Pozzovivo diventa “maggiorenne” ed è pronto per il suo 18° Giro – .

Domenico Pozzovivo, mentre scriviamo, è in ritiro con il Gruppo Vf Bardiani-CSF-Faizanè sull’Etna. Il lucano si prepara a correre il suo diciottesimo Giro d’Italiaanche questo inseguito e vinto con un arrivo in ritardo nella formazione di Reverberi. A differenza di altre volte, Pozzovivo è arrivato davvero all’ultimo minuto al Vf Gruppo-Bardiani, iniziando la sua stagione a marzo.

«Innanzitutto – dice “Pozzo” – non avrei mai pensato di correre 18 Giri d’Italia, È un risultato che più ci penso più mi sembra considerevole. Ma lo affronterò con la stessa attenzione ed entusiasmo del primo, negli anni ho mantenuto questa mentalità e ne sono felice. Uno dei motivi per cui ho voluto correre nuovamente nel 2024 è stata la grande voglia che mi ha spinto a farlo».

Pozzovivo ha già corso sei Giri d’Italia guidati da Reverberi, dal 2005 al 2012 (saltando 2006 e 2009)
Pozzovivo ha già corso sei Giri d’Italia guidati da Reverberi, dal 2005 al 2012 (saltando 2006 e 2009)
In questo approccio, qual è stata la fase più difficile?

Biomeccanica. Ogni volta che cambio i materiali – bici, scarpe, sella e tutto il resto – devo apportare le mie modifiche. Dopo l’incidente del 2019 è diventata una fase fondamentale e molto difficilema ne sono pienamente consapevole. Arrivare in una nuova squadra e correre subito è stata una scelta rischiosa ma giusta. Il processo di avvicinamento al Giro è esattamente come lo immaginavo.

Su cosa ti sei concentrato maggiormente?

Nel trovare le giuste sensazioni in sella. Ogni anno sono riuscito a costruire un buon feeling con la moto e i materiali, era importante farlo anche quest’anno. L’aspetto a cui devo prestare maggiore attenzione è il fatto che il mio braccio sinistro è meno mobile. Di conseguenza, ho meno forza e questo influisce sul mio fianco destro durante la posizione statica. Ma devo dire che ho trovato il giusto equilibrio.

La 20esima stagione da professionista di Pozzo è iniziata alla Tirreno-Adriatico
La 20esima stagione da professionista di Pozzo è iniziata alla Tirreno-Adriatico
Sei partito dal Tirreno, una gara non facile…

Fui l’unico a debuttare in quella gara. Tutti gli altri atleti del gruppo erano almeno al settimo giorno di corsa. Ma era la cosa migliore da fare. Ho riscoperto l’emozione di pedalare nelle gare. A quei tempi la mia preoccupazione principale era la sicurezza, quindi evitare le cadute. Ero spesso, più del solito (dice ridendo, ndr) in fondo al gruppoche mi ha penalizzato.

In che senso?

Dal punto di vista prestazionale correre nelle retrovie non aiuta, è molto più difficile, soprattutto nel ciclismo di oggi. Per me questo impegno maggiore mi ha aiutato a migliorare.

L’obiettivo primario al debutto era trovare la giusta posizione sulla moto e il feeling con i materiali
L’obiettivo primario al debutto era trovare la giusta posizione sulla moto e il feeling con i materiali
A che livello era la condizione?

Mi sono allenato a casa, in autonomia, fino alla firma del contratto con Reverberi. Mi sentivo bene, ritenevo soddisfacente il mio livello di condizione. Ho cambiato un po’ i programmi rispetto a quello che ho fatto negli ultimi anni. Non ho partecipato al Tour of the Alps e Liegi ma ho preferito correre il Giro d’Abruzzo. La scelta è stata dovuta al fatto che l’Abruzzo si è corso prima e avevo più tempo per venire in altura per preparare il Giro.

Come va?

Le sensazioni crescono giorno dopo giorno. Il periodo in alta quota è di due settimane, tranne Pellizzari, Covili e Fiorelli arrivati ​​più tardi. Personalmente è cambiato un po’ il modo di lavorare, nel senso che con TotA e Liegi prima del Giro si è fatta poca preparazione specifica. Ora che l’ultima gara si è conclusa il 12 aprile, avevo più tempoquindi mi sono ritrovato a fare più lavoro dedicato al passo gara. Poi prima di arrivare sull’Etna avevo comunque scalato la collina, a quota più alta, 3.200 metri. Ho soggiornato per una settimana e mi ha fatto bene.

La condizione cresce, l’ultima corsa è stata il Giro d’Abruzzo: ora “Pozzo” è in altura con la squadra
La condizione cresce, l’ultima corsa è stata il Giro d’Abruzzo: ora “Pozzo” è in altura con la squadra
Quale sarà il tuo obiettivo al Giro?

Sarebbe bello arrivare nella top 10, risultato che alla mia età farebbe un grande piacere. Inoltre una presenza in quella parte di classifica sarebbe motivo di orgoglio e visibilità per la squadra. Avrò tanti giovani compagni al mio fiancoPenso che durante queste tre settimane sarò un punto di riferimento per loro. In particolare penso di poter insegnare molto a Pellizzariin trasferta saremo spesso vicini vista la nostra caratura fisica.

Tu sei al diciottesimo Giro, lui al primo: che effetto ti fa?

È il suo primo Giro d’Italia, ma con un ciclismo molto diverso rispetto al mio esordio nella Corsa Rosa. Dovevo preoccuparmi di restare sveglio e finire le tre settimane di gara. Pellizzari, invece, arriva pronto e con tutte le possibilità per puntare alla vittoria di tappa. Avere me al suo fianco gli toglierà un po’ di pressione e sarà in grado di correre più leggero. Sarò anche un po’ del suo parafulmine.

 
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