratore delegato del club e vi è disparità anche per quanto riguarda i tempi di avvicinamento e/o uscita dalla galassia rossonera.

Secondo alcune indiscrezioni, durante i mesi invernali Comolli sarebbe stato molto vicino al Milan mentre, ora, la sua posizione sarebbe decisamente più lontana. Altri, come quelli rilanciati da TMW ieri si parla di una situazione ancora calda e di una possibile chance.

Secondo Milannews.it sembra più probabile la prima opzione, con una sponsorizzazione di Comolli negli occhi di Gerry Cardinale e con la sua figura che striderebbe, in modo importante, con l’attuale gruppo dirigente che si occupa dell’attività sportiva parte (Furlani, Moncada e D’Ottavio) ben integrato dall’arrivo di Zlatan Ibrahimovic. Questo gruppo di lavoro sta già programmando il mercato estivo, compreso l’importante attacco in attacco, e questo è un altro segnale del momento che c’è in quel di Casa Milan.

C’è da aggiungere che Comolli è un centralizzatore, una figura che si basa quasi esclusivamente sui dati e che ha una visione totalmente diversa rispetto a quanto fatto finora (qui il suo profilo). Insomma, un elemento simile, se mai dovesse entrare, porterebbe all’ennesima rivoluzione inutile di cui il Milan non ha assolutamente bisogno. Si tratterebbe, insomma, di un elemento incompatibile con quanto fatto finora.

Inoltre, il curriculum di Comolli non è sicuramente dei più brillanti, con pesanti critiche ricevute per ciascuna delle sue esperienze in Premier League, sia con il Liverpool che con il Tottenham, dove prima o poi ha avuto scontri con gli allenatori, mercati definiti dalla stampa britannica come “ fallimenti” e dove ha anche ricevuto un licenziamento dal proprietario degli Spurs Daniel Levy.

 
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