il nuovo Don Alfonso 1890, dove il territorio viene portato in tavola e la storia ispira nuove idee – .

il nuovo Don Alfonso 1890, dove il territorio viene portato in tavola e la storia ispira nuove idee – .
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Don Alfonso, Livia, Mario, Ernesto. Per tutto il mondo del cibo, gli Iaccarino sono i magnifici quattro dell’ospitalità, simbolo di una famiglia che ha saputo fare dell’arte della cucina e dell’ospitalità un business. Lo fanno da oltre 50 anni, mantenendo un’identità precisa legata al territorio e alla storia del territorio, ma con la capacità di restare sempre attuali. Non è una coincidenza, ma un obiettivo, che è riassunto nella citazione da Eduardo De Filippo che apre il menu:
“Solo dopo aver studiato, studiato e rispettato la tradizione, abbiamo il diritto di metterla da parte, sempre con la consapevolezza di essere debitori, quantomeno, di aver contribuito a chiarirci le idee. Naturalmente, se rimaniamo ancorati al passato, la vita che continua diventa vita che si ferma ma, se usiamo la tradizione come trampolino di lancio, è ovvio che faremo un salto molto più in alto”.

Il giardino (foto @stefanoscata)

Così il passato viene consegnato al presente e ha come mezzo della tavola e come ingredienti le verdure dell’azienda agricola di proprietà, Punta Campanella, oltre a pesce e latticini e carni di produttori vicini. La cucina, guidata da Ernesto Iaccarino, è subentrata a Don Alfonso e le due generazioni convivono in sala con la classe di Livia e l’organizzazione di Mario, divisa tra Sant’Agata sui due Golfi e le varie sedi nel mondo (Singapore e Toronto ), entrambi dedicati al perfetto benessere dell’ospite.

Iniziamo con la deliziosa serie di amuse-bouche: un pomodorino che in realtà è una pallina di mozzarella di bufala ricoperta di gelatina di pomodoro e guarnita con pomodorini confit e origano tritato finemente alla base; millefoglie piccole e croccantissime alternate alla mousse di mortadella; chips di sedano con patata viola e tartufo; il panino alla cipolla fermentata.

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E mentre sgranocchiate i grissini preparati con l’impasto dei taralli e gustate il fragrante pane da intingere nell’olio extravergine di oliva, può iniziare il vero viaggio, scegliendo tra il menù vegetariano, quello dedicato alla tradizione, la grande degustazione con ultime novità della stagione o magari pesca à la carte.

Da non perdere la ricciola cruda, con carne compatta e asciutta – indice di perfetta maturazione – in taglio sashimi (d’altronde l’esperienza asiatica di Ernesto non si limita ad esportare il Mediterraneo in Malesia, ma ad assorbire da lì alcuni virtuosismi gastronomici), accompagnato da olio alla menta, purea di fave e chips di zenzero, finte olive congelate e due squisite salse: una bianca all’erba cipollina e una gialla alla curcuma, profumata all’aglio fritto. C’è infatti un leggero rischio di perdere la perfezione del pesce in tutta quell’abbondanza di salse, ma il divertimento è assicurato se provate ad abbinarne di tanto in tanto un pezzetto con un condimento diverso.

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Impeccabile per grado di cottura e particolarità dell’abbinamento, lo spiedino di astice e cardoncelli, così piacevole che la schiuma di patate allo zafferano su cui poggia può passare in secondo piano. La dolcezza e il profumo dell’abbinamento sono esaltati da un tocco di ‘nduja, la vera ciliegina sulla torta.

Dal menù vegetariano, ecco una vera perla: Carciofo alla giudea con cipolla in agrodolce, finocchi grigliati, crema di zucchine e ravioli fritti con ripieno di funghi. Un piatto di grande equilibrio e godibilità, la prova – se ancora ce ne fosse bisogno – che se la materia prima è di prima scelta, anche solo con i prodotti dell’orto si possono avere grandi soddisfazioni.

Nudi di ricotta

I nudi di ricotta sono un monumento alla semplicità: morbide e gustose, con il richiamo di un po’ di fiordilatte che le rende leggermente filanti, affogate in un delicato brodo di cappone di mare profumato alla verbena e scorza di limone.

Un altro primo apparentemente semplice vale il viaggio: spaghetti aglio olio e peperoncino con sgombro marinato, cosparsi di pangrattato tritato, pinoli, cipolla caramellata e adagiati su uno strato di salsa di tonno bianco, sono cucinati secondo le regole per una masticabilità che è una gioia per ogni italiano ossessionato dalla pasta.

Ventresca di tonno alla puttanesca (foto @paoladicapua)

Altra cottura chirurgica è quella della ventresca di tonno alla puttanesca, dove gli ingredienti della celebre salsa – pomodoro, olive e prezzemolo – diventano il accompagnamento ideale per la pregiata tagliata di pesce. La piccola pasticceria e i dessert, come il Limone di Punta Campanella, richiamano tutti i sapori dei dolci napoletani (tra cui una micro-pastiera) e i profumi della Costiera.

La stanza (foto @paoladicapua)

Dalla cantina, un ambiente millenario e suggestivo ricavato da un tunnel preromano dove sono conservate oltre 25.000 bottiglie pregiate, sono disponibili vini per tutti i gusti, dalle grandi etichette blasonate ai piccoli produttori locali.
Qui la cena è un vero e proprio tuffo nel Mediterraneo e la famiglia Iaccarino propone la propria filosofia perseguendo la ricerca assoluta del benessere – anche in termini di salute – dei propri clienti. Il buono immerso nel bello, è proprio il caso di dirlo. E infatti il ​​ristorante ha riaperto appena un paio di settimane dopo i lavori di ristrutturazione esterna. Dove c’era il parcheggio ora c’è un bellissimo giardino ricco di piante di agrumi, che indica la cura della natura come premessa alla cura degli ospiti.

Voto 8/11

Don Alfonso 1890

Corso Sant’Agata 11/13, Sant’Agata Sui Due Golfi (Na)

Menù vegetariano: 180 euro
Menù La Tradizione: 190
La degustazione: 230

Alla carta: 120-150 circa

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