20 anni dopo quella sorpresa al Roland Garros – .

20 anni dopo quella sorpresa al Roland Garros – .
20 anni dopo quella sorpresa al Roland Garros – .

È di nuovo quel periodo dell’anno. I feudatari della terra rossa si fregano le mani, mentre tutti gli accoliti del cemento e dell’erba sperano – o tremano. Il 20 maggio, a Parigi, Il Roland Garros è tornato. E, come sempre, nulla è dato per scontato. Prendiamo quello che è successo 20 anni fa esattamente, Per esempio. Si fruga in tasca e si trova la moneta giusta per scommettere su Guillermo Coria, il draconiano sovrano di questo schema rosso. O su Roger Federer: OK, forse questa non è proprio casa sua, ma lo svizzero è il numero 1 al mondo. Vuoi osare di più? Quindi i nomi sono quelli di altri due che hanno estrema fiducia con la terra: Juan Carlos Ferrero e Carlos Moya.

Invece niente. Invece il destino si divertirà a scompigliare il mazzo, pescando dal mucchio un prescelto a sorpresa. Argentino – nato a Buenos Aires – ventisei anni, fisico compatto, tennis veloce. Ok, va tutto bene, ma la posizione di Gastone Gaudio nella classifica è la numero 44. Non è proprio la beniamina dei bookmaker.

Il suo punto forte? Il contrario. Con questo riesce spesso a tagliare con successo, ma nessuno pensa davvero che basterà per vincere un trofeo del genere. In realtà nessuno si pone realmente la domanda. Tuttavia, quando si alza il sipario e cominciamo a far oscillare le nostre racchette, accade l’impensabile. Ferrero eliminato agli ottavi, dalle manganellate inflitte dal vorace russo Igor Andreev. Federer, il magnifico svizzero, eliminato al terzo, da Kuerten.

Poi, magicamente, la parte superiore della tavola comincia ad assottigliarsi. Avanzano sicuri Nalbandian, Hewitt e appunto Kuerten. Ma cammina anche accanto a loro l’argentino Gaudio, provocando l’allargamento delle pupille in serie. Prima batte il suo connazionale Guillermo Canas in una lotta serrata. Poi mostra la via d’uscita al numero 14 del mondo, Jiri Novak. E nel terzo round ha eliminato Thomas Enqvist con potenti rovesci.

Quando arriva Andreev, però, tutti lo danno per spacciato. Invece niente, il miracolo continua impertinente: 6-4, 7-5, 6-3. Adesso la gente inizia a credere nel suo tennis rudimentale ma efficace, anche se il calibro dei contendenti continua a salire. Gaston, tuttavia, sembra non preoccuparsi molto del lignaggio, e devasta anche Hewitt giocando la migliore partita del suo torneo. E’ in semifinale un altro argentino, Nalbandianma anche lui è regolato dal gioco irrevocabile di Gaudio.

Così, accompagnato dagli sguardi stralunati degli esperti, si mette a giocare la finale contro il grandissimo favorito Coria, il 6 giugno 2004. Questa volta sembra non essere affatto iniziato. Il livello dei due è troppo diverso. Coria domina il primo set, concludendolo con un goloso 6-0. Gaudio sembra quasi ritirarsi in campo, consapevole della propria impotenza di fronte a un campione di quel calibro. E infatti perde malamente anche il secondo set, 6-3.

Qui, però, inizia a realizzarsi un vero miracolo. All’improvviso Coria appare contratto, dolorante, legnoso nei movimenti. Gaudio, invece, acquisire fiducia. E vince il terzo set 6-4. Il pubblico parigino, da sempre amante delle storie degli sfavoriti, lo spinge al sorteggio inaspettato. Gaston trionfa 6-1 nel quarto set. Coria non capisce più niente, anche perché quella sarebbe dovuta essere una vittoria facile.

Invece nell’ultimo e fatidico set è Gaston a vincere, annullando due match point, contro-break all’avversario e vince 8-6 dopo tre ore e mezza di battaglia. Coria è scioccato, pubblico e stampa anche. Gaston sorride ad alta voce, come chi ha appena grattato il biglietto della sua vita alla lotteria nazionale.

Tra l’altro diventa il secondo argentino a trionfare qui, dopo Vilas. Mamma, che gioiaal Roland Garros!

 
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