Alessandro Ginotta – Commento al Vangelo del giorno, 20 aprile 2024 – – .

Alessandro Ginotta – Commento al Vangelo del giorno, 20 aprile 2024 – – .
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Andy Warhol, l’artista più iconico della pop art, lo diceva spesso «In futuro tutti saranno famosi nel mondo per quindici minuti». Una frase che coglie l’inutilità, o meglio, la vanità degli sforzi umani. Ricchezza, fama, successo, potremo raggiungere i traguardi più ambiti offerti dalla nostra società eccessivamente competitiva. Ma qualunque cosa facciamo, saremo presto dimenticati. Tutto ciò che abbiamo al mondo non potrà mai soddisfare la nostra sete di infinito. Salvo che…

Il tempo è cambiato, le nuvole si addensano all’orizzonte e il Mar di Galilea non è più quella tavola piatta che Gesù ha attraversato a piedi, ma è increspato. Ci troviamo all’indomani del miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci. E anche il grande entusiasmo del giorno prima si è affievolito. Le persone interrogano Gesù e non apprezzano le sue risposte.

L’uomo è “capriccioso”. Finché le cose vanno bene, finché la pancia è piena, siamo tutti insieme, felici e contenti. Ma quando attorno a noi cominciano a levarsi venti tempestosi, le capanne di paglia crollano, insieme a gran parte delle buone intenzioni.

Piace così il Dio che dona gratuitamente i miracoli e moltiplica il cibo. Mentre ciò che parla chiaro, esortandoci a prenderci cura dello spirito e non solo della carne, ci disturba. Poi quando Gesù lascia intravedere la sorte della Croce, la folla si dissolve e anche alcuni discepoli si allontanano: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarlo?” (v.60).

È facile per noi immaginare un Dio vittorioso e potente, che svetta sopra le nuvole e scaglia fulmini per punire chi si comporta male… mentre è decisamente più complicato accettare l’idea di un Dio mite, che si sottomette a un giudizio ingiusto. senza dire una parola, e poi muore crocifisso. Dobbiamo fare uno sforzo spirituale troppo grande per capire che non tutto è come ci aspettiamo. Che, a volte, si può vincere anche perdendo. Come ha fatto Gesù.

In realtà i discepoli capirono bene il discorso di Gesù. Così bene che non vogliono ascoltarlo, perché è un discorso che sfida la loro mentalità. La vera causa dell’“incomprensione” è la mancanza di fede: «Ci sono alcuni tra voi che non credono» (v. 64), dice Gesù. Infatti: «molti dei suoi discepoli tornarono indietro» (v.66). Di fronte a queste defezioni, Gesù non fa concessioni e non abbassa i toni, e mette i Dodici davanti a una scelta precisa: “Vuoi andartene anche tu?” (v.67).

Gesù ci chiede di avere fede in Lui. Dobbiamo confidare in un Dio che vince in un modo decisamente strano: vince la morte passando attraverso di essa. Vince la Croce salendovi sopra. E così impariamo che gli ostacoli non si possono superare né eludere, ma bisogna affrontarli, con la serenità che Dio è con noi. Sì, perché anche se lo “abbandoniamo” quando non ci piacciono le sue parole, Lui non si separa mai da noi. Ma lui ci è sempre vicino. Lui, infatti, è pronto a lasciare tutto e ad andare nel deserto per venire a cercarci quando ci perdiamo.

I Dodici lo capiscono e san Pietro risponde, a nome di tutti, con un’altra domanda: «Signore, da chi andremo? Hai parole di vita eterna” (v.68). Abbiamo bisogno di stare insieme al Dio che cammina con noi. La fedeltà è questo: legarsi ad una persona per camminare insieme sulla stessa strada. Lo fanno gli sposi. L’umanità che sposa Gesù lo fa.

Tutto ciò che abbiamo al mondo non soddisfa la nostra sete di infinito finché ci ostiniamo a restare soli. Abbiamo bisogno di Gesù, di stare insieme a Lui, di nutrirci della sua Parola. Perché quanto più restiamo vicini a Lui, tanto più cresce il nostro desiderio di restare con Lui. E così, ancora una volta, Dio vince in un modo per noi incomprensibile.

Gesù è morto al posto nostro! Cristo non solo ha dato la vita per noi, ma è risorto per vincere definitivamente la morte! Hai bisogno del cuore per comprendere veramente Dio. La testa non basta. E solo Dio può soddisfare la nostra sete di infinito.

Fonte: La Buona Parola, blog di Alessandro Ginotta https://www.labuonaparola.it
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