“Si vince al centro, perde chi sceglie di restare con il M5s” – .

“Si vince al centro, perde chi sceglie di restare con il M5s” – .
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Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ha festeggiato la vittoria… della destra in Basilicata con un post su Facebook. «In Basilicata si vince al centro. Vito Bardi ci ha scelto e ha vinto. Il Partito Democratico ha scelto il Movimento Cinque Stelle e ha perso. Tutto il resto è noioso. Grazie a Mario, Luca e tutti i ragazzi della nostra lista (7%). E ora avanti con gli Stati Uniti d’Europa”.

In un’intervista a Libero, Renzi ha poi parlato delle prossime elezioni europee.

«Schlein ha proposto di mettere il nome per accreditarsi come leader. Per poi battere in ritirata quando metà del Partito democratico le si è rivoltato contro. Tirarsi indietro in questo modo è un segno di debolezza: sia come leader, esternamente, sia come segretario, internamente. Quanto alle accuse di leaderismo, è stata la stessa Elly a muoverle: però, a differenza di lei, ho detto subito no alla proposta di nominare Renzi e ho portato il Pd al 41%. E grazie al mio risultato è diventata parlamentare europea. Dopo quello che è successo in queste ore non chiedo loro di ringraziarmi, basta che smettano di attaccarmi”.

Sulla candidatura di Elly Schlein agli Europei. «Prodi esagera. Ma chi corre dovrebbe andare a Bruxelles. Candidarsi e poi dimettersi significa prendersi gioco degli elettori: al Parlamento europeo devono correre persone determinate a lavorare a Strasburgo, non adesivi. Trovo surreale e irresponsabile che in tempo di guerra e di crisi il ministro degli Esteri Antonio Tajani si concentri sulla campagna elettorale”.

È vero che tu e Schlein siete in contatto? «No, non parliamo: ma se Elly ha bisogno di qualche consiglio su come sistemare Conte, sono a disposizione. Quanto alle alleanze, al centro c’è Italia Viva: questo Pd schiacciato sulle posizioni dei grillini non è il mio Partito democratico”.

Quanto al caso Scurati, osserva: «È un pasticcio perfetto: per evitare che un milione di persone sentissero il monologo, lo sentirono in 30 milioni. Un capolavoro assoluto. D’altronde la censura è sempre da condannare: la libertà di espressione è un caposaldo intoccabile, a maggior ragione nella televisione pubblica”.

Infine, sulle critiche rivolte a Giorgia Meloni per la sua posizione non abbastanza chiara nel condannare il fascismo, Renzi spiega: «Vengo da una storia di cattolicesimo democratico: l’antifascismo è un valore nel mio Dna politico. Così come l’opposizione ad ogni totalitarismo, che una certa sinistra spesso finge di ignorare. Posso dire, quindi, quanto sia noioso? Questa eterna paura del ritorno del fascismo a sinistra, queste provocazioni lanciate dalla destra appositamente per provocare indignazione, mi fanno sospettare che il dibattito si stia spostando su questo argomento perché non ci sono altri argomenti. Si discute di tasse, giustizia, lavoro, non di argomenti storici, anche se affascinanti”.

 
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