La finale di Conference tra Fiorentina e Olympiacos è stata la prima finale in carriera per Artur Soares Dias, l’arbitro scelto per Polonia-Olanda, un premio meritato per uno come lui che lotta da decenni per raggiungere questi traguardi. Diventato internazionale nel 2010, all’età di trent’anni, Soares Dias è un figlio d’arte: suo padre Manuel, scomparso nel 2009, era anche direttore di gara. In precedenza, la partita più importante della sua carriera era stata la semifinale di Champions League dello scorso anno tra Real Madrid e Manchester City. Una partita nella quale ha dimostrato empatia e non ha commesso errori, nonostante, su decisioni importanti ha trascurato alcuni comportamenti eccessivi dal punto di vista disciplinare. Soares Dias è stato scelto come VAR ai Mondiali di Russia 2018, mentre ha diretto due partite nella fase a gironi di Euro 2020, ma vediamo come se la cava ieri ad Amburgo.
La storia di Soares Dias con Polonia e Olanda
L’arbitro portoghese aveva già diretto tre volte i Tulips con un record di due vittorie e un pareggio, un solo incrocio con i polacchi con la partita finita in parità
L’arbitro ha ammonito solo un giocatore
Assist degli assist Paulo Soares e Pedro Ribeiro con il bosniaco L’uomo di Peljto IV e Martins al Var, l’arbitro si è limitato ad ammonire l’olandese Veerman.
Polonia-Olanda, i casi al rallentatore
Questi gli episodi dubbi. L’arbitro si è scatenato in una partita non brutta ma comunque intensa nella quale non sono mancati fallimenti e nervosismo. Al 15′ giallo per Reijnders ma non è lui l’autore del gol fallo su Szymanski! Il giocatore olandese, dopo aver ricevuto il cartellino, lo segnala all’arbitro che poi ammonisce Veerman, il vero autore del fallo. Un errore che poteva costargli caro perché a Euro2024 il secondo cartellino giallo nel torneo porta già alla squalifica. Regolari i tre gol di Polonia-Olanda.
