LA DEBACCOLTA DELL’OLIMPICO
DELUDENTE – Se è vero che quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare, I presunti top player del Milan hanno mantenuto una scena silenziosa. Anche questa volta. Ponendo seri dubbi su quanto lontano li abbia portati quel processo di maturazione che non poteva basarsi sul semplice entusiasmo e sulla furia agonistica che avevano animato la vittoria dello scudetto 2022. Davide Calabria, Fikayo Tomori, Ismael Bennacer e Olivier Giroud rappresentano parte del nucleo fondante del gruppo capace di sovvertire in due anni ogni pronostico, a cui si aggiungono quelle fuoriserie che avrebbero dovuto permettere negli anni di diavolo per alzare l’asticella delle ambizioni e consolidarsi come realtà vincente in Italia e competitiva anche in Europa. Mike Maignan, Theo Hernandez, Rafa Leao e Christian Pulisic sono invece al momento scomparsi, fagocitati dalla mediocrità generale che non può essere esclusivamente imputabile alle strategie di gioco e di comunicazione, per nulla convincenti, del loro allenatore. Soprattutto per chi fa parte del Milan da molto tempo, l’impressione che si ha dopo la sconfitta dell’Olimpico è di trovarsi di fronte a ottimi giocatori che hanno vissuto a lungo al riparo dall’aura carismatica di personalità trascinanti, Ibrahimovic, Maldini e anche il primo Pioli, per poi incontrare difficoltà nel salire l’ultimo gradino.
TUTTI GLI ERRORI DI PEG
QUESTIONE DI TESTA – Diventa complicato parlare di ingaggi quasi in doppia cifra o di proposte fantascientifiche da parte dei top club europei se il livello di rendimento offerto anche quest’anno da quelli che vengono definiti i campioni del Milan è così insoddisfacente in quelle partite che fanno davvero la differenza. Sarà sicuramente necessario ripartire da zero, con un allenatore capace di infondere nuovi stimoli e nuovi slanci emotivi in un gruppo che, soprattutto da gennaio 2023, ha dato l’idea di navigare a vista piuttosto che seguire una rotta ben precisa. Ma bisognerà anche e soprattutto provare a ricreare per l’ennesima volta una mentalità adulta squadra che l’attuale ciclo tecnico ed i gruppi dirigenti che si sono succeduti negli ultimi anni hanno saputo solo a tratti ricreare, perdendosi nei momenti più belli. Parliamo di calciatori ma soprattutto di uomini. Da Milano, quella vera.
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