Panasonic vuole che i creatori abbandonino lo smartphone per Full Frame – .

Anche Panasonic si toglie i panni seri alle sue fotocamere full frame Lumix e arriva sul mercato con una nuova fotocamera dal tono smaccatamente “social”: leggera, piccola, colorata e connessa, ma non incline a fare sconti sulla qualità. Si chiama Lumix S9, il modello più piccolo della serie S, che storicamente non ha mai fatto delle dimensioni e della riduzione del peso il suo valore aggiunto (la prima S era una mirrorless grande quanto una reflex). Un’abitudine che cambia drasticamente con questo nuovo modello che porta il peso del solo corpo a 400 grammi, ai livelli più bassi del mercato, addirittura sotto la leggerissima Sony A7c II e meno della metà della micro 4:3 Lumix G9.

Dicevamo che l’S9 strizza l’occhio alla galassia più giovane del mondo fotografico e lo fa anche proponendo non solo il serioso nero, ma altre tre finiture, rosso, verde e blu dai colori accesi, seppure nella classica finitura in similpelle.

Per ragioni di compattezza, però, si perde il mirino oculare – cosa decisamente insolita sui full frame e fattore che per un fotografo amatoriale tradizionale rappresenta un limite quasi insormontabile.

Ma comunque – come sappiamo – gli utenti più giovani tendono a scattare foto guardando il display con la fotocamera protesa davanti a sé. Soprattutto perché lo schermo è inclinabile e pieghevole.

La Lumix S9 monta un sensore CMOS da 24 megapixel (lo stesso della S5II) con autofocus ibrido a ricerca di fase che può contare su 779 punti AF; inoltre la macchina è dotata di uno stabilizzatore attivo interno che può essere utilizzato anche per rendere più stabili le riprese video.

L’S9 – corpo piccolo – non è una regina in termini di connessioni disponibili, che sono un po’ ridotte al minimo: c’è l’uscita microHDMI, c’è l’USB-C che funziona anche come porta di ricarica (ma non alimenta la macchina all’infinito) .

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Per fortuna è presente anche l’ingresso per un microfono esterno: la sua assenza avrebbe compromesso l’eventuale vocazione video della fotocamera.

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Lo slot di memoria è in formato scheda SD e ce n’è solo uno, accanto al vano batteria.

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Una macchina pronta per ogni “look” di immagine.

Per abbreviare la pipeline di produzione dei contenuti social, l’S9 integra anche la funzione Real Time LUT che permette di vedere direttamente sul display come apparirà una clip dopo un opportuno grading. Ma la LUT può anche essere applicata e memorizzata nel file, così da avere clip già pronte per l’editing con il look preferito. Questa vocazione è resa ancora più accessibile dalla disponibilità nientemeno che di un pulsante dedicato alla selezione della LUT, privilegio che poche macchine hanno e che risulta ancora più notevole visto che ci troviamo di fronte ad un corpo evidentemente semplificato per poter essere piccolo, il che porta anche ad una riduzione delle chiavi a disposizione.

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Inoltre, grazie alla nuova app Lumix Lab, è ora possibile non solo scaricare al volo il materiale girato su smartphone ma anche applicare una LUT ex post, evitando così la necessità di uno step di grading su PC: le immagini sono già sullo smartphone con il look finale pronto per essere condiviso. Grazie all’app Lumix Lab è inoltre possibile non solo utilizzare le LUT sviluppate da famosi direttori della fotografia e coloristi, scaricabili da Internet, ma anche modificare e creare la propria LUT, caricarla sulla fotocamera e quindi utilizzarla per scattare con un look distintivo.

MP4lite arriva anche in Open Gate, il meglio per il social media manager

Sempre nell’ottica di consentire l’editing “al volo” da smartphone, la Lumix S9 sa anche codificare le immagini in MP4 Lite, che corrisponde ad un formato più snello e facilmente modificabile anche su smartphone; inoltre la fotocamera può scattare nel cosiddetto Open Gate, quindi full sensor, consentendo successivamente la riinquadratura delle immagini nel formato preferito. Quindi, con un sensore 3:2 da 24 megapixel, è possibile scattare in Open Gate e ottenere poi un verticale 9:16 in piena risoluzione 4K. Alla fine, se si guarda al mondo social, si gira in un unico formato ma inevitabilmente il video dovrà essere esportato e montato in formati via via diversi, da molto orizzontale a molto verticale, passando ovviamente per formati quadrati. Catturare l’intero sensore e pensarci successivamente è sicuramente la cosa più versatile da fare.

Il prezzo è calibrato sulla “popolazione smartphone”

Un Full Frame al prezzo di listino di 1699 euro non si vede spesso, anzi. Questo è il prezzo convincente dell’S9 in versione solo carrozzeria. Una soglia d’ingresso che si avvicina al prezzo degli smartphone top di gamma e che quindi non può spaventare l’ideatore dello smartphone, vero target di questa macchina. Esistono anche versioni kit: abbinato all’onesto obiettivo 20-60 mm, si arriva al 1999, senza varcare la soglia psicologica del 2000. Per chi ha bisogno di un obiettivo super versatile e soprattutto teleobiettivo (cosa che uno smartphone non può avere) c’è anche il kit con l’obiettivo 28-200mm, disponibile solo in finitura nera, a 2499 euro. Prezzi onesti, quindi, penalizzati solo dalla mancanza dell’oculare che per una certa categoria di utenti rappresenta uno svantaggio non superabile.

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Prime impressioni: autofocus bomba. Ma mancano alcuni altri pulsanti

La prima cosa che noti quando tieni in mano l’S9 è che non ci sono molti controlli fisici. Manca, ad esempio, un joystick, così importante per alcune operazioni veloci, così come mancano alcuni pulsanti programmabili. Ciò non è un caso né l’effetto di una frenetica ricerca di risparmio; piuttosto – ci spiegano – tutto nasce dalla volontà esplicita di creare una full frame adatta all’utenza smartphone, cosa che non faccia eccessivamente paura. I troppi pulsanti delle mirrorless pro e semi-pro sono un vero shock per chi è abituato solo al touch screen e alle interfacce grafiche.

La seconda cosa che si nota, cominciando a puntare la fotocamera qua e là, è la qualità dell’autofocus: molto elevata, bisogna dire, capace di riconoscere molto bene i soggetti a distanza e propensa a mantenerli a fuoco, anche a raffica, per l’intero percorso, anche quando avanzano in diagonale o quando sono vicini ai bordi del sensore. Da quello che abbiamo visto in mezz’ora di scatti, uno dei migliori autofocus Lumix.

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Una nota di delusione deriva dalla durata delle riprese (almeno dichiarata, non abbiamo avuto modo di fare le prove): i limiti sono abbastanza stringenti, con un massimo di 10 minuti in Open Gate, 15 minuti in 4K e 20 minuti in Full-HD. Ci auguriamo che questi siano solo limiti teorici precauzionali, ma che in condizioni climatiche non impegnative tali limiti possano essere ampiamente superati.

La nuova app Lumix Lab, pur essendo un debutto, si è dimostrata ben realizzata e molto solida.

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Basti dire che se si configura l’app per il trasferimento automatico degli scatti (molto comodo se poi si deve rilanciare qualcosa sui social) il processo regge anche se si mette l’app non in primo piano o si blocca il telefono. App di altri produttori, alle stesse condizioni, disconnetterebbero la connessione WiFi con la macchina.

Nella nuova app si avverte un solo difetto: si tratta della possibilità di scatto remoto con anteprima dello scatto, che manca.

La stabilizzazione funziona molto bene, semplificando, tra le altre cose, le riprese panoramiche.

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Anche applicare le LUT in macchina e al volo è molto divertente e i tempi di configurazione sono trascurabili.

Di seguito sono riportati due scatti effettuati a pochi secondi di distanza l’uno dall’altro, il primo senza LUT neutra, il secondo con una LUT molto caratteristica.

Abbiamo provato anche a creare una LUT sull’app, modificando (anche un po’ casualmente) i parametri di calibrazione di una foto campione. Con un tocco la nostra LUT di prova è stata caricata sulla fotocamera ed è stata attivata molto facilmente per le riprese.

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Come al solito, nessun problema nello scattare senza oculare, fatta eccezione per la possibilità di vedere il microfocus ad occhio nudo senza ingrandire l’immagine. Ecco altri scatti realizzati nel nostro brevissimo test in anteprima, sempre con l’obiettivo 20-60 che viene fornito in kit con alcune configurazioni dell’S9.

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