“Sarebbe stato più semplice restare al Napoli, ma ho scelto la tristezza. Ho preso una decisione nel 2022…” – .

“Sarebbe stato più semplice restare al Napoli, ma ho scelto la tristezza. Ho preso una decisione nel 2022…” – .
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Luciano Spallettiex allenatore del Napoli, attuale ct dell’Italia, ha parlato al Corriere dello Sport: “Ho scelto e abbracciato la tristezza lasciando il Napoli dopo quella cosa. Sarebbe stato più semplice e naturale andare avanti, lavorare con un gruppo che avevamo portato in alto, godendoci la felicità del momento, quella che abbiamo fatto sentire al popolo napoletano. Ho scelto la tristezza.

Sono fortunato perché ho sempre avuto ciò che meritavo. Poi, ovviamente, c’è anche chi ha il culo. A volte il risultato dipende non solo dalle capacità tecniche di un giocatore, ma anche dal singolo episodio. A Napoli ci siamo sempre presi ciò che avevamo costruito e meritato.

La fortuna non esiste? Ma il culo con la kappa esiste. Domenica scorsa il Napoli meritava di vincere e non ha vinto. Queste sono sfumature che ti fanno ripensare al tuo comportamento. Non so come allenare il cinismo. Per me allenare significa amare il giocatore, saperlo difendere, aggiungergli qualcosa. C’è il calciatore timido che non riesce ad esprimere al meglio il suo potenziale e allora intervengo con il lavoro. Al Napoli ne avevo un paio. Ma ora posa la penna. Con l’esercizio cerco di portare la persona timida nella condizione ideale per alzare il livello di prestazione. Non posso fare nulla in superficie. Il primo anno a Napoli ho vissuto in un albergo, magnifico, mi portavano la colazione in camera. Poi ho sistemato il lettino in ufficio. Per non perdere un solo secondo, anche il più piccolo dettaglio, mi sono risparmiato la mezz’ora di macchina da Napoli a Castel Volturno.

Ho sempre deciso per me. Il lavoro significa 365 giorni di duro lavoro. Dopo il primo anno i miei collaboratori mi dissero “ma cosa ci resta da fare? Hanno venduto tutti”. Erano partiti Mertens, Koulibaly, Ghoulam, Ospina, Insigne, Fabian Ruiz. Tanta qualità. Volevo sentirmi l’allenatore del Napoli e lui è l’allenatore di una squadra solo se fa qualcosa di veramente importante. Quando incontri De Laurentiis la prima cosa che ti dice è “siamo già arrivati ​​secondi e dobbiamo essere sempre in Champions”. Messaggio chiaro e diretto. Quindi sono partito per portare quella cosa laggiù, è successo, potevo restare più a lungo, avevamo portato il grafico delle prestazioni ai massimi livelli.

Colloqui con De Laurentiis? Ho due orecchie e una bocca. So ascoltare e parlare al momento giusto. De Laurentiis ha grandi capacità comunicative, un linguaggio fluente. E poi dipende sempre quale De Laurentiis ti trovi davanti, sono almeno quattro o cinque. Con l’intelligenza artificiale potrebbero provare a inventarne altri”.

 
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