Cos’è il mesotelioma, quali sono i sintomi e come si cura – .

Sono circa duemila i nuovi casi diagnosticati ogni anno in Italia di mesotelioma pleurico, tumore aggressivo e ancora molto difficile da curarea cui è dovuto in nove pazienti su dieciesposizione all’amianto. La malattia ha colpito anche Franco Di Mare, inviato RAI, che ne ha parlato in questa intervista. Se ancora fino a pochi anni la prognosi era spesso sfavorevolecon una sopravvivenza media inferiore a un anno, oggi la ricerca ha fatto progressi grazie all’arrivo diimmunoterapiache sembra più efficace della chemioterapia.

Cos’è il mesotelio

Il mesotelio è una membrana fibrosa che riveste vari organi e strutture tra cui i polmoni e l’interno della gabbia toracica (pleura), il cuore (pericardio), l’intestino (peritoneo) e i testicoli.

Il mesotelioma è un cancro in gran parte causato dall’esposizione a amianto e sebbene l’uso di questo materiale (estrazione, importazione, esportazione, commercializzazione e produzione) sia vietato nel nostro Paese dal 1992, il picco di incidenza del mesotelioma non è stato ancora raggiunto perché il periodo di latenza tra il contatto con i fattori di rischio e la comparsa del tumore è di 20-40 anni.

Senza considerare che in Italia i quantitativi ancora presenti in molti territori restano consistenti e la bonifica procede a rilento.

Sintomi del mesotelioma (che inizialmente non dà segnali chiari)

Purtroppo, nelle fasi iniziali il tumore non dà segnali chiari della sua presenza.

I primi sintomi, solitamente presenti per alcuni mesi al momento della diagnosi, sono dolore al petto, difficoltà di respirazione e tosse.

Il segno più frequente è la formazione di liquido pleurico nel torace. Il mesotelioma si manifesta generalmente intorno ai 70 anni: fondamentale è la sorveglianza delle persone più esposte al rischio di ammalarsi, come ad esempio ex lavoratori di fabbriche che producevano o trasformavano l’amianto.

Quali sono i trattamenti

Se ancora fino a pochi anni la prognosi era spesso sfavorevolecon una sopravvivenza media inferiore a un anno, oggi la ricerca ha fatto progressi grazie all’arrivo diimmunoterapia, che sembra più efficace della chemioterapia. Lo indica uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica The Lancet l’autunno scorsocoordinato dal nostro Paese, i cui risultati ne dimostrano l’efficacia nuova opzione terapeutica in caso di neoplasie non resecabili o metastatiche.

Ebbene, secondo i risultati dello studio, lL’immunoterapia con pembrolizumab in combinazione con chemioterapia al platino e pemeterxed di prima linea ha migliorato significativamente la sopravvivenza globale, riducendo il rischio di morte del paziente del 21%. A tre anni, il 25% dei pazienti trattati con la combinazione erano vivi, rispetto al 17% dei pazienti trattati con la sola chemioterapia. Anche la sopravvivenza libera da progressione è stata significativamente migliore.

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28 aprile 2024 (modificato il 28 aprile 2024 | 20:15)

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