«G7 unanime su tutte le scelte» – .

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Cala il sipario sulla riunione ministeriale del G7 a Capri. I ministri degli Esteri di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti, insieme all’Alto rappresentante dell’Ue, Josep Borrell, hanno «registrato grande unità di intenti e convergenza sulle più importanti questioni internazionali, dal Medio Oriente al Mar Rosso fino alla situazione in Ucraina e nell’Indo-Pacifico”, ha affermato Antonio Tajani nel convegno al termine del vertice. «Abbiamo inoltre deciso – prosegue il ministro degli Esteri italiano – di far sì che la nostra collaborazione sia permanente e che ci sia giorno dopo giorno un contatto costante tra i ministeri per uno scambio di informazioni e scelte sempre più comuni sui grandi temi internazionali, compresa la disinformazione”. Nel comunicato finale della Farnesina, la guerra in Medio Oriente e l’appello a prevenire un’ulteriore escalation: «Alla luce delle notizie sui raid del 19 aprile, invitiamo tutte le parti a lavorare per prevenire l’escalation. Il G7 continuerà a lavorare in questa direzione. Chiediamo a tutte le parti, sia nella regione che altrove, di offrire il loro contributo a questo sforzo”, si legge nel documento che sottolinea anche “l’opposizione a un’operazione militare su larga scala a Rafah, che avrebbe conseguenze catastrofiche per la popolazione civile”. . Per Gaza “abbiamo ribadito il nostro no all’offensiva militare israeliana a Rafah e che il nostro obiettivo è avere due Stati e due popoli”, ha ribadito Tajani.

«Pronti per nuove sanzioni all’Iran»

L’attacco all’Iran attribuito a Israele oggi, venerdì 19 aprile, è stato anche al centro dell’apertura dell’ultima giornata del vertice. I ministri degli Esteri hanno ribadito l’invito a Tel Aviv e Teheran a non reagire. Poi, il messaggio all’Iran: «Chiediamo che l’Iran e i suoi gruppi affiliati cessino i loro attacchi. Riterremo il governo iraniano responsabile delle sue azioni dannose e destabilizzanti e saremo pronti ad adottare ulteriori sanzioni o altre misure, ora e in risposta a ulteriori iniziative destabilizzanti”. Mentre in un passaggio dedicato all’Ucraina, i Sette hanno ribadito che «se l’Iran dovesse procedere con la fornitura di missili balistici o tecnologie correlate alla Russia, siamo pronti a rispondere in modo rapido e coordinato, anche con nuove e significative misure».

«L’Italia farà tutto il possibile per la tutela aerea dell’Ucraina»

I Sette continueranno inoltre a “sostenere il diritto dell’Ucraina all’autodifesa e a riaffermare il nostro impegno per la sicurezza a lungo termine”, scrivono nel documento finale. «Stiamo intensificando la nostra assistenza in materia di difesa e sicurezza all’Ucraina e aumentando le nostre capacità di produzione e consegna – continuano -. Sosteniamo gli sforzi volti ad aiutare l’Ucraina a costruire una futura forza capace di autodifesa e deterrenza. Esprimiamo la nostra determinazione in particolare a rafforzare le capacità di difesa aerea per salvare vite umane e proteggere le infrastrutture critiche”. E poi ancora: «Noi sosteniamo l’Ucraina nell’ottenere un risarcimento per perdite, lesioni e danni derivanti dall’aggressione della Russia».

Mentre i beni sovrani di Mosca “immobilizzati” nei sette Paesi rimarranno tali “fino a quando non cesserà la sua aggressione e non pagherà i danni causati. Accogliamo con favore l’adozione da parte dell’UE di atti giuridici riguardanti le entrate straordinarie possedute da soggetti privati ​​e derivanti direttamente dal patrimonio sovrano immobilizzato della Russia, anche al fine di esplorare le modalità per massimizzare il beneficio per l’Ucraina – sottolineano -. Continueremo il nostro lavoro in vista del vertice in Puglia su possibili opzioni praticabili attraverso le quali i beni sovrani russi immobilizzati potrebbero essere utilizzati per sostenere l’Ucraina, in linea con i nostri rispettivi sistemi giuridici e il diritto internazionale”. E sulla consegna delle armi italiane a Kiev, Tajani ha finalmente confermato “quanto detto dal presidente del Consiglio, anche alla luce del mio colloquio con il ministro Crosetto alla presenza del ministro ucraino Kuleba”. Cioè: «Faremo tutto il possibile per la tutela aerea dell’Ucraina, vediamo cosa si può fare», ha precisato il ministro degli Esteri italiano, rispondendo a una domanda sulla richiesta di Kiev per la Samp-t.

«Mosca responsabile della morte di Alexei Navalny»

I ministri degli Esteri hanno anche condannato Mosca per l’uccisione del dissidente russo Alexei Navalny. «Non smetteremo di ritenere responsabili i responsabili della morte di Alexei Navalny, anche continuando a imporre misure restrittive e altre azioni appropriate in risposta alle violazioni e agli abusi dei diritti umani in Russia. Condanniamo la repressione sistematica delle voci dissidenti da parte del Cremlino e chiediamo alla Russia di liberare tutti i prigionieri politici”, si legge nella dichiarazione finale.

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