«L’Italia del basket ai Giochi? Siamo una famiglia. Gallinari vuole esserci” – .

«L’Italia del basket ai Giochi? Siamo una famiglia. Gallinari vuole esserci” – .
«L’Italia del basket ai Giochi? Siamo una famiglia. Gallinari vuole esserci” – .

DiDaniele Dallera e Flavio Vanetti

Il tecnico della Nazionale di basket Gianmarco Pozzecco fa il punto prima del torneo decisivo per la qualificazione: «Ho detto a Gallinari di pensare a divertirsi». Poi la risposta del Messina sul “peso” della Nazionale

Conquistare i Giochi di Parigi dovrà far passare per la cruna di un ago la Nazionale di basket: il torneo preolimpico dei primi di luglio a Porto Rico, dove è previsto altro incrocio decisivo con la Lituania, storica bestia nera. Ma Gianmarco Pozzecco è di buon umore. La partenza del rally, tra Folgaria e Trento, si è già trasformata in adrenalina e voglia di fare battute su Danilo Gallinaricon una risposta ad una riflessione di Ettore Messina e con giochi di parole Gianni Petrucci, riprendendosi da un terribile incidente stradale. Come sta il presidente? «Nessuno ha i valori che ha lui…». Risate: l’avvocato Guido Valori sarà avversario alle prossime elezioni FIP. Ma al di là di tutto e delle stronzate, Poz si gode l’atmosfera di un’Italia ancora una volta in missione. Un ambiente sensazionaleper usare l’aggettivo a lui caro.

Come possiamo riassumere l’inizio della nuova avventura?
«Ricordando due novità: ho chiamato tanti giovani, anche senza esperienza in Serie A, perché non sono solo avveniristici ma anche efficaci nel presente. Quindi ho allargato la base della “famiglia”, è un vantaggio per il movimento. La seconda scelta è quello di inserire nello staff allenatori esperti e giovani per questa fase: la Nazionale non è mia, ma appartiene a più persone”.

Dopo due anni da allenatore, come vedi l’identità di Pozzecco?
“Nel legame con la maglietta, anche se sono i giocatori più esperti a trasmettere questa mentalità. Il secondo aspetto che rivendico è lo stare bene insieme: professionalità, a tutti i livelli, e giovialità devono convivere e sono necessarie”.

Quanto alimenterà la base ampliata la squadra che andrà a Porto Rico?
«Non è una scelta cosmetica, è l’inizio di un processo i cui frutti si vedranno poi. Ma potrebbero esserci delle sorprese”.

Su quale concetto lavori affinché l’idea di “famiglia” possa essere vista in campo?
«Sulla tolleranza reciproca: negli sport di squadra è fondamentale».

Ettore Messina ha dichiarato che sono i club a fare del bene alla Nazionale. E questo senza togliere nulla a te e alla FIP, essendone stato a sua volta allenatore
«Devo tutelare la mia organizzazione, rispettando le opinioni degli altri. Sono stato giocatore, anche italiano, ho allenato in club, ora sono allenatore: non avrei mai pensato di dover chiarire quanto impatto possa avere un club rispetto alla Nazionale, e viceversa, sullo sviluppo del un giocatore di basket. Quantificarlo è inutile. Mi lascia perplesso anche il fatto che non pensiamo come se appartenessimo alla stessa squadra che punta a fare un salto di qualità nel movimento. Sono sempre stato convinto che essere stato giocatore non dia vantaggi se diventi allenatore. Tranne uno: hai uno spirito di squadra che gli altri, pur gravitando sul basket, non possiedono”.

Ha spiegato l’identità morale della sua Nazionale. Ma quale sarà questa tecnica?
«Quello solito, basato sulla condivisione di ciò che accade in campo. Quindi: collaborazione difensiva e, in attacco, disponibilità al passaggio della palla”.

Qual è una buona ragione per credere che andremo a Parigi?
«Perché i ragazzi sono legati a ciò che fanno: la voglia dei Giochi si trasformerà in grande dedizione sul campo».

Preparazione breve e torneo breve: un vantaggio o un problema?
«Melli mi ha detto: “Ci conosciamo bene e sappiamo cosa dobbiamo fare”. Il fatto di avere poco tempo a disposizione non mi spaventa”.

Che consiglio hai dato a Danilo Gallinari?
«Gli ho detto di dare importanza solo all’aspetto ludico: “Voglio che tu ti diverta”. Dopo 16 anni in NBA forse è difficile per lui scoprire questo valore”.

Gallinari vuole esserci

Come l’hai trovato?
«Desideroso di esserci. Finora non ha ancora potuto partecipare alle fasi di contatto, inizierà adesso. Ma stava in disparte per consigliare e motivare i suoi compagni di squadra”.

Le sta rubando la casa?
«Wow, non ho capito: grazie per la dritta… (risate). Per fortuna da adesso in poi potrà allenarsi senza limiti, quindi sistemerò anche questo. Ma se hai qualcuno disposto ad aiutare i tuoi compagni, hai un valore inestimabile”.

Marco Spissu, il suo “pretoriano”, sembra abbattuto.
«Marco è mio “figlio”, giocherà alla grande. Non ho dubbi: se troverà “papà” in blu, sarà sensato”.

Perché il Milan ha vinto ancora lo scudetto?
«Per la qualità dei giocatori, perché il Forum ormai è un valore aggiunto e perché nessuno al mondo rappresenta quello che è Giorgio Armani. Il Messina è stato bravo a far sì che ci fosse il giusto mix tra concetti societari e sportivi”.

Come compenseremo l’assenza di Simone Fontecchio?
«Non piangersi addosso, ma credere in chi lo sostituirà. Simone è abbastanza intelligente da capire che un’assenza può stimolare gli altri: dopo l’infortunio di Gallinari nel 2022, all’Europeo abbiamo fatto una grande Polonara”.

Si sente ancora il ritornello: l’Italia ha qualche chilo e qualche centimetro, non ha “grandi uomini”.
«Allora rispondo citando il collega della pallavolo maschile, Fefé De Giorgi: è più importante concentrarsi sui pregi che sui difetti. È un insegnamento che ho sperimentato anche io in prima persona: dare spazio alla positività, non alla negatività”.

17 giugno 2024

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