i lingotti che resistono ancora tra 70 e 90 centesimi – .

i lingotti che resistono ancora tra 70 e 90 centesimi – .
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Migliaia di chilometri per raggiungere i bar italiani e soddisfare un’usanza e un piacere diventati tradizione. Peccato quella tazza di caffè costa sempre di più, tra 1 e 1,20 euro in media. In un’economia globalizzata in cui gli equilibri geopolitici, il clima e la produzione energetica possono incidere sul costo finale dei prodotti, gli effetti possono colpire anche i bar o i ristoranti di paesi di provincia come Frosinone.

«A causa dell’aumento dei prezzi del caffè sui mercati internazionali – spiega Assoutenti – il caffè espresso ha già subito aumenti di prezzo negli ultimi anni e oggi il prezzo medio di una tazzina consumata al bar è di 1,18 euro nelle principali città italiane. Solo 3 anni fa il costo medio era di 1,03 euro, con un aumento del 14,9% nel tempo”.

L’IRREDUCIBILE

Ma ci sono alcuni esercizi pubblici che resistono, che per vari motivi riescono ad applicare un prezzo inferiore a un euro. A Ceccano, ad esempio, è possibile acquistare al banco una tazzina di caffè espresso a soli 70 centesimi.

Nella Capitale c’è anche uno storico bar del Frosinone, il Bar Bonelli, che da anni ha congelato il prezzo a 80 centesimi. «Possiamo applicare il prezzo di 80 centesimi a tazza per una serie di motivi – spiega Pietro Bonelli – Uno dei fattori che ci aiuta è il fatto di non avere l’onere di affittare i locali di nostra proprietà. Devo confidarvi che la politica voluta da mio padre è quella di non aumentare il costo del caffè da quando è entrato in vigore l’euro. Anche se dovremo aumentarlo per coprire le spese, confidiamo nei nostri clienti. Finora hanno apprezzato la nostra miscela, composta per il 70% da Robusta che proviene dall’Indonesia, dal Camerun, dall’India e per il 30% da Arabica che proviene dal Brasile con un mix dal Centro America. Abbiamo raccolto ampie prove del fatto che questa miscela aromatica è popolare. E non lo cambiamo. Gestiamo questo locale da tre generazioni e siamo convinti che sia la qualità dei prodotti a fare la differenza, il prezzo incide in parte sulla scelta fatta dai clienti. Pertanto, finché ci saranno le condizioni, offriremo il caffè a un prezzo inferiore all’euro. In caso di aumenti contiamo sulla qualità del prodotto”.

I CALCOLI

E resiste anche il Caffè Garden di Paliano. Chiediamo al gestore perché ha lasciato il prezzo a 90 centesimi a tazza. «A noi non conviene, aumentare il prezzo a 1 euro riduce la quantità di vendita di mezzo chilo al giorno, moltiplicato per 365 giorni, sono tanti chili non consumati all’anno – spiega chiaramente il comproprietario Daniele Celletti – Quindi aumentando il prezzo è inutile, almeno per noi, perché guadagneremmo meno”. Un altro esercizio pubblico di Paliano, invece, la Casina dei Pini, applica un prezzo di vendita scontato un giorno alla settimana: invece di 1 euro, il martedì un caffè espresso costa 80 centesimi.

L’OFFERTA

«Al caffè anticrisi di Vincenzo» è lo slogan che campeggia su un cartellone esposto lungo l’autostrada Cassino-Formia, nei pressi di Castelnuovo Parano. Il prezzo è scritto a caratteri cubitali: 90 centesimi. Questo si paga da Insolito Caffè che ha utilizzato questa formula per evidenziare ai passanti la sua linea in controtendenza rispetto ai diffusi rincari.

A differenza della vicina Cassino dove in zona pedonale si registra una punta massima di 1,30 euro. Poi ci sono le varianti: spesso l’aggiunta di latte, quindi un caffellatte, aumenta di qualche centesimo il costo al banco.

A Sora, per esempio, al Caffè del Viale costa dieci centesimi. «Il prezzo del nostro caffè è fermo a 1 euro, anche se la materia prima è aumentata – spiega il titolare – E tante volte quei 10 centesimi in più per il macchiato non li facciamo pagare, soprattutto ai clienti abituali, anche se è indicato nel listino prezzi. E anche perché oggi ci sono così tante variabili nel caffè in assoluto che applicarle e diversificarle tutte è una sfida”.

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Il Messaggero

 
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