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Il rischio incendi è influenzato dai cambiamenti climatici: si prevede che, a partire dal 2040, gli incendi boschivi potrebbero verificarsi in luoghi attualmente considerati a basso rischio, come le Prealpi.
Questa tesi è supportata da uno studio condotto dai ricercatori dell’Istituto per lo studio della neve e delle valanghe (SLF), i cui risultati sono stati pubblicati oggi.
Le previsioni elaborate dalla dottoranda Julia Miller, responsabile della ricerca, mostrano che la causa principale degli incendi boschivi sarà il cambiamento climatico a partire dal 2040, mentre fino ad allora il motivo sarà piuttosto quello della naturale fluttuazione del clima.
Il rapporto indica inoltre che, con il passare del tempo, il periodo con la maggiore probabilità di incendi verrà progressivamente anticipato, passando da giugno a maggio.
Le cause del trend? Soprattutto “fattori come il clima caldo, secco e ventoso”, si legge in un comunicato dell’istituto.
Ecco su cosa si basano le previsioni
Rappresentativo per illustrare il fenomeno di cui stiamo parlando è il caso delle Prealpi bavaresi, esaminato da Miller: lì il rischio di incendi aumenterà notevolmente a partire dal 2040, partendo dal livello “basso” fino a raggiungere quello “alto”.
Le previsioni elaborate dal ricercatore si basano sull’indice canadese FWI (Fire Weather Index, ndr), che è “una valutazione numerica dell’intensità dell’incendio” e “della capacità del materiale combustibile […] accendersi e la velocità con cui un incendio può svilupparsi”, prosegue la nota.
Va sottolineato che, storicamente, la regione canadese è soggetta ad incendi (come quella mediterranea, ad esempio) e che il FWI non tiene conto dello stato della vegetazione e, di conseguenza, di fattori quali la siccità del quest’ultimo e l’umidità del terreno.
nido, ats
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