World Series in Sardegna, il gravel entra in una nuova era – .

Domenica prossima sarà un momento importante per il gravel italiano, con il test UCI World Series allestito a Orosei (foto UCI in alto). Sarà il secondo evento italiano inserito nel circuito principale dopo la Monsterrato Bike che si svolgerà il 31 agosto con un nuovo comitato organizzatore. Sarà un esperimento importante anche perché la razza sarda è inserita in un contesto completamente diversoentra cioè nel Giro di Sardegna Amatori, che da molti anni è un appuntamento fisso per gli appassionati delle Granfondo e del ciclismo in genere, coniugando l’agonismo con la scoperta dell’Isola.

La colonna della Nazionale italiana sarà naturalmente Daniel Ossvice campione del mondo che ha convogliato tutta la sua passione nella terra una volta terminata la sua lunga parentesi professionale e si è già fatto un’idea precisa della corsa sarda.

«È un test per specialisti – dice – e per certi versi mi fa piacere perché significa che la disciplina si sta evolvendo. Noto anche che il livello sta crescendo molto velocemente e ci stiamo muovendo verso gare più lunghe. Tra l’altro anche l’evento sardo avrà una particolare importanza in quanto qualificante per le manifestazioni titolate che si svolgeranno più avanti nell’anno”.

Per Daniel Oss un nuovo impegno sul circuito. A Indomabile c’erano 40°
Per Daniel Oss un nuovo impegno sul circuito. A Indomabile c’erano 40°
Rispetto a quando sei entrato in questo mondo, che evoluzione noti?

Innanzitutto c’è un calendario più attraente e vario che testimonia come il movimento nel suo insieme stia crescendo. C’è maggiore interesse e questo sta favorendo anche un’evoluzione interna al movimento. Vedo ragazzi muoversi verso questa nuova disciplina, soprattutto vedo collettivi evolversi in vere e proprie squadre e questi sono i precursori di una disciplina che si sta affermando. Nelle corse vediamo sempre più giochi di squadra simili a quelli su strada. È un mondo sempre più tecnico che lascia però spazio all’amatore che vuole scoprire il territorio in bicicletta. Me ne accorgo attraverso i feedback sui miei canali social e questo porta a sempre più investimenti da parte delle aziende.

Il gravel è stato interpretato come una via di mezzo tra strada e mountain bike: pensi che si stia spostando da una parte o dall’altra?

Anche se parliamo di fuoristrada è più orientato alla strada perché non servono grandi doti tecniche, hai più attività metabolica. L’evoluzione competitiva è una conseguenza strettamente legata alla stradama per me il gravel continua ad avere un’identità ancor più legata al puro divertimento.

Ti senti un gravelist?

Sono una persona che ha vissuto tutta la vita su una bici da strada, Ho viaggiato per il mondo e gareggiato con i più grandi campioni, quindi sarò sempre un pilota su strada. Diventa difficile anche esprimersi dopo 15 anni da professionista con compagni che hanno vinto tutto. Qui ho più voglia di scoperta. Mi piace il look da corsa, ma guardo molto il contorno. È chiaro però che quando indosso il numero prendo tutto molto sul serio.

Che ricordi hai della Sardegna?

Qui abbiamo fatto i ritiri della Liquigas, poi c’è stato il Giro di Sardegna che ho già corso insieme a Sagan che ha vinto 2 tappe. Chissà, magari potrebbe portarmi qualche altro bel ricordo, anche dal punto di vista agonistico…

Tonino Scarpitti, l’organizzatore. Il GiroSardegnaGravel si unisce al Giro ciclistico della Sardegna
Tonino Scarpitti, l’organizzatore. Il GiroSardegnaGravel si unisce al Giro ciclistico della Sardegna

L’intuizione di Scarpitti

Il GiroSardegnaGravel nasce da un’idea di Tonino Scarpittiuno dei personaggi storici che hanno vissuto in prima persona l’evoluzione delle granfondo italiane a partire dal secolo scorso, sorprendendo tutti.

«Tutti mi dicevano “ma chi te lo fa fare” – racconta – invece sono molto convinto della mia scelta perché so che la ghiaia è sul punto di esplodere. Sarà un successo strepitoso e questo territorio è ideale per festeggiarlo. Lo dico senza mezzi termini, è la pista più bella di tutte le WorldSeries. Ma dove trovare un percorso che attraversi la spiaggia di Berchidda proprio accanto all’acqua, o che attraversi i pascoli di pecore e mucche? Questa è la bellezza del gravel, può offrire qualcosa di mai visto prima.”

Come sei riuscito a inventare una gara e inserirla subito nel massimo circuito?

Non è stato facile convincere l’UCI, ma il Giro di Sardegna è conosciuto come uno dei più grandi eventi amatoriali, che ogni anno attira una percentuale di corridori stranieri che non si vede in altre gare. La gara gravel si inserisce in questo contesto. Abbiamo subito chiarito che per chi partecipa al Giro la presenza alla corsa su terra non è obbligatoria. È fuori classifica anche perché non tutti potrebbero portare con sé due bici. Ma la risposta da parte dei dilettanti è stata molto incoraggiante.

Il bellissimo passaggio sulla spiaggia di Berchidda, uno dei momenti clou del gravel sardo
Il bellissimo passaggio sulla spiaggia di Berchidda, uno dei momenti clou del gravel sardo
Sei abituato a rivolgerti agli atleti di granfondo, come ti sei trovato in un contesto diverso come quello delle World Series?

Buono, ma vorrei sottolineare una cosa che non mi aspettavo: molti hanno scelto di venire a correre in esclusiva la gara del 28 aprileunire il gravel al turismo e questa è una scelta che deve far riflettere, anche perché la maggioranza viene dall’estero.

Parliamo del percorso…

L’UCI ha imposto la regola dei giri di almeno 40 chilometri, questo significa che gli uomini under 60 si sfideranno al mattino su 3 giri pari a 147,9 chilometri, le donne insieme agli uomini più anziani su due giri pari a 106,8 chilometri. È un percorso impegnativo, con quasi 2.000 metri di dislivello, credo sarà molto selettivo ma scorrevolequando l’abbiamo creato pensavamo ad una media di 39 all’ora.

Il percorso di gara, un circuito di oltre 40 chilometri da ripetere 3 volte (uomini) e 2 (donne)
Il percorso di gara, un circuito di oltre 40 chilometri da ripetere 3 volte (uomini) e 2 (donne)
Quando hai pensato a questa gara la immaginavi come una “una tantum”?

Sì e no, nel senso che se tutto andrà come speriamo l’esperienza si ripeterà, visto il benestare dell’UCI, ma pensiamo di renderlo un evento itinerante perchè la Sardegna ha tanti posti bellissimi che vogliamo far conoscere. Intendiamo spostarci verso Olbia, Alghero, la stessa Cagliari. Voglio essere un pioniere del gravel in questa terra, del resto ormai chi vuole fare cicloturismo compra bici gravel o a pedalata assistita.

 
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