È morto il regista Laurent Cantet, vincitore della Palma d’Oro nel 2008 – .

È morto il regista Laurent Cantet, vincitore della Palma d’Oro nel 2008 – .
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È morto a Parigi all’età di 63 anni il regista Laurent Cantet, Palma d’Oro nel 2008 per il suo film ‘Entre les murs’ (La Classe). Stava lavorando ad un progetto cinematografico dal titolo ‘L’Apprenti’. , la cui uscita sarebbe dovuta uscire nel 2025. Era nato a Melle, in Nuova Aquitania, l’11 aprile 1961. Aveva esordito con un periodo formativo in televisione e poi come assistente alla regia di Marcel Ophuls per ‘Veillées d’armes ‘, un film sull’assedio di Sarajevo del 1994.

Il debutto di Cantet come regista avviene con il documentario ‘Un été à Beyrouth’ (1990) e il cortometraggio ‘Tous à la manif’ (1994, Premio Jean Vigo). Quando il suo primo film, ‘Risorse umane’ del 1999 (vincitore di due premi César), arriva nelle sale, Cantet è già un cineasta maturo e consapevole di voler dedicare il suo lavoro alla realtà della gente comune, a coloro che lottano per ottenere fino alla fine del mese, alle questioni sociali. I successivi ‘L’emploi du temps’ e ‘Verso il Sud’ (realizzati all’inizio degli anni 2000) lo pongono a capo di un nuovo movimento del cinema francese, capace di staccarsi dai modelli della Nouvelle Vague. E quando il suo ‘Entre les murs’ – un ritratto carico di empatia e passione verso il mondo giovanile con tutte le sue paure e speranze – arrivò a Cannes nel 2008, vinse a furor di popolo la Palma d’Oro, sconvolgendo ogni pronostico e guadagnandosi 30 milioni di dollari nel mondo. Quattro anni dopo torna a Cannes con ‘7 días en La Habana’, un segmento del film collettivo ‘La fuente’ che vincerà nella sezione Un certain Regard. Nel 2014 ha dedicato all’isola caraibica ‘Retour à Ithaque’ (Ritorno a Itaca), il gioiello della Festa degli Autori alla Mostra del Cinema di Venezia di quell’anno. La sua carriera si è conclusa nel 2017 con ‘L’atélier’ e ‘Arthur Rambo’ (2021), film sulla nuova generazione di maghrebini francesi.

Da sempre impegnato nella difesa degli autori e delle minoranze sociali, nel 2010 Cantet si è battuto al fianco dei ‘sans papier’ per la tutela degli immigrati e dei lavoratori dello spettacolo; nel 2017 ha fondato la prima piattaforma digitale (La Cineteck) per la tutela del patrimonio cinematografico francese e ha sostenuto la causa del collettivo 50/50 per l’uguaglianza di genere; lo scorso dicembre ha firmato, insieme a 50 colleghi, la lettera aperta per chiedere il ‘cessate il fuoco’ a Gaza e per la difesa dei civili palestinesi e la restituzione degli ostaggi israeliani.

Laurent Cantet ha speso una vita per quelle che considerava le “giuste cause” e ha dedicato il suo cinema alle voci più vitali capaci di combattere le distorsioni della società. Con lui il cinema mondiale perde una voce purissima, libera da ogni compromesso e capace di una rara umanità, dentro e fuori dal set. ATS/ROSSO

 
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