NUCA, acronimo di “Nude Camera”, rappresenta un progetto ambizioso che mescola arte, tecnologia e questioni etiche legate all’intelligenza artificiale. Il suo scopo è spogliare le persone che fotografa, utilizzando algoritmi di intelligenza artificiale per creare nudità non autorizzate. La stessa cosa che migliaia di fanno gli adolescenti nelle scuole da mezzo mondo – e di cui finora non si è parlato abbastanza.
Sviluppato da Mathias Vef e Benedikt Groß, NUCA vuole essere una provocazione, qualcosa che permetta a tutti – anche ai più testardi – di capire com’è facile creare immagini nude di chiunque attraverso l’uso di algoritmi.
NUCA funziona collegandosi a un server, quindi non è del tutto indipendente. Non esiste un’elaborazione locale, ma non importa, poiché anche le app di “nudificazione” si basano sul cloud computing. L’algoritmo analizza il soggetto e poi elabora una versione svestita che sarà molto simile, anche se dalle immagini in circolazione sembra che ci sia una certa tendenza a creare corpi statuari e perfetti, non esattamente realistici.
Il punto è che il visto resta più o meno lo stesso, e quindi la fotografia di quella persona senza vestiti poi potrebbe circolare. A un certo punto non conta più il fatto che la foto sia falsa, contano solo la vergogna, l’umiliazione e la disperazione.
Significativa la scelta di presentare NUCA attraverso video promozionali dal tono satirico. Vef e Groß intendono far riflettere le persone su come utilizzare l’intelligenza artificiale, sia in contesti positivi che problematici. La variegata reazione delle persone al progetto, dall’orrore alla curiosità, sottolinea la complessità delle questioni sollevate da NUCA.
NUCA non sarà messa in vendita, proprio perché è un progetto di comunicazione senza finalità commerciali. Purtroppo però strumenti simili esistono e sono accessibili abbastanza facilmente praticamente a chiunque abbia un telefono.
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