Alessandro Ginotta – Commento al Vangelo del giorno, 29 aprile 2024 – – .

Alessandro Ginotta – Commento al Vangelo del giorno, 29 aprile 2024 – – .
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Quando è stata l’ultima volta che hai lasciato che Dio ti sorprendesse? (Se vuoi puoi rispondermi nei commenti). Finché osserverai Dio con lo sguardo di un adulto non potrai mai capirlo. Hai mai provato a guardarlo con gli occhi di un bambino?

San Matteo ci propone, con questa pagina evangelica, la preghiera di Gesù: “Ti lodo, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli” (v.25). Il Figlio di Dio si stupisce nel vedere come i bambini e le persone semplici riescano a cogliere e ad accogliere la sua Parola. E questo piacevole stupore si trasforma in una preghiera di ringraziamento.

E tu, quand’è l’ultima volta che ti sei lasciato sorprendere da Dio? È bello stupirsi delle azioni di Dio. Perché Dio rompe i nostri schemi, mette in crisi i nostri progetti e ci dice: “fidati di me, non aver paura, lasciati sorprendere, esci da te stesso e seguimi!”. Sì, questo è ciò di cui abbiamo bisogno: l’innocenza di saper riconoscere la bellezza della vita con Dio nel cuore. Lasciarsi stupire da un raggio di sole, perché ci rendiamo conto che Dio stesso lo ha creato per noi. Lasciati stupire dalla bellezza della natura che ci circonda, perché Dio l’ha resa piacevole per noi. Lasciati stupire dalla luna nascente o dallo scintillio di una stella…

Hai visto quante cose possono stupirci anche nella semplicità? In ognuno di essi possiamo rintracciare la presenza di Dio. Si nasconde in una nuvola, che assume mille forme sospinte dal vento. Dio si nasconde in una foglia che cade e in un fiore che sboccia. Tutto intorno a te è abitato da Dio: “ogni cosa buona e ogni dono perfetto vengono dall’alto e discendono dal Padre delle stelle luminose presso il quale non c’è variazione né ombra di cambiamento” (Giacomo 1:17).

Scopriamo così che, per vedere Dio, dobbiamo guardarlo con gli occhi dei bambini; dobbiamo ritrovare lo sguardo di tante persone innocenti che ancora si lasciano stupire, senza permettere al male di rubargli la fantasia, la gioia di vivere, la capacità di apprezzare la bellezza che ci circonda. “Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli” (v.25).

Dio appartiene ai piccoli. Piccoli di età, come i bambini innocenti e curiosi, che la cercano. Ma Dio è anche uno dei “piccoli grandi”cioè coloro che, essendo semplici e umili di cuore, superano qualunque gigante in statura morale e spirituale.

penso a San Francescoche si è fatto piccolo spogliarsi di tutto e riempirsi di amore per il Creatore, per la creazione creata e per le sue creature. Mi viene in mente Santa Teresa di Calcutta, La piccola matita di Dio, goccia nell’oceano della bontà. E mi viene in mente Santa Caterina da SienaPatrona d’Italia e compatrona d’Europa, che mostrò i segni della sua santità all’età di dodici anni.

Non dobbiamo dimenticare che la “piccolezza” a cui fa riferimento Gesù non si misura né con il metro, né con l’età cronologica, ma con l’umiltà. Quindi il piccolo è colui che sa abbassarsi. Che sa mettersi in discussione. Chi non si aggrappa a comodi preconcetti, ma è pronto ad ammettere che non sempre ha ragione. Chissà come dire “mi dispiace”. Che sa “pensare” anche con il cuore e non solo con la mente. Colui che si sente sempre bambino agli occhi di Dio e, proprio come un bambino, è capace di affidarsi totalmente a Lui e alla Sua Parola.

Sì, perché non è facile capire Dio. E la nostra piccolezza sta anche in questo: saper fidarci di Lui anche quando proprio non riusciamo a capirlo. Facciamo un esperimento? Proviamo a raggiungere, anche se solo con la fantasia e per un solo istante, il Monte Calvario nel momento più buio del mondo:

Guarda quelle nuvole minacciose e scure che si addensano all’orizzonte. Ascolta il rombo del tuono, che si fonde con il suono della terra che si spezza e trema sotto i tuoi piedi. Pesanti massi cadono lungo i pendii. Il mondo intero sembra unirsi in un unico, straziante gemito di dolore. Guardate negli occhi queste persone che, per vari motivi, stanno sotto la Croce: nessuno, proprio nessuno, in quel momento, ha capito che quello che stavano vivendo non era l’ultimo capitolo del libro di Dio. No. Perché dopo la Croce, sotto la quale ci troviamo anche adesso, c’è la Resurrezione!

Se ci pensate bene, scoprirete che tutta la vita di Gesù, dalla nascita in una mangiatoia, all’infanzia nella bottega del falegname, alla maturità tra il mare di Galilea e il deserto, a piedi, “senza nemmeno un posto dove appoggiare la testa” (cfr Luca 9,51-62), fino alla flagellazione e alla morte in croce, è una vita vissuta all’insegna di un’umiltà inaspettata, di una pacatezza sorprendente, di una piccolezza disarmante.

Perché ti ho portato qui oggi? Perché voglio capire, insieme a voi, che la logica di Dio sfugge ai nostri ragionamenti. Che siamo troppo “piccoli” per capire come ragiona Dio, cosa pensa, perché si comporta in un modo che spesso non riusciamo a comprendere. Perché Gesù, umile sulla Croce, nel silenzio ha vinto il mondo (cfr Gv 16,33) e ha sconfitto la morte con la sua Risurrezione. E nessuno lo ha capito. Forse nemmeno noi, nei nostri cuori.

Vuoi capire meglio Dio? Torna indietro, bambino! Riscoprire l’autenticità e la purezza delle cose semplici. Ricorda come stupirti davanti ad un fiore che sboccia o ad una lucciola che illumina l’oscurità della notte. È veramente necessario assomigliare a quei bambini che Gesù ama e accarezza (cfr Mc 10,16), e che sono felici di essere amati da Lui. Perché l’infinito non si comprende misurandolo, ma contemplandolo con il cuore!

Fonte: La Buona Parola, blog di Alessandro Ginotta https://www.labuonaparola.it
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