Taken from Caffé#99 by Pino Allievi – Canale YouTube di -
Mi dà davvero fastidio che nel giorno in cui Verstappen e Norris giocavano agli autoscontri, la Ferrari non riuscì a vincere. Certo, aveva un solo pilota con cui provare, ma Carlos Sainz è un pilota di punta, dotato dell’intelligenza tattica per uscire vincitore e del senso delle proporzioni per avere sempre la macchina pronta nel momento decisivo.
Ma questa volta l’auto non c’era. O meglio, quei pochi centesimi di secondo di differenza nelle prove libere, a favore della Mercedes, si sono trasformati in un ostacolo insormontabile per Sainz e Russell è riuscito a prevalere. Dopo il miracolo di Montecarlo, infatti, la Ferrari che avrebbe dovuto fare scempio non c’era più, non ci entusiasmava più. E la Mercedes, che sembrava avviarsi verso un ruolo secondario, ha sempre ottenuto più punti del Cavallino, dopo la sconfitta di Monaco. Complice i famosi pacchetti di aggiornamento, che secondo alcuni avrebbero dovuto favorire solo la Ferrari, nell’illusione che i rivali la stessero aspettando e invece le prestazioni più convincenti sono arrivate da McLaren e Mercedes, oltre che da Red Bull.
Una situazione che Fred Vasseur conosce bene e non nega, ma che deve comunque tenere alto il morale di una squadra che stenta a credere a quello che le sta accadendo. Va bene per la Red Bull che domina a prescindere, ma La Mercedes, depauperata di decine di tecnici emigrati altrove, ha rialzato la testa nonostante tutto e la McLaren, che non ha certo una situazione economica invidiabile come le altre, continua la sua scalata verso i vertici con prestazioni che lasciano tutti senza parole perché c’è la struttura, c’è il senso di squadra, c’è quello di appartenenza.
La Ferrari invece è assente, è scivolata indietro ed è ora la quarta forza in campo. A Zeltweg sembrava la nostra nazionale di calcio eliminata dalla Svizzera: priva di idee, di mordente, di cattiveria, rassegnata a un ruolo di contorno che stride con la sua storia, accidenti. Va bene, consoliamoci col podio ottenuto da Carlos Sainz, il pilota che al momento non conosce il suo futuro: ma senza il botto tra i due davanti sarebbe stato quinto, una posizione più congeniale a lui e alla Ferrari di oggi.
Peccato, anche se la gara di domenica sarà ricordata solo dai duello tra Verstappen e Norrische rivedremo per anni come lo spot della F.1 firmato Villeneuve e Arnoux. Max torna ad essere il Verstappen della prima ora, quello che cambia volentieri traiettoria in frenata e non ha scrupoli nell’ostacolare, nei limiti del regolamento o anche oltre, chiunque cerchi di stargli davanti.
Norris, povero e ingenuo, pensava che Max fosse invece il simpatico amico con cui sfidarsi, tra una gara e l’altra, in video-gare virtuali, in cui l’ego gioca un ruolo marginale. Ma i cannibali, messi alle strette, finalmente si rendono riconoscibili e ora Norris, forse, ha capito con chi ha a che fare in pista. Poi va bene anche bere un caffè insieme e sfidarsi a colpi di moto d’acqua, ma Verstappen è lo stesso e non cambierà mai, anche se con una Red Bull superiore alle altre si è abilmente camuffato.
Infine un discorso a parte ma collegato al delitto di Zeltweg. Sorpassare è un atto di coraggio, è l’essenza delle corse. Penalizzare un pilota, come è successo a Norris, che abbandona le linee che delimitano la pista nel rocambolesco tentativo di sorpassare una bestia terribile come Verstappen, significa abbracciare una perversione noiosa e irrealistica della regolamentazione che deve essere eliminata immediatamente.
Mi chiedo: capiranno le squadre e la federazione che insistere su questi cavilli è il modo ideale per allontanare i tifosi e la passione? Ci vuole il tempo di un caffè per annullare la regola: spero che lo faccia subito, mentre bevo un espresso italiano prima di proiettarmi a Silverstone, dove domenica proseguiranno le gare.
