Due ipotesi sul tavolo. Il primo prevede l’utilizzo di un treno di moduli ad alta tecnologia per filtrare l’acqua, liberarla da oli e altre sostanze e rilasciarla nel lago. La seconda ipotesi prevede di continuare a svuotare l’impianto con pompe e autocisterne.
Ci vorranno circa tre mesi per svuotare la centrale idroelettrica di Bargi, sul lago di Suviana, nell’Appennino tosco-emiliano, dove pochi giorni fa è avvenuta un’esplosione. È quanto emerso da un incontro in Prefettura a Bologna, al quale hanno preso parte le istituzioni, i Carabinieri, i Vigili del Fuoco e i vertici di Enel Green Power. “I piani, se tutto funziona, vedrebbero lo svuotamento prima dell’estate, fine luglio”, ha detto il prefetto. Tuttavia, mentre il livello dell’acqua continua a salire dopo l’esplosione che ha ucciso sette persone e ne ha ferite altrettante il 9 aprile, le modalità dell’intervento non sono ancora state decise.
Due ipotesi sul tavolo. Il primo prevede l’utilizzo di un treno di moduli ad alta tecnologia per filtrare l’acqua, liberarla da oli e altre sostanze e rilasciarla nel lago. Questo sistema verrebbe assemblato ad hoc ed è quello preferito dalle parti, ma bisognerà verificarne la fattibilità. La seconda ipotesi prevede di continuare a svuotare l’impianto con pompe e autocisterne. Ma secondo quanto emerso dalla tabella ne servirebbero 75 al giorno: tra andata e ritorno si fanno 150 viaggi, in un periodo turistico per l’Appennino. L’acqua entra da due ingressi: qualche danno alle tubazioni e alle pompe di drenaggio non impedisce il deflusso della sorgente, ma arriva anche dal lago attraverso una paratia che non chiude completamente. A ripararlo ci penseranno i sommozzatori dei vigili del fuoco, ma prima bisognerà raggiungere le condizioni idrauliche ideali: il livello interno dell’acqua dovrà essere 80-100 centimetri più basso di quello del lago. Ciò dovrebbe accadere intorno al 4-5 maggio. Poi lo svuotamento con le autocisterne potrebbe iniziare subito. Il sistema modulare partirebbe probabilmente nella seconda metà di maggio, ma procederebbe più velocemente. La questione è delicata perché il bacino di Suviana serve l’acqua potabile di Bologna e per questo vengono effettuate continue indagini, che si intensificheranno quando inizierà l’intervento vero e proprio. Entrambi gli interventi, però, tutelano l’ambiente, assicura Visconti. Solo una volta ultimato lo svuotamento sarà possibile iniziare ad effettuare gli accertamenti necessari per le indagini. Intanto la polizia sta ascoltando i testimoni.
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