SacriFire, abbiamo provato un nuovo promettente gioco di ruolo in pixel art – .

SacriFire, abbiamo provato un nuovo promettente gioco di ruolo in pixel art – .
SacriFire, abbiamo provato un nuovo promettente gioco di ruolo in pixel art – .

Annunciato durante il Summer Game Fest con un nuovo trailer e una data di uscita generica per il 2024, la demo di SacriFire è passata abbastanza inosservata. Non ne parla quasi nessuno, eppure il titolo Pixelated Milk – quelli di Warsaw e Regalia of Men – è in sviluppo da anni e il problema è che stavamo per ignorarlo anche noi, ma sarebbe stato un grosso errore perché, dopo averlo provato, SacriFire ha tutte le potenzialità per essere uno degli RPG da tenere d’occhio nei prossimi mesi.

La fiamma della pixel art brucia

La demo di SacriFire ci permette di giocare come protagonista, Ezechiele Ridan, nuovo prelato della chiesa di Antiochia che venera il dio Sheol. Nel giorno dell’Ascensione, in cui lui e l’amico Sofonia dovrebbero essere promossi di grado, avviene un catatrac: una misteriosa figura incappucciata a capo di una banda di eretici irrompe nella cattedrale e ruba la Melkora, un manufatto che si dice per custodire un male forte. Ezekiel ha immediatamente il compito di catturare il ladro ed è lì che abbiamo il compito un vero assaggio del gameplay SacriFire Central: Fino a quel momento eravamo riusciti a superare un paio di scenari, ma la Cattedrale di Antiochia è un vero e proprio dungeon introduttivo.

Nei trailer possiamo intravedere i compagni di Ezekiel sul campo di battaglia insieme a lui, ma nella demo potremo giocare solo nei panni del protagonista con un controllo marginale sulle funzionalità previste nel codice completo: non possiamo cambiare le armi, ad esempio, ma possiamo sblocca alcune abilità spendendo Divos guadagnato ad ogni livello superiore.

Gli slogan pubblicitari di SacriFire citano Vagrant Story e Xenogears ma se Pixelated Mik si rifà ai due famosissimi titoli del passato magari a livello narrativo, con un forte tono esoterico nella scelta dei nomi e delle tematiche, In termini di gameplay, siamo più vicini a Valkyrie Profile di Enixil half-platform 2D in cui saltavi nei dungeon e risolvevi enigmi ambientali e dove il contatto con i nemici sullo schermo caricava il combattimento in una schermata separata: abbiamo appena descritto il gameplay di SacriFire.

I dungeon di SacriFire sono in parte platform come nel mai dimenticato Valkyrie Profile

Nel gioco ci muoviamo attraverso scenari 2D, spostandoci occasionalmente in secondo piano nei punti che ne consentono la transizione alcuni passaggi richiedono un minimo di abilità di platformingcompensato però da un doppio salto e da un’ottima reattività agli input. Il gioco gira alla perfezione, senza rallentamenti o incertezze di sorta, cosa per nulla scontata, nonostante il comparto tecnico.

Parliamo allora di questo comparto tecnico: il lavoro svolto sulla combinazione di pixel art 2D e scenari o effetti 3D è di straordinaria qualità, con una meticolosa attenzione ai dettagli e al generoso numero di sprite sullo schermo, eccezionale fluidità nelle animazioni soprattutto in combattimento e a colonna sonora composta in parte da Motoi Sakurabail cui contributo è immediatamente riconoscibile nella bellissima musica che abbiamo ascoltato.

Il character design è forse l’unico punto debole di SacriFire

Il design dei personaggi lascia un po’ a desiderare, un generico mix di caratteristiche occidentali e giapponesi, e… speriamo in una localizzazione italiana che funzioni meglio su testi e dialoghi, un po’ troppo rozzo se si considera la narrazione: i nostri nemici, infatti, sono i demoni che stanno possedendo esseri umani ignari. Mentre la chiesa di Antiochia controlla le informazioni per prevenire il panico, quelli come Ezekiel sono addestrati a combattere usando i loro poteri soprannaturali: sul campo di battaglia ciò significa imparare un sistema ibrido che mescola tempo reale e turni.

Combattimento ibrido

Il sistema di combattimento è un po’ complicato da spiegare: sul campo di battaglia possiamo muoverci liberamente in ogni direzione ed è solo mentre ci muoviamo che il tempo passa. Se ci fermiamo, ad esempio, si fermano anche i proiettili lanciati dai nemici, permettendoci di riprendere fiato e decidere dove muoverci per schivarli. Mentre ci muoviamo ripristiniamo i punti Azione – che possiamo ricaricare anche stando fermi e tenendo premuto un pulsante – con cui possiamo attaccare fisicamente o lanciare incantesimi in combinazione con i punti Zelo.

La ruota delle abilità e dei consumabili di SacriFire

Attaccare con l’arma equipaggiata – che ovviamente infligge danni di diversa natura – consuma Punti Azione ma eseguendo correttamente le combo è possibile mettere a segno colpi extra e ripristinare il scudi, praticamente Life Points aggiuntivi. Naturalmente, alcuni avversari hanno anche degli scudi e possono rigenerarli nel tempo; bisogna quindi scegliere come e quando attaccare, preferendo bersagli indifesi. Mentre tutto questo accade, dobbiamo anche fare i conti con i nemici, il cui raggio d’azione non è sempre visibile: l’idea è quella di starne lontani il più a lungo possibile, cercando di sconfiggerli prima che ci raggiungano con un colpo che non possiamo schivare.

Questo strano ibrido funziona davvero: i combattimenti sono coinvolgenti, soprattutto contro i boss che trasformano il campo di battaglia in un vero e proprio inferno di proiettili e che ci costringono a utilizzare in modo intelligente non solo le combo e le abilità, ma anche lo spazio 3D. Pur essendo combattimenti preimpostati e non casuali, SacriFire implementa un sistema intelligente che ci permette di annientare i nemici a vista, accumulando l’80% dei punti esperienza che guadagneremmo vincendo un combattimento regolare. Possiamo farlo solo cinque volte di seguito, riscattando poi l’esperienza bonus accumulata al prossimo combattimento completato normalmente.

Potrebbe mancare un minigioco con le carte… che non siano carte?

Una volta completato il dungeon introduttivo dopo una divertente battaglia contro un boss e scoperto qualcosa in più sulla minaccia che stiamo affrontando, la demo termina ma ci lascia una discreta libertà di esplorare la città di Ivanstone, aprire forzieri e completare alcune missioni secondarie , oltre a provare il minigioco chiamato Moligmaniache sembra un gioco di carte ma in realtà è qualcosa di diverso: le carte sono come pedine o tappi che dobbiamo tirare su un tavolo da gioco per far uscire quelle dell’avversario, ognuna con proprietà particolari che possono alterare lo scenario.

È chiaro che la spina dorsale di SacriFire è robusta e dietro c’è uno studio attento non solo dei più famosi giochi di ruolo vecchia scuola ma anche di quelli meno famosi ma comunque tenuti in altissima considerazione dai grandi appassionati del genere con qualche anni di troppo alle spalle. E nonostante questa attenzione al passato, il sistema di combattimento sembrava più innovativo del solitoil che è davvero importante in un periodo in cui si comincia ad abusare dell’effetto nostalgia.

SacriFire è un titolo che ora attendiamo con un certo interesse, non solo perché è bello da vedere e ascoltare, ma anche perché la demo ci ha davvero intrattenuto e riempito di curiosità. Ora toccherà a Pixelated Milk mettere la stessa cura riservata all’introduzione in un gioco completo che dovrà dimostrare varietà e complessità non solo nel gameplay ma anche nella narrativa.

 
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