Formula 1 1994: cosa accadde nella stagione della morte di Senna

Formula 1 1994: cosa accadde nella stagione della morte di Senna
Formula 1 1994: cosa accadde nella stagione della morte di Senna

Il 1 maggio 1994 moriva il leggendario Ayrton Senna, il giorno dopo un altro tragico incidente in cui perse la vita Roland Ratzenberger durante le qualifiche. Era la terza prova di quel Mondiale (segnato da terribili cadute), vinto poi per la prima volta da Michael Schumacher. C’erano anche Zanardi, i giovanissimi Barrichello e Coulthard, Belmondo il figlio di Jean-Paul e Jos Verstappen, il padre di Max

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Sono le 14.17 di domenica 1 maggio 1994. Esce di pista il mitico Ayrton Senna Tamburello con la sua Williams a causa della rottura del piantone dello sterzo morì poche ore dopo lo schianto. Era il terzo round di quel Mondiale, il giorno prima che Roland Ratzenberger della Simtek perdesse la vita contro il muro della curva intitolata a Gilles Villeneuve durante le qualifiche. Cronaca di una stagione maledetta.

Sfondo

Si parte con qualche novità in pista, nel frattempo due nuovi team inglesi: Simtek e Pacific (che assume Paul Belmondo, figlio dell’iconico attore Jean-Paul). Tre confermano la coppia di piloti: Jordan con Rubens Barrichello ed Eddie Irvine, Lotus Pedro Lamy e Johnny Herbert e Ferrari con Jean Alesi e Gerhard Berger. C’è il ritiro di Prost, campione del mondo in carica: nell’ultima gara australiana del Mondiale 1993 l’abbraccio sul podio con lo stesso rivale Senna era entrato nell’immaginario collettivo, che prende posto proprio accanto a Damon Hill. La Benetton sostituì Riccardo Patrese con JJ Lehto, che fu però costretto a saltare diversi appuntamenti a causa di vari infortuni: al suo posto correrà spesso un certo Jos Verstappen, che quattro anni dopo diventerà il padre di Max. Il suo compagno di squadra è Michael Schumacher.


Briatore con Schumacher e Verstappen senior

L’inizio

Schumacher parte forte. Nei primi fine settimana le pole andarono tutte a Senna, grandissimo favorito, ma il vincitore fu il tedesco che volò come un razzo sul bagnato. Il tragico fine settimana di Imola inizia con un terribile incidente alla Variante Bassa del giovanissimo Rubens Barrichello. Poi i due incidenti mortali che sconvolsero il mondo dei motori. Nel fine settimana successivo a Monaco l’austriaco Wendlinger fa volare la sua Sauber contro l’uscita del tunnel: finirà in ospedale in coma. Si riprenderà ma potrà correre solo altre cinque gare nella sua carriera in F1. Dalla Spagna – quinta tappa del Mondiale – si vedono altri volti nuovi: Pedro Lamy della Lotus è coinvolto in un grave incidente e, per sostituirlo, viene richiamato Alessandro Zanardi. Lo scozzese debutta in Formula 1 al posto di Senna Davide Coulthard, mentre Schumacher continua a vincere, conquistando il gradino più alto del podio in sei dei primi sette GP.

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1 maggio, 14.17: il mondo si ferma per Senna

La rivalità Schumacher-Hill

L’intrigo però è dietro l’angolo: a Silverstone il tedesco non rispetta la bandiera nera e si becca due gare di squalifica (con l’annullamento del secondo posto dell’inglese). In uno di questi – in Germania – la Ferrari torna alla vittoria che le mancava da quattro anni. Rientra Schumi, ma si ferma nuovamente in Belgio per problemi al fondo della vettura: a Monza è ancora squalificato e Hill – che mette a segno tre vittorie consecutive – torna a sperare. Il finale è da thriller: nel diluvio giapponese della penultima gara Hill vince con strategia e chiude a -1 dal tedesco a un solo GP dalla fine, quello australiano.

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Fine

Sarà il giorno della grande polemica, della polemica Giro 36 dell’ultima gara: Schumacher sbaglia e va a sbattere contro il muro, Hill tenta il sorpasso alla curva successiva ma tra i due nasce un contatto: la vettura dell’inglese si impenna sul lato sinistro e tocca le barriere, concludendo lì di fatto la sua corsa, nonostante un pit-stop disperato per provare a rientrare. Il tedesco conferma il suo punto di vantaggio e dedica il suo primo titolo a Senna. Ne vincerà altri sette.

 
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